La Francia spera in Raul

La notizia del passaggio di testimone a Cuba tra i fratelli Castro, mi ha colpito particolarmente. Non per altro, ma pensavo che il buon “lider maximo” fosse una specie di highlander, un immortale, che nonostante tutto non avrebbe mai abbandonato il potere fino al giorno della sua morte, momento in cui la sua figura e la sua immagine sarebbe rimasta impressa per sempre nel cuore e per le strade di Cuba.

Sono ancora convinto che all’epilogo della sua vita sarà comunque così, con un intero paese a piangere il suo “lider”, nonostante tecnicamente non lo sia più, nonostante ora il presidente cubano sia il fratello di Fidel, Raul Castro.

Certo che la posizione di Raul è sicuramente delle meno invidiabili al mondo in questo momento. Ti ritrovi di botto ad essere da fratello della personalità politica forse più seguita al mondo a suo sostituto sulla poltrona del paese che tanti grattacapi ha fatto e fa venire agli Stati Uniti.

Inutile dire che sulle spalle di Raul ci sono moltissime responsabilità. Sia di carattere oggettivo, perchè comunque governare un paese difficile Cuba non è una cosa da tutti i giorni, sia di carattere aspettativo in quanto dover sostituire una personalità del carisma di Fidel non è semplice e si rischia facilmente di cadere in quelle spiacevoli situazioni del tipo: “Certo che con Fidel era tutta un’altra cosa”.

In questa situazione di instabilità, di ricerca di equilibrio interno a Cuba, si sono create le situazioni ideali, per i paesi stranieri, di creare e iniziare una specie di dialogo ad ampio raggio su quegli argomenti precedentemente definiti “tabu” con al governo di Fidel.

Così la Francia prende coraggio e fa una richiesta molto diretta al nuovo presidente cubano Raul Castro:

La messa in liberta’ di oppositori e giornalisti, soprattutto di quelli in cattive condizioni di salute sarebbe un primo segnale della determinazione del governo cubano di voler dare impulso alle riforme democratiche

Liberare i prigionieri politici per dimostrare democrazia. Una richiesta che se l’avesse vista Fidel da capo del governo probabilmente avrebbe risposto con un “Non siamo ubriachi”. Purtroppo per tutti i paesi europei ancora non è chiara una cosa, Fidel non è morto. E, almeno per quanto penso io, continuerà a governare grazie all’immagine del fratello. Paesi europei mettetevi il cuore in pace, Fidel Vive!

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