Di Pietro: da Tangentopoli ad Appaltopoli



Magistrati avanti tutta, titola oggi sul suo blog, tra le prime e più visitate vetrine on line della politica italiana.


Cittadino e politico a prova di intercettazioni ed orgoglioso del mio operato di Ministro: tale mi sento dopo la pubblicazione di alcuni stralci di intercettazioni disposte dalla Procura di Napoli nei confronti del dirigente del Ministero delle infrastrutture, dr. Mario Mautone, nell’ambito dell’inchiesta sul “sistema Romeo”, su cui sta indagando la magistratura partenopea


Da mio figlio errori ma nessun reato: l’uomo di Tangentopoli difende così il figlio Cristiano, coinvolto in Appaltopoli, l’enorme scandalo natalizio che sta deliziando l’Italia da Nord a Sud. Deve difendere i magistrati, lo è stato anche lui. Vedremo come si evolveranno le cose. Forse capiremo anche se si tratta di strumentalismo o realtà. O forse no. Voi che ne pensate?


De justitia. Ovvero: il Di Pietro natalizio e il Pd in subbuglio

Via le mani dagli occhi. Oppure: via le mani, via gli occhi.
E’ tempo di regali natalizi – praticamente – e di nuove uscite in libreria, signori. Molti anni fa ho lavorato in una Mondadori proprio come potenziamento organico nel periodo delle Feste. E’ edificante vedere cosa esce a Natale.
Giovedì, appuntamento in libreria con Il guastafeste: la ricostruzione dell’esperienza di magistrato e poi di politico di Antonio Di Pietro.
Alcuni rapidi highlighs: Berlusconi viene accostato a Hitler, di Veltroni si rimarca l’ingenuità (sic!!!).

Roma nel caos. La protesta, le bugie e il surf

Non ci sono più mattinate tranquille, in quel di Roma. Anche il meteo sembra aver seguito l’Onda, assestandosi e colorandosi della politica e delle istanze sociali di questi giorni. Alluvioni, strade allagate, il gelo sceso nelle ossa.
Curzio Maltese, su Repubblica, scrive:

AVEVA l’aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c’era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. “Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane” sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un’onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi

Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Ed è vero, anche se l’immagine negli occhi è fortemente evocativa.

Io ce l’ho con Veltroni. E tu?


A me era simpatico. Non credo, come molti oggigiorno, che abbia rovinato la Capitale. Non più di altri, almeno, nel passato e nel futuro. Anzi. Anzia.
A me era simpatico.

Il centrosinistra smetta di guardarsi l’ombelico e torni ad occuparsi dei problemi veri

Anche questa frase della da Colui che mi era simpatico è, altresì, simpatica. Vera, soprattutto. Anzi. Anzia.

E’ stato Di Pietro a rompere con noi, non viceversa. Ma alla Vigilanza continueremo a votare Orlando

Sì??? Solo Anzia, nessun Anzi.

Il lodo Alfano è legge. E Travaglio è in ferie

Il lodo Alfano è legge, in soli 25 giorni.

Governare è far credere

disse Niccolò Machiavelli.

Cosa pensate della lentezza dei processi giudiziari in Italia? Cosa pensate della lentezza della formazione delle leggi in Italia?

Querela di qualità

Gli hanno detto

chiedi scusa

Ha risposto

Manco per niente

Io credo che Gasparri abbia… Detto un miliardo di balle

Non chiede scusa, Antonio Di Pietro, che ieri ha dato al Premier, a occhio e croce, del magnaccia. La bufera è scoppiata, sono giorni che i telegiornali continuano a ripetere

Il dialogo con l’opposizione è irrimediabilmente chiuso

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. E l’opposizione?

Dunque. Qui, a occhio e croce, c’è l’ennesimo conflitto istituzionale in corso.
Di clima disteso non se ne parla più, o almeno, non se nee parla proprio. Il Tempo titolava oggi

E meno male

Non nel loro senso – nel senso della Copia Omaggio di cui tappezzano la città. Ma un fondo di verità c’è.

Vediamo cosa ci dicono i nostri. I titoli del Tg1 delle 13.30 di oggi. Il primo, quel che interessa in questa sede:

Decreto Sicurezza, passa al Senato la norma sospendi-processi. L’opposiziona lascia l’aula. La maggioranza: “Pd succube di Di Pietro”

Una giornata per la giustizia

RaiNews24 – 18 giugno 2008

L’aula del Senato ha approvato l’emendamento presentato dai relatori al decreto sicurezza che prevede la sospensione dei processi fino al giugno 2002. I senatori del Pd e dell’Idv hanno lasciato l’aula, mentre sono rimasti nell’emiciclo gli esponenti dell’Udc e i radicali

Questo il flash attualmente in home page.

Lecce, omicidio e coltellate

Lecce è una città bene. Un paesotto-città: mentalità grande paese dell’entroterra, a volte, dimensioni cittadine. Lecce è bella, pulita – in alcune zone – ma soprattutto ripulita. Ripulita nell’anima e nell’aspetto. Lecce è la nuova borghesia, i Mastro Don Gesualdo, i nobili che ancora sottolineano le loro origini, il Circolo Cittadino, lo shopping a Piazza Mazzini. Lecce è gruppi di ragazzi da pseudo-centro-sociale, cani al seguito, dred in testa, quanto ci sia di rivolta o denuncia non sta a me dirlo. Non se ne occupano neppure loro. Lecce mi ha accolta nella mia adolescenza.
Lecce è tranquilla, non accade mai nulla, o quasi, di criminoso. O meglio, quello che accade non lo vedi, difficilmente lo senti, è ovattato.
L’assassino, a Ugento – che non è esattamente Lecce, distando quei 60 chilometri verso sud – lo aspettava sotto casa nel cuore della notte.

Intercettazioni telefoniche. Le verità nascoste (dai media)

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Altra copia cortesia e altra corsa. Continua imperterrita la campagna stampa de Il Tempo contro le intercettazioni telefoniche in mano ai pm. Siamo tutti spiati. Ma quando mai…
I numeri fatti in prima pagina dal quotidiano romano vengono amplificati dai tiggì che ormai da giorni ci assediano con le dichiarazioni dei portavoce dei pochi partiti rimasti in parlamento. I panini farciti dai direttori però non sono un granchè, e a qualcuno potrebbe essere rimasto un certo languorino.
Il problema è che troppo spesso questi benedetti panini sono vuoti, privi di companatico. I pochi rimasti a tavola – insaziabili – vorrebbero questo, i fatti e non le dichiarazioni del portavoce di turno che ripete come un pappagallino quello che gli è stato ordinato di diffondere. Dati che ci aiutino a comprendere la portata del problema, farci capire, visto che di mezzo ci andiamo tutti in definitiva.
Sono state dette molte cose in materia di intercettazioni telefoniche. Pubblicarle è lecito, e fino a che punto? Vietarle del tutto sarebbe meglio, che dite? Quel che si è capito con chiarezza è che larghissime parti dell’attuale esecutivo non le vorrebbero affatto, mentre la Lega spinge per l’allargamento ai reati dei corruzione e concussione. Il governo clone, pardon ombra, è per la non pubblicazione mentre Di Pietro è per il potenziamento del mezzo in favore degli organi inquirenti, Udc non pervenuta.
Colossali bugie però sono state diffuse dai politici in questione in queste ultime ore, e ciò non aiuta affatto a farsi un’idea sull’argomento. Andiamo per gradi.

Limitare le intercettazioni telefoniche. Cui prodest?

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Ieri mattina uscendo di casa la mia attenzione, benchè ancora intorpidita dal sonno, è stata rapita da un particolare inedito per l’androne dello stabile in cui vivo attualmente. Sotto le cassette della posta, una pila di quotidiani caldi di stampa. Una cinquantina di copie del quotidiano nazionale Il Tempo giacevano lì per i condomini. Duecento metri risparmiati, passo più passo meno, per sapere cosa succede intorno a noi. Il fascino della copia cortesia – leggasi omaggio – fa il resto e se qualcuno tra i miei condomini ha avuto la tentazione di prendere quella copia e poco tempo per informarsi, beh il gioco è fatto.
Il gioco di cui parlo si chiama disinformazione. Il quotidiano romano in questione – liberissimo di dire ciò che vuole naturalmente – titola come raffigurato dall’immagine qui sopra. Vogliono continuare a spiarci. La comunicazione politica, si sa, ha le sue regole ma su questioni tanto delicate occorrerebbe a mio avviso maggiore cautela. Ma soprattutto sarebbe necessaria più chiarezza. La polemica forse è strumentale – come alcuni esponenti della stessa maggioranza hanno lasciato intendere sostenendo che la decisione in materia verrà presa dal parlamento – ma dà la possibilità di porsi alcune domande.
Negli ultimi due anni numerose sono state le pubblicazioni che i giornali hanno messo a disposizione dei lettori, delle intercettazioni telefoniche che avevano per protagonisti personaggi del mondo della televisione, della finanza, della politica. La non rilevanza penale fu la clava per demolire – politicamente parlando – la pubblicazione delle intercettazioni sui giornali per questioni di privacy. Era l’epoca del Prodi II, ed in piena bufera Why not pensammo di avere toccato il fondo. Ci sbagliavamo.

Chi ha paura di Beppe Grillo parte II

Signor Presidente della Repubblica Italiana,
permettetemi, grato, per la benevola accoglienza che un giorno avete fatto, di inviarmi la vostra approvazione per mia la raccolta di testimonianze sul precariato, di dirvi che la Vostra stella, se felice fino ad ora, è minacciata dalla più offensiva ed inqualificabile delle macchie. Ma quale macchia di fango sul Vostro nome, stavo per dire sulla Repubblica che rappresentate, soltanto quell’abominevole affare della Campania!

Comincia così la libera interpretazione del j’accuse di Emile Zola in chiave moderna e grillante. Tutta italiana.

Berlusconi IV. Tra Di Pietro e la pipì

Una novità. Silvio Berlusconi è il nuovo Premier, ora è ufficiale. Questa mattina il suo Governo ce l’ha fatta anche al Senato a ottenere la fiducia con 173 senatori favorevoli, 137 contrari e due astenuti. In tutto 313 i senatori in aula, ma i voti registrati sono stati solo 312. L’assente eccezionale?
L’ex ministro dell’Interno di Forza Italia, Giuseppe Pisanu. Che, immediatamente, ha chiesto la parola per precisare che la sua assenza era dovuta

ad un fatto puramente accidentale

Pipì? Che tempismo. Ha comunque precisato che, insomma, il suo voto

sarebbe stato favorevole

naturalmente. Quindi si è scusato per l’accaduto. La pipì?

Due sì al IV Governo Berlusconi sono arrivati anche da due senatori a vita: Francesco Cossiga e Giulio Andreotti. Carlo Azeglio Ciampi, invece, uscì. Uscì dall’Aula per non dare alla sua astensione alcuna valenza. Si fece presumibilmente convinto che fare la pipì sarebeb stato meglio. N.P. gli altri senatori a vita: Oscar Luigi Scalfaro, Rita Levi Montalcini e Sergio Pininfarina.

Il presidente della Camera(ta)

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Presiden… presidente del cons…della Camera, questo è un compito suo darmi la possibilità di parlare…
Onorevole Di Pietro lei non è nuovo di quest’aula e sa che è abbastanza naturale che ci sia…
Solo quando riguarda me però…
No, no, no ovviamente dipende dipende…dipende unicamente da ciò che si dice…
Ah, ecco.
Seeee, e a questo punto ti assumi pure tu solo, la responsabilità politica, morale, storica dell’epurazione mediatica prossima ventura di Marco Travaglio. E magari aggiungi che se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare Schifani, fuori il palo e fuori la corda! Per concludere in bellezza potresti aggiungere delirante che se il berlusconismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a te la colpa! E se il berlusconismo è stato un’associazione a delinquere, tu sei il capo di questa associazione a delinquere (cavaliere permettendo)!
Fini, ti dico una cosa, lo puoi fare! Tanto tra una settimana chi se lo ricorda?