I Cento Fiori. I Cento blog dell’Italia libera dal precariato


vignetta mauro biani


Mauro Biani sul suo blog con la vignetta di cui sopra. E la considerazione:

Stasera un amico commentava: “Sai cosa penso? Che è tutto studiato, che in fondo Berlusconi ha detto una cosa vera, cioè una cosa che fa identificare un sacco di ragazze cui unico sogno è sposare un milionario, così come l’affaire Ciarrapico che serve a riportare in casa un po’ di voti che rubava Storace. Se fosse stata una tosta gli avrebbe risposto: ok, risolverei il problema economico, ma poi il problema di avere lei come suocero?” E a proposito di figli di B., per brainstorming mi torna in mente: “Berlusconi giura sempre sui propri figli, ora la domanda sorge spontanea: di chi sono i figli di Berlusconi?” (R. Benigni, Tuttobenigni 1996)


I Cento Fiori, l’Italia delle Radio Libere. Che bella stagione che deve essere stata. Ora abbiamo la stagione dei cento – e più – blog.

Nella primavera del 1966 iniziano le trasmissioni in italiano di Radio Monte Carlo. L’Italia del boom economico ascolta in onde medie. Un ritmo sconosciuto alla radio pubblica. L’influenza del suo stile sulla radiofonia privata italiana sarà enorme.


La prima esperienza di radio libera in Italia dura due giorni: tra il 25 e il 26 marzo 1970 trasmette Radio Libera Partinico (Radio Sicilia Libera). Nata per iniziativa di Danilo Dolci, la radio dà voce ai terremotati del Belice, ma viene chiusa dalla polizia dopo 27 ore.


Nella (quasi) primavera del 2008, la stagione dei blog liberi è ormai esplosa. Superano di gran lunga la soglia dei 100.


Esplosi da un paio di giorni, sono i blog Sposami Pier Silvio. Voglio sposare Piersilvio, ma anche la versione maschile, giustamente: Voglio sposare Barbara Berlusconi. Sottotitolo: Silvio, accetto: il mio voto in cambio del matrimonio con tua figlia. E che scrive amaro:

Nonostane alcuni faziosi quotidiani comunisti tentino di instillare il dubbio nei poveri precari come me, come voi, nonostante cerchino di vanificare i nostri sogni come ha sempre fatto la stampa di sinistra, io non demordo


Il dubbio è un simpatico articolo de L’Unità, che ha deciso di analizzare, dal punto di vista dell’istituto del matrimonio, la Berlusconi family. In effetti non ci sarebbe speranza, sono tutti un tantino allergici al matrimonio. E condivisibile risulta l’ultima considerazione:

Gli ultimi nati, Eleonora e Luigi, non sono ancora finiti sulle pagine delle cronache rosa. Ai precari e alle precarie italiane non restano che queste due ultime chance. A meno che anche loro non decidano di stare alla larga dai matrimoni, come hanno fatto i fratelli. A cui, viene il sospetto, forse l’ha consigliato papà

Dubbio legittimo. Il matrimonio è implicante, non è il caso.


A vendere il voto, l’aspirante alla mano della bella Barbara, non è l’unico. Avere o Essere ha messo gli annunci.


C’è chi è critico, ma soprattutto, a un certo punto, non si sofferma sulle finezze e sui limiti, e insomma, da sposare va bene anche un Pier Silvio qualunque. Il blog si chiama Precaria di professione. Come la si capisce. Nell’ultimo punto di analisi di questa sporca faccenda, scrive

4)E ultimo…ma questo qui (lo spiconano) non si vuole proprio rassegnare a starsene a casa a godersi i suoi milioncini invece di rompere i coglioni a gente come noi che invece fatica a guadagnarsi il pane e che soprattutto vorrebbe avere la libertà di non sentire dire certe puttanate!

E con questo concludo dicendo che il lavoro non l’ho avuto più (sempre un politico era!) e che in realtà poi io neanche lo avrei accettato. Povera, precaria, ma libera. Libera di dire NON ANDATE A VOTARE!

Che dire? Ha tutto l’appoggio, il blog in oggetto: ladevisposare. In Cercasi un buon partito. I commenti a questo post sono esilaranti. Due per tutti:

Accattatevill’

e

La battuta di Berlusconi mi ricorda quella attribuita a Maria Antonietta, la regina di Francia poi decapitata durante la Rivoluzione Francese. Il popolo non ha pane? Allora dategli delle brioche! la stessa indifferenza e crudeltà


Ce n’è un altro: cercounbuonpartito. 18 anni e tante belle speranze. Che ha deciso, approfittando anche della tenera età, della berlusconiana proposta. Malvino si ricorda della povera Silvia, vera vittima di questa faccenda. Il lodo Toffanin è semplicemente geniale.

1 commento su “I Cento Fiori. I Cento blog dell’Italia libera dal precariato”

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