“Spingendo la notte più in là” per non dimenticare Calabresi

Calabresi. Un cognome importante, pesante, che si porta sulle proprie spalle una storia, una lotta, un significato di ribellione a tutto ciò che è terrorismo. A tutto ciò che è violenza ingiustificata.

E andato infatti in scena, alla Fiera del Libro di Torino, il nuovo libro di Mario Calabresi dal titolo “Spingendo la notte più in là”. L’opera di Calabresi è un documento autobiografico che riprende la sua vita e non solo, come anche indica il sottotitolo “Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo”

Il terrorismo di cui parla Calabresi non è quello che oggi vediamo di carattere religioso che, fortunatamente, ci riguarda solo di striscio, che è “lontano” da noi, seppur ci ha colpito nei tragici eventi in Medio Oriente, tra cui il più noto è l’indimenticabile Nassyria. Il terrorismo di cui parla l’autore è quello politico, è quello degli opposti estremi, che negli anni 70-80 hanno dilaniato il nostro paese.

Mario Calabresi è il figlio del più noto Luigi Calabresi, commissario in quel di Milano ed assassinato, in circostanze ancora oggi controverse, il 17 maggio 1972. Il commissario Calabresi, divenne tragicamente noto a causa di questo attentato consumato davanti alla propria casa, da parte di due killer che lo hanno colpito con un colpo alla testa e uno alla schiena.

La morte del commissario Calabresi fu una conseguenza della strage di Piazza Fontana, nota piazza al centro di Milano che fu luogo dell’esplosione di una bomba nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura provocando 17 morti. Di quell’attentato fu incolpato il circolo anarchico Ponte della Ghisolfa.

Uno dei suoi esponenti di spicco, il ferroviere Giuseppe Pinelli, venne convocato in questura per accertamenti dovuti ad un alibi impreciso. Il 15 dicembre 1969, dopo 3 giorni di fermo, Pinelli precipitò dalla finestra dell’ufficio del Commissario Calabresi, morendo sul selciato. Le cause della caduta vennero definite accidentali, dovute ad un malore, mentre il commissario non era presente all’interno dell’ufficio e vi si trovavano 5 agenti di polizia.

I gruppi di Lotta Continua non gli perdonarono mai questo fatto, che nonostante la sua estraneità, condannò formalmente, agli occhi dei gruppi anarchici, il commissario milanese. Condanna risolta con quell’attentato davanti a casa compiuta, da quanto disse successivamente il pentito Leonardo Marino, da Ovidio Bompressi.

Un Fiera di Torino che si schiera fermamente contro il terrorismo e contro tutti coloro che lo hanno alimentato. Concetto sostenuto anche dal presidente della Fiera Ernesto Ferrero:

Non ho alcuna intenzione di ospitare in questa sede ex terroristi, che piuttosto farebbero bene a stare zitti. Fino a quando dirigerò io questa manifestazione, per loro non ci sarà spazio.

2 commenti su ““Spingendo la notte più in là” per non dimenticare Calabresi”

  1. Eh bravo Paolo! Vai sempre a scovare cose, situazioni, fatti poco conosciuti e invogli chi legge i tuoi articoli ad approfondire e a saperne qualcosa in più…dalla politica oltreoceano, ai film ai libri….complimenti davvero!

  2. Beh Veronica non posso che ringraziarti e naturalmente invitarti a leggere tutti gli articoli che pubblichiamo su politicalive. E per secondo naturalmente invita tutti i tuoi amici a leggere e a commentare.

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