In Italia aumenta la disoccupazione

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Il dibattito politico in questi giorni è tutto concentrato sulle riforme e sulla politica europea. Il governo vuole accelerare sulle riforme, pensando alla riforma del Senato e alla legge elettorale, ma trova diversi fronti contrari soprattutto sul tema del Senato elettivo. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è anche impegnato in Europa, dove sta lavorando per una politica che si basi meno sul rigore e più sulla crescita. In questa situazione, in Italia cresce il tasso di disoccupazione che è sempre l’emergenza principale.

Sulla legge elettorale M5S e governo distanti con qualche spiraglio

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C’è stato l’atteso incontro tra il Movimento 5 Stelle e il governo nei giorni scorsi sulle proposte per la legge elettorale. Un incontro che sancisce per la prima volta un cambio di strategia da parte di Beppe Grillo, più aperto al dialogo con le altre forze politiche considerate sempre come dei nemici che non sono meritevoli di attenzioni. Ma a cosa porterà questa serie di colloqui sulla legge elettorale? A poco o a niente stando alle posizioni di M5S e Pd.

La Merkel cambia posizione e dice si a maggiore flessibilità in Europa

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L’Italia si appresta al semestre di presidenza europea e arriva la notizia di una concessione della Merkel a maggiore flessibilità sul patto europeo. Lo ha affermato il portavoce della cancelliera tedesca Steffen Seibert che ha sottolineato anche la necessità di rispettare gli impegni.

La questione dell’immunità divide e complica la riforma del Senato

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A tenere banco nell’attualità politica è la riforma del Senato. Dopo qualche passaggio a vuoto sembra esserci l’accordo delle forze politiche, sull’asse Partito Democratico-Forza Italia, per modificare il titolo V della Costituzione che poi aprirebbe alla riforma elettorale sulla base della proposta del governo, quell’Italicum su cui il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è

aperto al confronto ma non a una modifica sostanziale.

Il Movimento 5 Stelle apre al dialogo e cambia strategia

letta - grillo

La novità politica degli ultimi giorni è l’apertura del Movimento 5 Stelle al dialogo con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Grillo e Casaleggio sul blog hanno affermato che la situazione è cambiata, che hanno una proposta sulla legge elettorale e che Renzi è ora un interlocutore più credibile perché ha ottenuto il consenso elettorale alle ultime elezioni politiche. Da parte sua il Presidente del Consiglio gongolo, dicendo che mentre qualche settimana fa lo evitano come se avesse la “peste” ora tutti lo cercano.

Forza Italia sconfitta e immersa in polemiche interne

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I ballottaggi hanno confermato che Forza Italia è in fase cadente. Un risultato negativo sia alle elezioni europee sia alle elezioni amministrative che sta fomentando il dibattito interno sul futuro del partito. I leader di Forza Italia si attaccano alla vittoria a Perugia, di certo importante in quanto feudo storicamente della sinistra, ma non basta se confrontato con la sconfitta di Pavia e di molte città del nord.

In Italia è emergenza corruzione

Giancarlo Galan

La corruzione e gli scandali di tangenti che concernono i politici continuano a fare scalpore in Italia. In questo periodo si parla di emergenza corruzione dopo il caso Expò e il caso Mose. La corruzione e le tangenti per il Mose riguardano politici di entrami gli schieramenti principali, dal sindaco Pd di venezia Orsoni all’ex governatore di Forza Italia del veneto Galan. Il Movimento 5 Stelle rialza la testa dopo la sconfitta elettorale affermando che il sistema è marcio senza differenza tra centrodestra e centrosinistra.

La Rai non vuole i tagli del governo

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Nel periodo della campagna elettorale per le elezioni europee l’accoglienza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi a Ballarò da parte del conduttore Floris non è stata proprio delle migliori. Alla base c’era la critica di Floris e della Rai all’operato del governo, che sulla basa della spending review del commissario Carlo Cottarelli ha chiesto all’azienda pubblica tagli per 150 milioni di euro.

Lo scenario politico dopo il voto delle europee

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Le elezioni europee sono state vinte senza discussioni dal Partito Democratico e da Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio trova così un ampio consenso elettorale che ne rafforza il ruolo, soprattutto per il fatto che egli non è arrivato a Palazzo Chigi a seguito di elezioni. Il risultato eccezionale del Pd avrà un’influenza sulle riforme.

 

 

Per prima cosa, il 40,8% del Pd spaventa gli altri partiti alleati di governo con riferimento all’Italicum, la legge elettorale proposta da Renzi. I parlamentari di Forza Italia hanno affermato che l’Italicum così com’è non sarà appoggiato e per l’Italia c’è il rischio di un’ulteriore difficoltà a fare la legge elettorale. Il Pd ha spaventato Berlusconi visto che la bozza della nuova legge elettorale prevede il premio di maggioranza se si supera il 37% dei voti. Se si votasse ora Renzi avrebbe in mano una maggioranza molto solida e il lavoro di Forza Italia sarà quello di modificare la legge che si sta cercando di fare approvare.

Le elezioni europee non hanno niente in comune con quelle politiche a parte un aspetto. Cioè, il Parlamento rimane quello eletto lo scorso anno con le sue maggioranze e i suoi equilibri, mentre queste elezioni sono servite a stabilire il parlamento europeo. Esse offrono però un quadro della situazione che se anche alle prossime elezioni politiche può cambiare, al momento mostra la forza di Renzi e del governo. Il paradosso è che Renzi può proporsi agli alleati con più sicurezza, come nel caso della riforma del Senato, ma questi mantengono la capacità decisiva di porre veti e chiedere modifiche perché gli equilibri numerici sono sempre gli stessi.

La prima delusione di Grillo frutto dei suoi errori

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I sondaggi per le elezioni europee davano una forchetta al Movimento 5 Stelle che arrivava a un massimo in cui era sopra al Partito Democratico. I risultati hanno invece mostrato una vittoria netta del Pd che ha avuto quasi il 20% in più del M5S. Quella di Grillo è una debacle se si pensa alle attese e anche considerando la diminuzione di voti rispetto a un anno fa, quando si è votato per le elezioni politiche. La strategia del M5S ha fallito, ha impaurito gli italiani e non ha raggiunto l’obiettivo. Come mai? L’aspetto su cui ragionare è che proprio i “campioni” della comunicazione hanno sbagliato alcune strategie.