10 candidati per noi… posson bastare


Lucio Battisti


Ce ne è per tutti i gusti, per tutte le certezze, i dubbi, le angosce, le verità, le falsità. Non due tra i quali scegliere, al massimo tre, perchè no, quattro, ancora sembrerebbe una scelta numericamente già vista, nella norma. No. L’Italia, paese fortunato, paese dell’abbondanza, paese della democrazia, si troverà a dover operare la scelta tra ben dieci candidati premier.


Fuori i nomi che sono stati depositati al Ministero dell’Interno. Il Viminale si è allora visto stilare la seguente lista:


Silvio Berlusconi, Pdl-Lega-Mpa


Walter Veltroni, Pd


Fausto Bertinotti, Sinistra Arcobaleno


Enrico Boselli, Partito Socialista


Pier Ferdinando Casini, Udc-Rosa Bianca


Daniela Santanchè, La Destra-Fiamma Tricolore


Marco Ferrando, Partito comunista dei lavoratori


Flavia D’Angeli, Sinistra critica


Roberto Fiore, Forza Nuova


Bruno De Vita, Unione democratica per i consumatori

Il problema è: e ora che ce ne facciamo di tutta questa bella gente? Dieci candidati premier. Insieme alla sorpresa di simboli che erano stati dati per dispersi e scomparsi in questa tornata elettorale, come quello di Alleanza Nazionale e della Dc di Pizza che risbucano e risorgono dalle ceneri. A beneficio dei perplessi, si specifica poi che l’Unione democratica per i consumatori altro non è che il movimento che fa capo a Willer Bordon e Roberto Manzione.


La perdita di orientamento e il senso d’ansia – oltre che di inutilità – sono alla base di queste elezioni. Più brutte e più inconsistenti di così, forse, non si erano mai viste. Teste che cadono, grandi vecchi della politica che vengono messi alla porta, 26enni sconosciute alla ribalta, 27enni conosciute alla conquista, e, ciliegina, i programmi di Pdl e Pd praticamente uguali. Il plagio di Loredana Bertè, al confronto, è roba per principianti. Perchè i problemi sono sempre quelli e non hanno neanche più colore, obietterà qualcuno. Certo, questa potrebbe essere una spiegazione di bontà.


Si chiama Pina Picierno, sarà capolista là dove lo era De Mita. E’ una 26enne, da anni impegnata nel sociale. Non c’è bisogno di avere tanti anni per saper dare tanto

Questa è la risposta di Uolter a Ciriaco De Mita, che in verità è sempre più avvelenato. Capelli neri, tenera età e provenienza partenopea innegabili. In quattro regioni Veltroni, capolista da nessuna parte, si presenta dietro quattro trentenni: in Lombardia dietro Matteo Colaninno, a Roma dietro Marianna Madia, in Sicilia dietro un 30enne di cui sarà annunciato presto il nome, e in Campania dopo Pina Picierno. Massimo Caldearo, il presidente di Federmeccanica, sarà capolista in Veneto. Massimo D’Alema dovrebbe essere capolista in Campania: ma perchè, visto che implicherebbe il lasciare il collegio sicuro della natia Puglia? Da Gallipoli a Napoli?


Ciriaco, 80 anni e avvelenato, nonchè sostituito da una sbarbatella, sarà capolista in Campania per l’Udc.

Non mi faccio far fuori così, farò politica contro il Pd

E per l’appunto. Il problema è che Ciriaco De Mita vale 250 mila voti, quindi almeno tre senatori.


I soliti noti tornano anche in Sicilia: l’ex governatore della Regione Sicilia Totò Cuffaro, condannato a 5 anni in primo grado per associazione semplice in rivelazione di notizie a boss di mafia, sarà capolista al Senato per l’Udc. La Rosa Bianca, blindata da accordo nazionale con l’Udc, non sta esattamente facendo i salti di gioia. Ieri, in conferenza stampa, Silvio Berlusconi ha inneggiato alla Democrazia Cristiana. Peccato che Dc e Pizza siano riemersi e candidati a sè.


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