Renzi per una nuova politica europea come meno austerity e più crescita

matteo renzi

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha recentemente fatto notizia sulla stampa europea e internazionale per la sua posizione anti austerità basata sull’idea che se l’Europa non cambia non ci sarà nessuna crescita. Renzi ha utilizzato queste parole in un discorso al parlamento europeo esprimendo che non ci può essere stabilità se non c’è crescita. In questo modo è diventato una sorta di eroe agli occhi di coloro che cercano un leader politico disposto a sfidare il regime di austerità e a resistere al rigore fiscale seguito soprattutto dall’establishment politico e monetario tedesco.

 

Il Financial Times sta facendo una più o meno esplicita campagna pro Renzi, in cui il premier italiano è raffigurato come impegnato in un battaglia epica contro l’austerità tedesca. La Merkel sembra fare più aperture ma non cambia strategia e il presidente della Bundesbank ha criticato l’Italia per volere allentare le regole di bilancio dell’Ue e per non fare le riforme in modo veloce. Renzi ha risposto rapidamente accusandolo di essere impropriamente intervenuto nella politica italiana. Il Presidente del Consiglio ha affermato che la Bundesbank non ha tra i suoi compiti quello di prendere parte al dibattito politico italiano. E poi che l’Europa appartiene ai cittadini europei e non ai banchieri né italiani né tedeschi. Dichiarazioni di questo tipo mostrano un cambiamento nella politica europea.
Molti commentatori hanno descritto la recente riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno come un successo per Renzi, che presumibilmente ha ottenuto da Angela Merkel una interpretazione più flessibile delle regole fiscali dell’Ue.

Questa maggiore flessibilità potrebbe essere che l’Europa concede all’Italia la possibilità di aumentare il disavanzo di bilancio fino al 3 per cento. E questo darebbe certamente al governo po’ di respiro per impegnarsi nel programma di riforme che siano di stimolo all’economia. Non sembra questa l’ipotesi corretta perché ci sono le regole introdotte dal Fiscal compact. nel 2012.