Il governo accelera sulla legge sulle intercettazioni. Aperture dal Pd

Foto: AP/LaPresse

Si riapre il dibattito sulla legge sulle intercettazioni, dopo la diffusione di quelle riguardanti la recente inchiesta P4. Il governo, infatti, vorrebbe riproporre presto tale legge,prima della pausa estiva”, dice il ministro degli Esteri Frattini. E anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è tornato all’attacco sull’argomento, affermando: “Non è un Paese civile quello in cui non c’è garanzia dell’inviolabilità delle conversazioni telefoniche che poi appaiono sui giornali senza che abbiano un risvolto penale”.
Della stessa opinione il ministro della Giustizia Alfano, per il quale “Si pubblicano intercettazioni tanto penalmente irrilevanti che non sono state inserite nell’ordinanza di custodia cautelare. E gettano disdoro su chi nulla ha a che fare con l’inchiesta. Ma nessuno si fa carico di riparare al torto”. Il ministro ha comunque spiegato che la maggioranza penserebbe ad una vera e propria legge in materia, e non ad un decreto legge, mentre il premier Berlusconi, in serata, ha precisato: “C’è la possibilità che si riprenda il testo Mastella”, che era stato presentato dal centrosinistra nella scorsa legislatura.
Dall’opposizione, e in particolare dal Pd, sono arrivate in effetti delle aperture sull’argomento. Il segretario Pierluigi Bersani ha infatti dichiarato:

“C’è un ddl depositato a firma Finocchiaro Casson, la nostra è una impostazione che parte dal problema alla fonte per cui non vengano divulgate intercettazioni che non ha senso divulgare. Siamo pronti, sulla nostra impostazione, a qualsiasi confronto”.

Alfano ha accolto positivamente queste “aperture” di Bersani, anche se poi Andrea Orlando, portavoce del Pd, ha precisato che il partito è disponibile al dialogo, ma solo a partire dalle sue posizioni, che prevedono che la materia venga affrontata tramite legge e non per decreto, che venga ritirato l’attuale testo e che, comunque, non vengano posti limiti all’utilizzo delle intercettazioni nelle indagini.
Di diversa opinione, invece, l’Idv. Il capogruppo alla Camera Massimo Donadi dice: “Nessun bavaglio all’informazione e nessun aiuto ai criminali. Le intercettazioni sono uno strumento d’indagine indispensabile e i cittadini hanno tutto il diritto di essere informati sulla condotta e sulle malefatte di chi governa“. Anche il senatore Vincenzo Vita, del Pd, sembra v0ler chiudere al dialogo, affermando: “E’ bene che si sappia che se solo governo e maggioranza ci riprovassero, l’iniziativa di opposizione sarebbe asperrima e continua”.
E alle dichiarazioni del premier sulle intercettazioni ha replicato Giovandomenico Lepore, capo della procura di Napoli, quella che sta svogendo l’indagine sulla P4: “Vorrei vedere un pò di indignazione per i contenuti, invece si cerca di delegittimare i magistrati dicendo che facciamo pubblicità, il che non è vero” ha affermato Lepore.

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