Dolce vita che te ne vai. Quando il Times confuta Fellini

Dolce vita

Italia strapazzata. Di tutti i colori, autorevolissimi colori come quelli del New York Times e del molto british Times, sul Bel Paese e dintorni.

Sbatti l’Italia in prima pagina. Lo ha fatto lo storico giornale della Grande Mela il 13 dicembre scorso, in un editoriale che tanto dibattito ha alimentato da queste parti. Ora è il britannico Times che completa l’opera. “La dolce vita turns sour as Italy faces up to being old and poor”. Il simpatico Richard Owen, autore del pezzo, inviato per il Times a gironzolare per queste strade d’Italia, ha detto la sua. Senza sconti. Ora. L’italiano – medio, alto, basso, non importa. L’italiano, insomma – è particolarmente sensibile alla voce della stampa straniera. Sarà perchè normalmente di noi non si parla mai. O quasi mai. Non siamo esattamente la voce di un paese autorevole e seguito. Insomma, in genere Le Monde, il Times, il New York Times, l’Herald Tribune, la BBC e compagnia bella hanno, di base, di meglio da fare.

Sarà che quell’aggettivo, “sour”, ricorda a particolari fasce d’età le patatine Highlander alla panna, per l’appunto, “acida”. Richard Owen descrive l’Italia, e l’Italia non riesce a smentirlo. Così come, in fondo, volente o nolente il Presidente Napolitano, non era certo riuscita a smentire il New York Times.

“I’m buying fewer presents this year, and cheaper ones,” said a woman fingering fur hats at a stall near the Vatican. “And as for food . . .”. C’è qualcuno che possa confutare queste semplici sentenze di vita quotidiana made in Italy targata Natale 2007?

There is a sense of national angst in Italy as 2007 comes to a close. A defining moment came this week when, for the first time, Spain overtook Italy in terms of living standards. Greece is now breathing down Italy’s neck.
C’era un tempo, raccontano avi italici, in cui con i vicini greci e spagnoli ci consolavamo. Stessa razza, stessa faccia, ma stavano un pochino peggio.

A “jobs for life” mentality prevails, with jobs allocated not on merit but through a network of mutual favours and family ties known as raccomandazione.
E dire che gli anglosassoni in genere sono negati con le parole italiane.

Interpellato dal Times, Luca Cordero di Montezemolo, a modo suo, ci prova. “Al di là del malessere diffuso, la speranza c’e”. Il presidente di Confindustria e Fiat commenta: “Il nostro paese non si è solo fermato, ma sta andando indietro. Il problema non è soltanto la carenza di investimenti in ricerca e sviluppo, ma anche il fatto che ogni italiano pensa al proprio interesse e non al bene comune. Ma l’Italia non è solo pizza e spaghetti. Siamo un paese pieno di eccellenze e di energie positive. Possiamo invertire questo declino aprendo il paese al mercato, sbarazzandoci della burocrazia e liberando il talento dei giovani. Al di là del malessere diffuso, la speranza c’è. In Sicilia, il soffocante potere mafioso viene finalmente combattuto da imprendtori, quasi tutti quarantenni e con esperienze europee, che rischiano la vita rifiutandosi di pagare il pizzo”.

Paese di eccellenze e di coraggio ritrovato. Se l’Italia riuscisse a smettere di far fuggire i suoi cervelli, le sue “eccellenze” appunto, all’estero, e potesse rendere, finalmente, quel coraggio utile, forse potrebbe anche permettersi di brindare alla salute del buon Mr. Owen.

2 commenti su “Dolce vita che te ne vai. Quando il Times confuta Fellini”

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