Finocchiaro: in me, il nuovo per la Sicilia


Finocchiaro


Mentre a destra si picchiano e si ricompongono su precise e implicanti promesse di dicasteri – non certo bruscolini – a sinistra, per una volta l’unanimità è di un’armonia disarmante. Una volta su mille ce la fa, insomma. L’armonia si chiama Sicilia.


Anna Finocchiaro fa sapere oggi al mondo:

Se mi fossi dovuta basare solo sulla consistenza delle forze di centrosinistra e di centrodestra in Sicilia sulla base degli ultimi dati elettorali, avrei dovuto dire ‘scusate, ma vado per un mese in vacanza’. Invece mi sono candidata perché dalla Sicilia ho avuto molto ed è arrivato il momento di dare

Niente vacanza, e lo si era capito, per Anna. Lo ha ricordato nel pomeriggio ai microfoni di Sky tg.

Anna Finocchiaro è di Modica, classe 1955. La gente di Modica, ad esperienza personale, è sanguigna, appassionata e allo stesso tempo cervellotica ma impulsiva. Chissà Anna. C’è molto da fare, ricorda oggi, a presente e futura memoria dei popoli. Per la Sicilia, poi, il discorso non può che essere complesso e accorato, data la peculiarità dell’isola, del suo presente e del suo passato, politico ma non solo.

Io penso che oggi sia arrivato il tempo di dare ai siciliani anche un’altra immagine di ciò che la Sicilia può diventare, per uscire dalla condizione di pre-modernità in cui si trova, e che il centrodestra di Lombardo intepreta così bene


Premoderna. Arretrata e incagliata. Nelle meraviglie dell’isola si staglia tutta la sua difficoltà. Anna Finocchiaro, a prescindere dall’attacco a Lombardo, Silvio e a tutta la band – attacco, se si vuole, anche troppo facile. Hanno dato in questi tempi un’immagine torbida della politica laggiù che molte perplessità mai approfondite ha destato – sembra crederci.


Io ho l’ambizione di parlare ai siciliani moderati, alle classi dirigenti diffuse, alle siciliane e ai siciliani che pur non votando per il centrosinistra sono orientati ad un’altra prospettiva della Sicilia. La mia candidatura, quello che farò e che dirò, è rivolto ad un ambito elettorale più ampio dello zoccolo duro del centrosinistra. Quello che propongo è un modello di sviluppo alto per la Sicilia, fondato sull’incentivazione della legalità


Molte ambizioni e altrettanto belle parole. Viene quasi da sperarci. Conoscere una terra come quella siciliana e potersi permettere, finalmente, di applicarle le parole sviluppo e alto è una tentazione dolce e quasi proibita. La Finocchiaro proietta, e proietta verso il nuovo – e il basilare – inserendosi nelle parole d’ordine del Partito Democratico e in quella che, ad oggi, è stata prima di tutto una questione di immagine – l’applicazione, se verrà, sarà o non sarà, ma non è valutazione di umano mortale.


Ritengo importante, ad esempio, introdurre un quadro di misure fiscali per le imprese tale per cui la legalità, e cioè non inquinare, non utilizzare lavoro nero, non avere collusioni con la mafia, sia conveniente, determini una condizione di vantaggio. Se la legalità paga e non è solo il frutto della repressione alle imprese arriverà un messaggio positivo, che le incoraggerà. Con la mia candidatura la politica a tutto tondo, un’idea complessiva di governo per l’Isola, torna in campo in Sicilia

Così ha concluso, oggi, la Signora Finocchiaro. Che dire. Speriamo che ci si possa sperare. Chissà che non ci si possa sperare.

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