Lavorare con lentezza, ovvero otto anni per scrivere una sentenza

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Non c’è fretta.
In imbarazzante sintonia con la motivazione stessa che lo aveva portato a pronunciarsi sull’operato dell’allora giudice di Gela, Edy Pinatto, il Consiglio Superiore delle Magistratura ha optato per la linea attendista. I fatti.
La sezione disciplinare del CSM ha bocciato la richiesta di un provvedimento nei confronti del giudice Pinatto, reo di avere consentito – con i ritardi nella redazione delle motivazioni della sentenza di condanna a carico degli imputati – la scarcerazione di alcuni esponenti del clan Madonia, tornati qualche settimana fa a passeggiare liberamente per le strade di Gela.

G8: De Gennaro, rinvio a giudizio. Uè uè

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Gianni De Gennaro, che pure attualmente di problemi da risolvere ne ha, e non pochi, apprende della richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti. Per? Torniamo indietro nel tempo, al di là dei luoghi. A quella che è una delle ferite più recenti della troppo recente storia italiana. Una ferita che non può chiudersi e che si chiama G8 di Genova.
I Pubblici Ministeri che hanno l’ingrato compito – delicato, quantomeno – di indagare su quelli che sono già passati alla storia come i fatti del G8, hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex capo della polizia. Motivo: avrebbe istigato l’ex questore di Genova, Francesco Colucci, a rendere falsa testimonianza. Falsa testimonianza resa durante il processo per la drammatica, controversa, violenta irruzione nella scuola Diaz.

Magdi Cristiano Allam. I commenti

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La conversione di Magdi Cristiano Allam continua a far parlare. Certo, non è avvenuta in sordina. E certo, non ha mancato di suscitare tutto quello che poteva. Ieri sera era ospite al Tg5. A dire, in tutta onestà, esattamente le cose che ci si aspettava da lui.

Sono immensamente felice. Mi sento forte della mia scelta e confortato dagli attestati di amicizia dagli italiani. Avevo messo in conto le reazioni di estremisti e terroristi. Ma ritengo che sia giusta, la mia scelta. Ritengo sia un mio diritto scegliere la religione deell’amore. Il Santo Padre ha dato alla Chiesa nel mondo un segnale. Accogliete chi, coscientemente, viene alla religione cristiana

Ecco il perchè del risalto mediatico?

Magdi Allam, la conversione, l’islam

magdi allam
Il tradimento di Magdi Allam si è consumato. Sarà duro dirlo, ma tale già appare da tempo la parabola un po’ bizzarra di questo giornalista venuto dall’Egitto e vicedirettore del Corriere della Sera.
La notizia ha atto scalpore, e ha già fatto il giro dei maggiori media internazionali.
Il sito della Cnn-Europa la riportava già in piena notte. Poi sono arrivati gli americani di Drudgereport. A seguire, la Bbc, il New York Times e il Washington Post.
Magdi Allam si è convertito al cattolicesimo. E la notizia ha fatto il giro del mondo. Durante la Veglia pasquale il Papa gli ha impartito il battesimo. Il vicedirettore del Corriere ha poi anche assunto il nome di Cristiano.

Chiesa sì, ma a giuste dosi

San Pietro
Finalmente una bella notizia. Un’indagine, assai diffusa, realizzata da Demos per la Repubblica, sulle relazioni tra società, religione e politica, fa ben sperare. C’è un apparente, giusto criticismo sull’influenza della Chiesa Cattolica nella società e nella politica italiana.

Utili, ma poi ciascuno si deve regolare secondo coscienza

Questo sarebbe il criterio di base degli italiani, nella valutazione delle direttive della Chiesa. Nel momento in cui – e lo fa, spesso – si esprime su questioni che riguardano vita, etica, sessualità.

Certo, il cattolicesimo e la sua dimensione rimangono riferimenti fortissimi nella maggior parte dei casi. Per otto italiani su dieci. Ma le esternazioni etiche e politiche della Chiesa vengono percepite come vincolanti in un numero ridotto di casi. Meglio delle aspettative, comunque.
La Chiesa può, insomma, intervenire nella vita pubblica italiana. Ma non ne può – santo, santo, santo – dirigere o influenzare il processo legislativo. Dal sondaggio emerge anche che i cattolici praticanti italiani sono sensibilmente spostati a destra.

Linciaggio in salsa Ferrara

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E’ brutta, questa storia. Terribile. Ha come teatro Villa Serena, clinica privata gestita dalle suore Immacolatine di Genova. Racconta di cartelle cliniche modificate, esami di laboratorio aggiustati, aborti. A Villa Serena facevano comparire il ricovero di alcuni pazienti come necessità di una pulizia della cavità uterina, un raschiamento in seguito ad aborto naturale.
Le pazienti non avrebbero potuto abortire volontariamente nella clinica delle religiose. Componente del Consiglio di Amministrazione è Paolo Moraglia, fratello di un monsignore. Quindi niente aborto, quello mai. Il raschiamento sì.
I Nas stanno ora cercando, in quelle stesse cartelle cliniche, la prova degli eventuali esami fasulli sull’aborto spontaneo mai avvenuto, su emorragie mai intercorse, su malformazioni mai appurate. L’aborto naturale elude gli obblighi della legge 194 che prescrive l’utilizzo di strutture sanitarie pubbliche.
L’inchiesta per aborti clandestini ha colpito il ginecologo Ermanno Rossi. E lui si è suicidato dopo la perquisizione dei carabinieri nei suoi studi privati.

I Cento Fiori. I Cento blog dell’Italia libera dal precariato

vignetta mauro biani
Mauro Biani sul suo blog con la vignetta di cui sopra. E la considerazione:

Stasera un amico commentava: “Sai cosa penso? Che è tutto studiato, che in fondo Berlusconi ha detto una cosa vera, cioè una cosa che fa identificare un sacco di ragazze cui unico sogno è sposare un milionario, così come l’affaire Ciarrapico che serve a riportare in casa un po’ di voti che rubava Storace. Se fosse stata una tosta gli avrebbe risposto: ok, risolverei il problema economico, ma poi il problema di avere lei come suocero?” E a proposito di figli di B., per brainstorming mi torna in mente: “Berlusconi giura sempre sui propri figli, ora la domanda sorge spontanea: di chi sono i figli di Berlusconi?” (R. Benigni, Tuttobenigni 1996)

I Cento Fiori, l’Italia delle Radio Libere. Che bella stagione che deve essere stata. Ora abbiamo la stagione dei cento – e più – blog.

Vota libero. Vota Wi-Fi

wifi
E’ tempo di proposte e campagne elettorali. Tempo di programmi, di carta straccia, di carta meno straccia – e lo si crede molto meno a quest’ultima possibilità. Molte proposte, nonchè le candidature di alcuni – salvo poi vaglio del partito per l’ufficializzazione e l’effettivo inserimento in lista – sono arrivate dal basso. Grillo, su tutti, è il fenomeno mediatico dal basso ma manipolato che può essere tenuto a mente come emblema.
Si fa poi un gran parlare, di questi tempi, di tecnologia, broadband e WiMAX, WiFi, insomma, chi più ne ha più ne metta. Foneros all’attacco, quartieri senza fili. Digital Divide da combattere. Sì. Ma.

L’elettore imbarazzato

mondo crudele
Parlavo al telefono con la mamma. La mamma è sempre la mamma. Si chiaccherava amabilmente della tragedia lavorativa della vita – la mia, naturalmente – per poi discorrere di vita, amenità e, perchè no, di attualità. Donna sempre pacata e discreta nella vita, non si è mai esposta in maniera sanguigna sulle cose dell’esistenza. Forte, ferma e decisa ma l’opposto del chiasso. Non una pasionaria. Io sono assai più sguaiata e sconclusionata, per intenderci.
Perchè la mamma? Perchè a una certo punto è successa una cosa indicativa. Dopo aver finito di parlare con lei, proseguivo in amenità col pater familias. Dopo cinque minuti cinque mammà è tornata sui suoi passi e ha strappato la cornetta al gentile consorte.

8 marzo: 194 vs pro life, senza dimenticare il lavoro

Donne
8 marzo festa della donna. Già, esiste ancora. Stasera grupponi migranti di donne a caccia si riuniranno per sortire in nuclei armati e assortiti. Bando agli uomini. E per popolare discoteche e affini, ognuna probabilmente con una mimosa di ordinanza.
Oltre qualsiasi ritualità, giacchè si è in tempi difficili di campagna elettorale, oltre alle mimose, e più dei polverosi fiorellini gialli, la fanno oggi da padrone cortei, presidi, sit in. Non solo a Roma, ma un po’ dappertutto, in ogni città. Iniziative e manifestazioni che parlano di lavoro e di legge 194. Le donne dei sindacati confederali manifestano a Roma. E lo fanno a distanza di 20 anni dall’ultimo appuntamento unitario.

Le nostre parole d’ordine saranno sviluppo, lavoro, qualità della vita, libertà di scelta

Parola di Aitanga Giraldi, responsabile per le politiche femminili della Cgil.

Sanremo e il potere d’acquisto. Meno male che esiste Elio

Elio e le storie tese
Due parole, forse, le vogliamo spendere anche per Sanremo. Non sarà politica, ma insomma, non c’è da esserne sicuri. Certo, è specchio del tempo. Due parole estemporanee.
Non ci ha capito niente nessuno, probabilmente. A parte che viene ancora da chiedersi, tu tutto e tutti, per prima improrogabile cosa, semplicemente perchè. Un giovine italiano – va bene che le new generations sono quello che sono – ma insomma, uno che si affaccia alla vita, probabilmente, fa fatica a chiedersi la ragione della persistenza e dell’esistenza della manifestazione in oggetto. C’è Gino Castaldo che, su Repubblica.it, recita:

I vincitori Voto: 0. 1) Giò di Tonno/Lola Ponce; 2) Tatangelo; 3) Moro. Non è che a questo festival ci fosse tanto da premiare. Ma la vittoria dei due zuccherini e il secondo posto della Tatangelo riportano il festival ai suoi anni peggiori. Va detto che era prevedibile. L’andazzo si era capito da un pezzo. Ciò non toglie che siamo alle solite. Questi meccanismi di voto, compresa la giuria di qualità che di qualità non era, sono sconcertanti. Come diciamo da anni. In fondo l’anno scorso è vero che ha vinto Cristicchi ma secondo e terzo furono Albano e Mazzocchetti, quindi c’è mancato un pelo. In questo davvero il festival non cambia. Peccato.

Carla di Francia detta l’Umanitaria

In effetti mi mancava un po’il gossip relativo alla coppia più chiacchierata di tutta Francia e non solo. D’altronde dopo aver scoperto che Nicolas Sarkozy e Carla Bruni avevano in principio una relazione segreta, quindi si dovevano sposare e poi le voci di un possibile figlio, onestamente non sapevo veramente cosa mai si sarebbe potuto inventare per portare di nuovo al top del gossip la prima coppia d’oltralpe.

E così, in occasione del loro primo viaggio “di lavoro”, la visita ufficiale in Ciad e Sudafrica, Carla Bruni ha avuto modo di mettersi al centro dell’attenzione, con una dichiarazione che la paragonerà subito ad una delle tante star di hollywood che già si impegnano nel campo. Infatti la bella Carla, ha deciso di scendere in campo umanitario per aiutare i più bisognosi.

Una scelta di cuore quella di Carla, ma soprattutto una scelta pensata, ragionata da molto tempo insieme al marito Nicolas. Il quale, almeno penso, non si esporrà più di tanto su questo argomento, lasciando campo libero alla moglie, magari sostenendola a necessità.

La favola americana del giornalismo no profit

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Il mercato dell’editoria cartacea, ed in particolare quello dei quotidiani, sta vivendo un lento ma inesorabile declino. Il discorso vale indistintamente per qualsiasi paese del mondo, da ormai un decennio a questa parte. I vistosi cali di vendite spingono oramai sistematicamente gli editori a tagliare intere redazioni, pur di mantenere inalterati i margini di profitto. In questo contesto, il colpo di grazia è dato dalla crescita esponenziale dell’uso della rete per fare informazione.
E’ di pochi mesi fa la decisione del NY Times – mica pizza e fichi – di rendere completamente gratuita la consultazione del quotidiano cartaceo anche sul web. Insomma, il giornale gratis. Applausi.
Il motivo della scelta è facile facile.

Il diritto non cade in prescrizione

Desaparecidos
Daniela Binello, nel 2002, ha scritto un libro. Il diritto non cade in prescrizione. Domenica 24 febbraio, alle 20.00, sarà a Roma, al Fusolab, a parlarne, ancora. I desaparecidos costituiscono un capitolo talmente tanto grande della nostra storia contemporanea, da essere infinito. E solo da poco l’Italia sta cominciando a parlarne. Lentamente. Dalle nicchie, ma non solo.
Il diritto non cade in prescrizione parla del primo processo, in Italia, che ha riguardato sindacalisti e persone di origine italiana che sono scomparse in Argentina sotto la dittatura, tra il 1976 al 1983. La dittatura, in nome della sicurezza nazionale, predispose le sparizioni di 30.000 persone. Tutti quelli che non la pensavano secondo regime: comunisti, persone di sinistra, ma anche preti, suore, insegnanti.