Libia, i ribelli si dirigono verso Tripoli. Gheddafi: “Sono sostenuti da Al Qaeda”.

La situazione in Libia, sconvolta dalla rivolta contro il regime del colonnello Gheddafi, si fa sempre più critica dal punto di vista umanitario: si parla, infatti, di un numero di vittime molto elevato, addirittura diecimila, mentre alcuni testimoni, oggi, avrebbero riferito di un bombardamento aereo contro la città Zawia, a circa-30-40 chilometri dalla capitale Tripoli, che sarebbe durato cinque ore e avrebbe causato 100 morti e 400 feriti. Il paese sarebbe praticamente diviso in due, con la parte orientale ormai controllata dai ribelli, che adesso punterebbo a spingersi verso Tripoli, che invece è ancora saldamente in mano ai sostenitori di Gheddafi. Il colonnello, infatti, sarebbe asseragliato nella capitale, nel bunker di Bab-al Aziya, e le truppe a lui fedeli avrebbero isolato la città con un cordone di mezzi e truppe in sua difesa. I suoi oppositori, invece, starebbero organizzando per venerdì una manifestazione di protesta a Tripoli. Secondo quanto ha riferito una fonte medica, addirittura, alcuni mercenari dei “comitati rivoluzionari” che sostengono Gheddafi avrebbero fatto irruzione negli ospedali della capitale, uccidendo i feriti che avevano manifestato contro il regime.
I fedelissimi del rais avrebbero anche attaccato i rivoltosi nella città di Misurata, provocando diverse vittime, mentre, secondo quanto hanno riferito alcuni libici fuggiti in Tunisia, i ribelli sarebbero riusciti a conquistare questa città, nella parte nord-ovest del paese, e la parte orientale, attorno a Bengasi.

Il colonnello Gheddafi, oggi, è intervenuto di nuovo, telefonicamente, alla tv di Stato, attaccando durissimamente i rivoltosi, e parlando di “Una farsa a cui dovremmo porre fine, una farsa portata avanti dai giovani” che “vengono manipolati anche attraverso l’ uso di droghe“. E ha aggiunto:  “Questa gente non ha richieste. Le loro richieste vengono dettate da Bin Laden. I vostri figli sono manipolati da Bin Laden”. Per Gheddafi, poi, il paese “è vittima di un malocchio” lanciato “dagli invidiosi”, e ha minacciato di interrompere i flussi di petrolio qualora la situazione dovesse peggiorare, anche se alcuni pozzi petroliferi sarebbero già stati presi dai ribelli.
Anche la comunità internazionale dà segni di preoccupazione per la situazione libica, a cominciare dal presidente degli Stati Uniti Obama, per il quale “Le violenze devono finire” poichè “Violano le norme internazionali e qualsiasi standard di decenza umana”. D’ accordo sullo “stop all’ uso dello forza” anche il presidente francese Sarkozy, al quale Obama ha telefonato oggi.
L’ Unione Europea non escluderebbe di intervenire anche militarmente, anche se il ministro della Difesa La Russa avrebbe smentito questa ipotesi. Il ministro dell’ Interno Maroni, invece, si è detto ” Molto preoccupato per quanto avviene in Libia”, e ha chiesto “un differente approccio da parte dell’ Europa”, poichè, spiega, “bisogna passare dalle dichiarazioni alle azioni”.
Un ex militare, invece, avrebbe riferito di “Almeno quattro o cinque italiani impegnati in Libia come mercenari tra le fila dei miliziani di Gheddafi”.

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