Bce: Eurolandia tra inflazione e tassi


BCE


E’ arrivato l’arrotino. O meglio, è arrivato il bollettino mensile della Banca Centrale Europea. Un bollettino che dice: i tassi potranno nuovamente crescere.


La situazione è chiara: perdurano forti pressioni al rialzo sull’inflazione nel breve termine. Ecco perchè il Consiglio direttivo della Bce resta pronto a intervenire in via preventiva al fine di evitare il concretizzarsi di effetti di secondo impatto e rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi a medio termine e, quindi, a far sì che le aspettative d’inflazione di medio e lungo periodo rimangano saldamente ancorate su livelli in linea con la stabilità dei prezzi.


Appare dunque evidente che l’Eurotower agirà, ed agirà in direzione restrittiva. Questo proprio nel momento in cui il presidente della Fed, la Banca Centrale degli Stati Uniti, Ben Bernanke, ha annunciato di voler tagliare i tassi dello 0,75. Questo, nonostante le performance preoccupanti del petrolio. Questo, nonostante l’ormai drammatica situazione dell’impennata dei generi alimentari.

L’inflazione targata USA è ormai arrivata al 4,1%. Certo, la Fed non sta paventando una recessione dell’economia statunitense . Ha detto, però, chiaramente, che, per l’anno che è appena cominciato, le prospettive della crescita economica sono peggiorate. Inoltre, il problema dei mutui subprime continua nel teempo con i suoi effetti, dopo aver provocato più di 100 miliardi di dollari di danni.


Dall’altra parte dell’Oceano, intanto. Ad ottobre, i tassi di interesse per l’acquisto delle abitazioni sono aumentati, in Europa, passando dal 5,23 al 5,29%. Un aumento di sei punti, dunque, rispetto al mese precedente. Ma soprattutto di 30 punti base rispetto a giugno e 50 rispetto a marzo 2007. E non finisce qui: la probabile crescita del costo del denaro porterà problemi in aggiunta alle nostre imprese. Il settore è già in difficoltà a causa del calo dei consumi e dalla stretta sui crediti da parte delle banche.


Guai a catena. Il Prodotto Interno Lordo non consola. Anzi. La crescita sta rallentando, e dovrebbe stabilizzarsi all’1%, o allo 0.9% (come preventivato da Confindustria). Un dato, quello italiano, inferiore al dato medio stimato dall’Unione Europea. Come se non bastasse, è sotto gli occhi di tutti l’allarme inflazione portato dall’aumento dei prezzi – fenomeno che non sembra accennare battute d’arresto.


A preoccupare, sono soprattutto i prezzi dell’energia e degli alimentari. A Eurolandia, stanno spingendo l’inflazione, tanto che a questo punto il meccanismo di indicizzazione di salari e benefit dovrebbe essere rivisitato e rivisto. L’unico modo per ridurre i rischi associati ai prezzi e le perdite di competitività, secondo il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet . Lo ha detto a Nicosia, celebrando l’ingresso di Cipro nell’area dell’euro.


Trichet ha sottolineato il contenuto del Bollettino economico mensile della Bce: aumenti salariali più forti del previsto rischiano di far impennare ulteriormente l’inflazione, sulle quale già pesano forti pressioni al rialzo, correlate, come si diceva, a greggio e alimentari. E il leader di Eurotower ha lanciato il suo monito: tutte le parti coinvolte nelle negoziazioni dovranno avere grande senso di responsabilità.


2 commenti su “Bce: Eurolandia tra inflazione e tassi”

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