Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. E dopo il Gay Pride

Taaaaaaaanto se n’è parlato, di questo benedetto appuntamento. Taaaaaaanto. Polemiche a non finire, in tempi di cambi al vertice nell’Urbe. Da Veltroni ad Alemanno, uno che di sicuro nella vita come primo provvedimento politico non penserebbe esattamente alla difesa del Gay Pride.
Tempi in cui il Ministro più piacente della storia della Repubblica italiana – dicono così, e come dare torto – ha negato il patrocinio delle Pari Opportunità al Gay Pride in questione. E giù la polemica – il dibattito? il confronto? la crescita? in teoria… – per giorni e giorni, all’epoca dei fatti. Ciò detto, uno si aspetterebbe, per completezza di informazione, che ci sia l’ultima puntata della vicenda, nei tg del giorno del fattaccio. E cioè ieri, giorno in tutt’Italia – anche Roma – si è svolta l’anteprima del Gay Pride, che si terrà quest’anno, in salsa nazionale, a Bologna.
Quindi sarà in agenda, no, nelle edizioni di ieri sera dei pregevoli tg nazionali? Il Tg1 parte con l’intervista esclusiva a Bush di Gianni Riotta.

Il ponte sullo stretto di Messina

Viva il futurismo. Era il tempo delle Elezioni 2008, e la noia e la barba ci colsero.
Il Ponte sullo Stretto. Report non dimentica, e nei giorni scorsi, nella rubrica Com’è andata a finire?, è ritornato su una faccenda già affrontata nel 2002.

Si fa e si disfa dal 1971

L’aggiornamento dellee cronache è il seguente: la prima pietra a metà del 2010, con l’obiettivo ambizioso di inaugurare il ponte sullo Stretto di Messina a inizio 2016. Perchè il Berlusconi IV vuole mantenere la promessa fatta in campagna elettorale. Per un progetto da 6 miliardi di euro.

Briciole all’italiana, come al solito.

Chi ha paura di Beppe Grillo parte II

Signor Presidente della Repubblica Italiana,
permettetemi, grato, per la benevola accoglienza che un giorno avete fatto, di inviarmi la vostra approvazione per mia la raccolta di testimonianze sul precariato, di dirvi che la Vostra stella, se felice fino ad ora, è minacciata dalla più offensiva ed inqualificabile delle macchie. Ma quale macchia di fango sul Vostro nome, stavo per dire sulla Repubblica che rappresentate, soltanto quell’abominevole affare della Campania!

Comincia così la libera interpretazione del j’accuse di Emile Zola in chiave moderna e grillante. Tutta italiana.

Nostra Signora di Confindustria

Tutti noi siamo chiamati a una grande sfida. C’è uno scenario nuovo e irripetibile. Abbiamo la possibilità di far rinascere il Paese

Parola di Nostra Signora di Confindustria, oggi ufficialmente insediatasi dove di dovere. Anche la Signora ha avuto modo di dire che

l’Italia non è un paese per giovani

A me come ai miei coetanei e non solo viene, in effetti, in mente di espatriare almeno una volta al giorno. ALMENO.

Chi è l’Emma? Accento del Settentrione. 43 anni, sposata e madre di una bimba. La sua azienda è specializzata nell’acciaio. Nostra Signora dell’acciaio, di acciaio avrà le palle. Ed è stata eletta con tanto di plebiscito – solo due voti contrari – alla guida di chi veramente comanda, in Italia. Prima donna alla Presidenza di Confindustria, è stata la Primadonna alla Presidenza dei Giovani di Confindustria nel ’96. Una vera e propria chiamata alle armi, nel suo discorso, per imprenditori, politici e anche sindacati.

Passaparola sbarca sul web, ma a condurlo stavolta è Marco Travaglio

Ulla la la ulla la la ulla la laaaa!
Tranquilli, ovviamente non si tratta della resa incondizionata di Marco Travaglio al modello culturale imperante con conseguente conversione miracolosa sulla via di Arcore. Gerry Scotti può dormire sonni tranquilli. Passaparola è semplicemente il titolo della nuova video-rubrica curata da Marco Travaglio, che ha esordito lunedì scorso sul celebre blog di Beppe Grillo.
L’iniziativa anticipa profeticamente – ma neanche troppo – le dichiarazioni del sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani, che pochi giorni fa aveva bollato come inadeguato per il servizio pubblico il giornalista torinese. Cosa avevate capito? Erano queste le ronde di cui si è tanto parlato in queste ultime settimane. L’edittino, è stato definito.
Per distinguerlo dall’ormai celebre editto di Sofia di sei anni fa. L’esperienza insegna, e stavolta il cavaliere non ha dovuto neanche mettere il naso nella questione: ci ha pensato il governo ombra.

Sindacati: afterhours & afterMarx. Montezemolo affonda

Verranno giorni duri. Verranno momenti e operazioni dure. Per tutti. Anche per i sindacati. Perchè, dopo l’esplosione del caso Alitalia e soprattutto il loro ruolo all’interno della stessa, i sindacati sono esplicitamente sotto accusa. Sono entrati nell’agenda delle critiche, quella dell’opinione pubblica, che purtroppo può toccare livelli assai superficiali.
Giulio Tremonti disse:

From Marx to market

Parlava di cambiamenti, di globalizzazione, di rivoluzioni lunghe e silenziose – e dalla direzione non condivisa. Perchè qualcosa è cambiato. E ieri Montezemolo l’ha messo nero su bianco.

Gli operai sono più vicini a noi che ai sindacati

Parola di Luca Cordero di Montezemolo, mentre dice (sono mesi che questo rito è in corso, ma certo è storico) addio alla presidenza della Confindustria.

Inciucio. Ovvero, la matematica non è un’opinione

crostata.jpg
Il termine inciucio, applicato alla politica italiana, ha radici lontane. Fu l’ex Direttore de l’Unità Mino Fuccillo ad usarla la prima volta nel 1995 durante un’intervista a Massimo D’Alema per il quotidiano La Repubblica. In quell’occasione il giornalista romano coniò la parola per definire in maniera impietosa ciò che altri avevano definito più letterariamente “il patto della crostata”. La crostata era quella preparata dalla signora Letta, inappuntabile padrona di casa in una cena tra il Cavaliere e lo stesso D’Alema, su cui si ipotizzò una sorta di patto di non belligeranza tra i due partiti.
Secondo alcuni, fu l’inizio della fine della neonata Seconda Repubblica, scomparsa prematuramente dopo soli due anni di vita. Ma si sa, il tubo catodico appiattisce la realtà, ed oggi la parola non provoca più alcun sussulto, benchè, carte alla mano, sia più che prevedibile ipotizzarne un ritorno alla ribalta. La continua e naturale trasformazione del linguaggio ha poi portato alla definitiva mutazione dell’inciucio in “Governo delle larghe intese”.
Tratteniamoci e andiamo per gradi.

Menu di oggi: Campagna Elettorale

Siamo entrati, dopo l’annuncio del presidente della Repubblica di sciogliere le camere, ufficialmente in campagna elettorale. Così tutti i nostri governanti preparano i vestiti nuovi della festa, si tirano a lucido, schiariscono la voce e preparano discorsi e promesse che dovranno ammaliare gli elettori. Sarà la gara a chi si venderà meglio, ma soprattutto a chi si venderà a più gente.

Eppure questo clima di cambiamento non lo vedono tutti. Tra coloro che pensano che non sia poi cambiato così tanto lo scenario in questi mesi è Luca Cordero di Montezemolo, il capo di Confindustria. Le parole di “Luca Luca” sono così pungenti che fanno riflettere:

Montezemolo: sì a un Governo istituzionale, perchè questa legge elettorale cambi

Montezemolo
E meno male che ha dichiarato che non ha intenzione di scendere in politica. Intenzione no, ma presa di posizione sì, sempre. Sulla crisi di governo, e sull’Italia, arriva il rombo di tuono di Luca Cordero di Montezemolo. Il Presidente di Confindustria è a Siena, intervenuto all’assise regionale dell’industria toscana. E prende chiara e diffusa posizione nell’ambito della crisi di governo, della cronaca di queste ore e della situazione politica italiana tutta.
Montezemolo non ha in verità molti peli sulla lingua. Può farlo, dopotutto. Il suo cavallo di battaglia di oggi, assolutamente – personalmente – condivisibile, è : varare una nuova legge elettorale prima di tornare al voto.
Tutti, nei momenti di crisi, soprattutto dopo avere assistito al triste spettacolo da suk di questi giorni e alle scene vergognose di ieri in Senato, desideriamo che la parola torni a noi cittadini attraverso le elezioni. E’ naturale ed è giusto. Tutti vogliamo dire basta e le elezioni ci sembrano l’unico modo per poterlo fare.

Metalmeccanici: L’accordo è nato

Finalmente ce l’abbiamo fatta. Dopo aver visto scene di qualsiasi tipo, l’accordo tra i sindacati di categoria e Finmeccanica per quanto riguarda il contratto delle “tute blu” è stato raggiunto. Un accordo che porterà un maggior salario nelle tasche dei metalmeccanici con aumenti in tre tranche.

La prima da gennaio 2008 con un aumento di 60 euro, la seconda da gennaio 2009 con un aumento di 37 euro e quindi la terza da settembre 2009 di 30 euro. A queste si aggiungerà una tantum a marzo 2008 di 267 euro.

Un buon accordo assolutamente che permetterà finalmente ai metalmeccanici di “respirare” e di poter vivere finalmente una vita forse più tranquilla, con la possibilità di non dover rinunciare a tutto per poter permettersi il minimo per campare.

Metalmeccanici alla riscossa. Hasta la victoria: 127 euro di aumento per le tute blu

Metalmeccanici
Habemus finalmente il rinnovo. Il contratto dei metalmeccanici si è concluso. E’ un risultato di grande rilevanza sia per i lavoratori, ma soprattutto per il Paese che ha bisogno di stabilità e certezze. E chi l’avrebbe mai detto che il ministro Cesare Damiano avrebbe pronunciato queste parole.
Damiano gongola. Sottolinea come questo accordo, che si è finalmente appena conluso, aiuti a migliorare la tutela dei lavoratori e le loro retribuzioni. Non solo. Per non fare torto a nessuno, questo accordo, nelle parole del Ministro, è favorevole anche per le imprese, che possono accrescere la loro competitività e flessibilità.
Ecce l’accordo, insomma. E’ appena stata raggiunta l’intesa sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Un accordo che prevede un aumento di 127 euro per i prossimi 30 mesi, 260 euro per chi non fa contrattazione di secondo livello e 300 euro una tantum come compenso del ritardo di nove mesi dalla scadenza del contratto, che verrà erogato a marzo 2008.

Bce: Eurolandia tra inflazione e tassi

BCE
E’ arrivato l’arrotino. O meglio, è arrivato il bollettino mensile della Banca Centrale Europea. Un bollettino che dice: i tassi potranno nuovamente crescere.
La situazione è chiara: perdurano forti pressioni al rialzo sull’inflazione nel breve termine. Ecco perchè il Consiglio direttivo della Bce resta pronto a intervenire in via preventiva al fine di evitare il concretizzarsi di effetti di secondo impatto e rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi a medio termine e, quindi, a far sì che le aspettative d’inflazione di medio e lungo periodo rimangano saldamente ancorate su livelli in linea con la stabilità dei prezzi.
Appare dunque evidente che l’Eurotower agirà, ed agirà in direzione restrittiva. Questo proprio nel momento in cui il presidente della Fed, la Banca Centrale degli Stati Uniti, Ben Bernanke, ha annunciato di voler tagliare i tassi dello 0,75. Questo, nonostante le performance preoccupanti del petrolio. Questo, nonostante l’ormai drammatica situazione dell’impennata dei generi alimentari.

Metalmeccanici, riprendono le trattative. Ma non si vedono spiragli

Metalmeccanici
Ripartono oggi le trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. E sbocciano come fiori selvaggi spontanei scioperi nelle fabbriche: manifestazioni non coordinate e quasi automatiche di sostegno alla vertenza per il rinnovo del contratto, scaduto da ormai più di sei mesi. Dal Nord al Sud, dal Piemonte alla Sicilia, protagonisti oggi gli scioperi spontanei.
Sulla A4 Trieste-Venezia, è stato effettuato un blocco stradale durato circa 20 minuti. Non c’è accordo tra le parti, e sembra non esserci neppure uno spiraglio per raggiungerlo. Le posizioni dei protagonisti appaiono inconciliabili: i sindacati chiedono 117 euro più 30 di perequazioni, gli industriali ne offrono 100 euro più 5 per le perequazioni. Ma non basta. A dividere sono anche varie questioni normative, a cominciare da quella del precariato e dei contratti di lavoro interinale. La vita quotidiana di nuove (ma anche di vecchie, ormai) generazioni italiane al lavoro.
L’incontro di ieri sera si era concluso con una proposta, da parte dei sindacati, sul mercato del lavoro. L’obiettivo dichiarato, per i soggetti coinvolti, è quello di proseguire la difficile trattativa gestendo i punti più delicati passo dopo passo. Ma mancano gli spiragli.

Sciopero!

Manifestazione
Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici? Montezemolo lo aveva un po’ liquidato, anche se con tanta bonarietà. Disposto a sedersi al tavolo delle trattative, diceva giorni fa in un’intervista a Il Sole 24Ore. E ora, loro sono in piazza. Sciopero di otto ore e cortei nelle principali città italiane: si manifesta a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, scaduto da più di sei mesi.
Cortei che vedranno l’assenza illustre dei segretari nazionali, impegnati dalle 14.30 di oggi in Confindustria per riprendere le trattative. Trattative che sindacati e industriali sperano di riuscire a chiudere per il 15 gennaio, per l’appuntamento della riunione della giunta di Federmeccanica. E i numeri dei cortei sono di tutto rispetto: Torino con 8.000 persone in piazza, Bologna 5.000, Milano 2.000, Palermo 1.300.
Le manifestazioni sono partite questa mattina e dovrebbero terminare nel giro di poche ore. Un blocco dell’autostrada è stato effettuato ad Arese, ad Ancona le tute blu della Fincantieri, e dei cantieri Isa e Crn bloccano il transito delle auto nella zona di piazza Rosselli e via Marconi, il che sta creando disagi per il traffico in entrata e uscita a Nord della città. Anche la tangenziale di Bologna è stata simbolicamente occupata, e ulteriori rallentamenti causati dai cortei si segnalano sulle tangenziali di Milano e a Mestre.