Il Patto del Nazareno è un accordo bipartisan anti-Prodi

Ancora una volta la sinistra e la destra si coalizzano contro un numero comune che, però, non è da identificare nel Movimento 5 Stelle o nel Nuovo Centro Destra. Al Nazzareno Berlusconi e Renzi si sono messi d’accordo per fare fuori il Professore.

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Un atteggiamento costruttivo è quello che Renzi ha sempre proposto ai suoi, è quello che ha cercato di trasmettere ai media. Renzi piace, coinvolge, affascina. I risultati elettorali parlano chiaro: era l’uomo che la sinistra aspettava per tornare al Governo.

Renzi, premier e segretario del PD è anche uno dei politici più discussi proprio per il suo atteggiamento conciliatore, proprio per quel suo modo di fare che spregiativamente viene etichettato come “democristiano”.

In realtà Renzi non si mette nel mezzo di nessun asse. Il suo equilibrio politico è completamente sbilanciato a destra, laddove si trova Berlusconi. Con l’ex Cavaliere, il premier va d’accordo e s’intende non solo sulla riforma costituzionale e sulla legge elettorale ma anche sul prossimo Presidente della Repubblica.

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Il Patto del Nazzareno, c’è scritto a chiare lettere, sarà rispettato se al Colle non sarà più fatto il nome di Romano Prodi. Il professore non sembra affatto stupito della scelta di estrometterlo dai giochi. Per lui, anzi, i giochi sono conclusi da tempo. Andiamo con ordine.

Romano Prodi, in due occasioni, nel 1998 e nel 2008, ha visto affossare il suo governo proprio dalla sinistra. Poi, nel 2013, gli sono state chiuse definitivamente le porte del Quirinale per via di 101 voti mancanti, sempre provenienti dal PD. Insomma, una barriera interna alla sinistra che è stata soltanto cementata dall’alleanza stretta tra Renzi e Berlusconi.

Romano Prodi è stato sempre l’incubo di Berlusconi, per cui è facile immaginare che si siano messi d’accordo. Prodi, leggendo lo scoop del Fatto Quotidiano e poi raggiunto al telefono da uno dei giornalisti del giornale di Padellaro, ha ribadito di non essere affatto stupito. Non ha rilasciato altre dichiarazioni.

Il Patto del Nazzareno, lo ha confermato Renzi, è un documento scritto. Secondo il Fatto che sarebbe in possesso del documento la frase anti-Professore sarebbe la seguente:

“In nessun caso, durante le trattative per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica, potrà essere fatto il nome di Romano Prodi”.

È un atteggiamento costruttivo questo? È davvero possibile cambiare l’Italia soltanto con l’identificazione di un nemico comune? Prima i comunisti, poi la magistratura, adesso Prodi. Il numero dei nemici della politica si è ridotto sensibilmente, ma a questo punto c’è da chiedersi se siano ridotti anche i contenuti.