La Francia spera in Raul

La notizia del passaggio di testimone a Cuba tra i fratelli Castro, mi ha colpito particolarmente. Non per altro, ma pensavo che il buon “lider maximo” fosse una specie di highlander, un immortale, che nonostante tutto non avrebbe mai abbandonato il potere fino al giorno della sua morte, momento in cui la sua figura e la sua immagine sarebbe rimasta impressa per sempre nel cuore e per le strade di Cuba.

Sono ancora convinto che all’epilogo della sua vita sarà comunque così, con un intero paese a piangere il suo “lider”, nonostante tecnicamente non lo sia più, nonostante ora il presidente cubano sia il fratello di Fidel, Raul Castro.

Certo che la posizione di Raul è sicuramente delle meno invidiabili al mondo in questo momento. Ti ritrovi di botto ad essere da fratello della personalità politica forse più seguita al mondo a suo sostituto sulla poltrona del paese che tanti grattacapi ha fatto e fa venire agli Stati Uniti.

Il Pakistan oscura YouTube

YouTube
YouTube, domenica, per due ore è crollato completamente. Giù. Del tutto. Bizzarro, non capita mai. Niente UGC, UGA, P2P etcetera etcetera. Non c’era nulla, non c’era YouTube, il popolarissimo sito per la condivisione di materiale video shared. Più niente broadcast yourself. Il bello è che You Tube non c’era più praticamente in nessun angolo del globo.
Attacco informatico in grande stile? Yahoo in vendetta trasversale su Google? Naturalmente no. Nessun hacker e nessun competitor adirato.
Il black out è stato generato dall’azione e dall’intervento di un governo di Stato di questo mondo. Le autorità pachistane avevano deciso di bloccare l’accesso al portale nel Paese. Nel tentativo di, hanno erroneamente mandando in tilt la pagina web a livello globale.

Nessuno tocchi i sondaggi. E nessuno voti Udc

sondaggio
Silvio Berlusconi non perdona. Sui sondaggi, poi. Nessuno tocchi i sondaggi. Prontamente, ha chiamato sbraitando il suo Tg4 e il suo Emilio Fede. Pd e annesso Walter Veltroni

hanno iniziato a usare le armi di sempre in campagna elettorale e diffondono sondaggi artefatti e non veritieri, per i quali il Pdl avrebbe solo 6 punti di vantaggio

Sei non è certo un bel numero, quando gli si può sostituire piuttosto un bel dieci.

L’uomo di Arcore ha chiamato, si diceva, la sua redazione del Tg4 di Emilio Fede.

I nostri sondaggi da 3 settimane ci danno in stabile vantaggio del 10% e un sondaggio di oggi di Euromedia dà il Pdl al 46,4% e il Pd al 36,4%

Famiglia Cristiana e Arcigay: tutti contro Veltroni

Veltroni
Ieri Avvenire, oggi Famiglia Cristiana. Non c’è pace per il PD. Da Avvenire, che ha duramente attaccato la candidatura di Umberto Veronesi, e da Famiglia Cristiana, era quesi banale. Ma oggi si aggiungono anche le critiche dell’Arcigay, creando così un trio di fonti critiche altamente improbabile.
Dopotutto, dovesse andare male, si è fatto il Giro d’Italia. In verità, il tour è realmente assai denso, e le province vengono toccate nella loro totalità numerica. Oggi il Pd e il suo allegro bus si sono fermati a Porto San Giorgio, nelle Marche, e Walter Veltroni ha dovuto, naturalmente dire la sua sulla polemica e il dibattito tra cattolici e laici che da giorni, ormai, domina la scena pubblica italiana.
Il Uolteriano appello è stato preciso: che, insomma, non si giunga ad

una nuova divaricazione tra laici e cattolici

Il Papa sull’eutanasia. Niente di nuovo sotto al sole

Welby
Ci ritorna su, naturalmente. Il Pastore Tedesco ha da precisare. Con voce inconfondibile e cantilenante, ha quest’oggi, ancora una volta, ripetuto ribadito e sottolineato la

Ferma e costante condanna etica di ogni forma di eutanasia diretta, secondo il plurisecolare insegnamento della Chiesa

Benedetto XVI contro le spinte eutanasiche, dettate da una visione utilitaristica nei confronti della persona.

Mentre il dibattito scientifico e legislativo infuria sui grandi temi etici, l’aborto, la pillola e l’eutanasia, e mentre un uomo controverso – e che alla Chiesa non può certo andare giù – viene candidato dal Pd, il Papa al congresso promosso in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Vita sul tema, guarda un po’, Accanto al malato inguaribile e al morente: orientamenti etici ed operativi, riporta le eventuali pecorelle smarrite all’ovile.

Obama, shame on you. Hillary all’attacco

Clinton
Quando l’insegnante di inglese (gran donna. Che fine triste che ha fatto, nella miseria delle miserie che è la vita umana) ci diceva Whet a shame, noialtri, adolescenti senza memoria e senza barba, potevamo solo intuire la forza del messaggio. Hillary Clinton che saetta

Shame on you

a Barack Obama, decisamente, ha una certa forza.

Di rosso vestita, è anche decisamente alterata, diretta, avvelenata, agguerrita. Lei smentisce ed esclude, ci mancherebbe altro, sono Hillary Clinton, non certo il primo anonimo che ha deciso di mettersi in testa di arrivare alla poltrona della Casa Bianca, è da escludersi che io pensi di ritirarmi – anche se sono così stanca…
Non l’ha detto, sia ben chiaro, non ha parlato di stanchezza. Certo, a livello di nervi, una donna stenta ad invidiarla. Arriverai forse ad essere la donna più potente del mondo? Ma nel frattempo avrai perso 20 anni di vita e qualsiasi residuo di forma umana.

Quello che i “democrats” non dicono… ve lo dice Nader

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Sulla scena della corsa alla Casa Bianca irrompe il Paladino dei consumatori. Il suo nome è Ralph Nader, e certamente in Italia famosissimo non è. Ecco no, diciamo che non è mai stato ospite della De Filippi, non ci risulta. Ma la sua storia merita di essere raccontata comunque. Nader è un avvocato americano con il pallino della difesa della società dall’Imperialismo capitalista. Detta così fa anche un po’ paura lo ammetto, ma tant’è. Approfondiremo.
I più attenti alle faccende USA lo ricorderanno in una piccola particina come comparsa nelle presidenziali americane 2004, quando si presentò come indipendente raccogliendo un misero 0,7% di consensi. Quelli bravi, ma davvero bravi però, lo ricorderanno anche nella tornata del 2000, quella del dopo Clinton per intenderci, in cui raccolse il 2,7% con 3 milioni di voti.
Fantascienza, ma non è questo il punto.

Veronesi, scelta difficile. L’Avvenire attacca

Veronesi
Non riesce a non sollevare tutta la mia simpatia. Come uomo, come scienziato, come personaggio politico che nelle beghe di Palazzo possa portare, quantomeno, uno spiraglio di lotta a pratiche e mentalità bigotte, così vincenti e radicate nel panorama italiano.
Per decenni ha lottato e portato avanti ricerche e progetti sulla prevenzione e sulla cura del cancro, ed ha contribuito al raggiungimento di enormi traguardi nella lotta a questa malattia. Soprattutto per ciò che concerne il carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna. Per me, questo è intoccabile, forse soprattutto emotivamente.
Dal punto di vista politivo, Veronesi è un personaggio complesso, e difficilmente etichettabile. Chiaro che alla Binetti venga l’orticaria quando ci pensa. Chissa se Walter ha in testa la cifra della complessa composizione in cui si è messo.

Tutte le donne di Walter

Shrek
Le candidature del Partito Democratico, queste sconosciute. Queste giovini sconosciute. Che poi, in alcuni casi, la definizione non è neppure corretta. Perchè Marianna Madia è conosciuta, dove serve che lo sia. Ma cominciamo piuttosto dal Regno di Molto Molto Lontano.
Romina Crosato è molto giovane, ha 29 anni. Una candidatura di cambiamento, è impegnata fra i giovani del CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Ha rappresentato molte volte i giovani veneti del Sudafrica. Ha rappresentato i giovani italiani a Miami nel settembre del 2007. E’ nuova alla politica e rientra nel disegno che vuole dare spazio ai giovani.
Romina è una ragazza italosudafricana, con tanto di blog su Internet e dalla voce tanto verde, che verrà candidata dal Pd per le prossime elezioni nella difficile Circoscrizione Australia, Asia e Africa.

Sarkozy e la sindrome Ratatouille

Il buon Sarkò è veramente un personaggio fuori dagli schemi. E’stato in grado fino ad oggi di stupire e di sorprendere, sia per il gossip (il suo amore con Carla Bruni è stato ed è ancora adesso uno dei piu ricercati dai paparazzi, con news che si inseguono una dietro all’altra) sia per la sua politica e le sue dichiarazioni, che molto spesso si sono rivelate sopra le righe.

Ma d’altronde che cosa dovevamo aspettarci da un presidente giovante come Nicolas? Di certo questo genere di problemi non li potremmo avere noi in Italia, con un presidente che con l’età che ha sicuramente sfigurerebbe di fianco della giovane Bruni.

Uno dei fattori che particolarmente mi ha colpito nella politica di Sarkozy è la provocazione. Personalmente credo che sia una caratteristica fondamentale per un buon leader del paese. Un leader che ha l’istinto di provocare, che ha la sfacciataggine di dire cose che altri non direbbero almeno dal mio punto di vista, è un ottimo leader. In primis perchè è un leader che ha voglia di rischiare ed è proprio così che si possono ottenere dei grandi risultati, buttandosi e cercando una strada che altri mai avrebbero tentato.

Il fascino indiscreto di Beppe Grillo

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Dobbiamo ammettere che l’idea è affascinante.

Fuori tutti, fuori tutti, devono andare via tutti, dal primo all’ultimo. E devono andare via anche i galantuomini. Anzi prima di tutti devono andare via i galantuomini, che mi dicono ce n’è qualcuno…

Musica e parole di Beppe Grillo, 60 anni, genovese, attore comico ma soprattutto blogger, tra i più quotati – pardon cliccati – al mondo. Ce l’ha con i politici, ça va sans dir, nel giorno del Monnezza-Day, organizzato ieri a Napoli per gridare e far gridare ai napoletani – ma direi ai campani tutti – il loro VAFFA alla gestione criminale della nettezza urbana in quella regione, da quindici anni a questa parte. La metamorfosi è quasi completa, ed il grillo parlante in questi ultimi mesi si è trasformato in leone. Ma facciamo un passo indietro.
Emblematica storia quella di Grillo. Costretto all’esilio mediatico per alcune profetiche considerazioni sulla moralità della classe politica dell’epoca, il comico genovese, dopo il ciclone Tangentopoli, anziché ricevere pubbliche scuse e nuovi contratti, viene dimenticato all’Elba.

Il Giornale, non un giornale. Povero Indro

Biagi Montanelli

Questa storia parla della morte di un’idea, in verità consumatasi molto tempo addietro.

La lettura del giornale la mattina presto è una sorta di realistica preghiera mattutina. Uno orienta il proprio comportamento nei confronti del mondo o secondo Dio, oppure secondo ciò che è il mondo. Entrambe danno la stessa sicurezza, quella di sapere come ci si possa stare

Questo era Hegel, tanto per gradire.

Non esiste l’obiettività, diceva Indro Montanelli.

Noi viviamo di truffe. Soltanto dei grandi imbecilli possono parlare di obiettività. Si puù sostituire il desiderio di avvicinarsi ad essa. O una tendenziosità dichiarata, che va applicata in ogni caso

Il patto col lettore, unico padrone, è parlare chiaramente.

Senato, cruccio del Cavaliere

Senato
Nuove grane per Silvio. Queste, poi, sono particolarmente grosse, giacchè parlano di Senato. E vengono da una fonte preoccupante, una fonte che, almeno a detta sua, gli è sempre stata amica. Una categoria di esseri umani bizzarra, che negli USA sta facendo decisamente impazzire Hillary Rodham Clinton.
Insomma, l’ultimo sondaggio fatto pervenire di gran corsa in quel di Palazzo Grazioli, per essere sottoposto all’attenta analisi e valutazione del Cavaliere, non è esattamente costellato di numeri che il Cavaliere stesso avrebbe voluto vedere. E che cosa dicono questi numeri? Ecco l’analisi del protagonista: Sosterrebbero, impudenti e, per il momento, ancora impuniti, che il vantaggio del Pdl sul Pd al Senato sarebbe contenuto.
Rosicchiato? Di poche spanne? La maggioranza del centrodestra potrebbe non essere sufficientemente ampia, dunque con pochi senatori di scarto. Ma… Tutto questo… Non sembra quasi richiamare alla memoria qualcosa di recente, di un recente passato, si chiede nel leggere Cavalier Silvio? Ma… Questa cosa che vanno dicendo questi… Come li chiamano? Ah, già, sondaggisti… Somiglierebbe alla descrizione del fantasma che ha accompagnato Romano Prodi per due anni, biennio 2006-2008, dicono i libri di storia. Quel Medioevo buio, ricorda nebulosamente il Cavalier Berlusconi, tra i miei due regni.

Thyssenkrupp, destino di operaio

Thyssenkrupp
Che fine ha fatto la Thyssenkrupp? Non fa più tanta notizia, la morte si dimentica in fretta. Gli assessori regionali al Lavoro ed alla Ricerca hanno svolto una comunicazione molto dettagliata, nella seduta del Consiglio regionale , sulla situazione occupazionale della ThyssenKrupp.
La richiesta era giunta da vari consiglieri regionali, e in particolare dal gruppo SDI. Fino a quella tragica data, e all’incidente che ha portato via 7 persone, 7 operai caduti uno dopo l’altro, lentamente, a memento, ecco i dati più recenti riportati dall’assessore al Lavoro: al 27 luglio 2007, alla ThyssenKrupp operavano 322 dipendenti, di cui 269 operai e 53 impiegati. Il 25 luglio 2007, in seguito all’accordo sottoscritto al Ministero dello Sviluppo Economico, l’azienda attivò la procedura di mobilità per 100 lavoratori, a causa della decisione di chiudere lo stabilimento torinese.
Il 2 agosto 2007 venne siglato un accordo sindacale che prevedeva un massimo di 100 licenziamenti, di cui 90 operai, in possesso dei requisiti necessari per accedere al prepensionamento, nel corso od al termine della mobilità, oppure che non volessero opporsi al licenziamento.