Il lodo Alfano è legge. E Travaglio è in ferie

Il lodo Alfano è legge, in soli 25 giorni.

Governare è far credere

disse Niccolò Machiavelli.

Cosa pensate della lentezza dei processi giudiziari in Italia? Cosa pensate della lentezza della formazione delle leggi in Italia?

In memoria delle vittime di mafia

Il 19 luglio di 16 anni fa, Paolo Borsellino e la sua scorta venivano assassinati. A loro, a Peppino Impastato, di cui quest’anno ricorre il trentennale della morte, e a Rocco Gatto ucciso dalla ‘ndrangheta a Gioiosa Ionica nel 1977, i Têtes de Bois dedicano una tappa speciale del loro tour all’interno de “I Concerti del Parco” in programma ieri alle 21 a Roma. Ha partecipato anche Marco Paolini.
Ho letto questo trafiletto. Mette su molta tristezza. Necessaria.
Il 19 luglio di 16 anni fa, Paolo Borsellino e la sua scorta venivano assassinati.

La confessione di Angelini ai magistrati

Pubblico Ministero (Dottor N. Trifuoggi) – Può dare lettura del testo di questo documento. Ne può dare lettura Lei?
Angelini M. Vincenzo – Certo. “Il giorno venerdì 2 novembre 2007, alle ore 15 e 10 circa, io sono sottoscritta Pace Catia ho consegnato presso il mio ufficio al signor Sciarelli Dario, su richiesta del dottor Angelini, la somma di euro 200. 000, 00 così come documentato dalle foto fatte tutte – queste sono le foto del mio ufficio, che hanno fatto con un telefonino evidentementemente – alla presenza… – c’è la sequenza dalla busta, come dire, ecco, questa è la sequenza. Va bene? Questa è la sequenza; la sequenza dei soldi alla busta vuota, alla busta piena, alla busta chiusa, e questo invece è la restante parte – … così come documentate le foto fatte tutte alla presenza di (parola incomprensibile), somma che abbiamo provveduto congiuntamente a contare e a verificare. Io sottoscritto Sciarrelli Dario – che è l’autista che mi ha portato qua sotto – dichiaro di aver visto che quattro mazzette da euro 50.000,00 ciascuno e di averle consegnate al dottor Angelini…

Pom Pin Gate? Non solo

L’hanno chiamato Pom Pin Gate, è il nome, quantomeno, fa ridere. Lo stato della politica italiana è meno divertente. Lo stato della cronaca di tutti i giorni è anche peggio.
COMUNICATO STAMPA Prostituzione, la pineta di Ostia è un bordello a cielo aperto

Antonello De Pierro presenta i risultati sconcertanti di un’inchiesta dell’Italia dei Diritti

La giustizia? Un teorema

La giustizia è un teorema. L’Italia ha bisogno di andare in vacanza. Non che in periodi lontani delle ferie lo stato di dignità del Paese possa dirsi più alto. Ma il pre-estivo è sempre un momento delicato. E’, in genere, quel momento storico in cui sbucano le politiquerie migliori, tutte all’italiana per l’appunto.

Non basta. Non basta lo scudo penale per le quattro più alte cariche dello stato. Non basta la norma “blocca processi” diventata “slitta processi”. Per il premier “c’è la necessita ab imis di una riforma del sistema giudiziario italiano”

Scrive Repubblica. Non basta più nulla.

Berlusconi, ovvero: Ognuno a suo modo

Le donne, i cavalieri, gli amori. Titola così una scheda di Alessandra Mammì su L’Espresso. Il mondo è quello che si vuole vedere. Soprattutto in Italia, il Paese delle mezze verità.

“È importante per lei la fama?”, chiede Gigi Marzullo più o meno a tutte. “Ovvio che sì”, rispondono più
o meno tutte. Stanno lì per questo. Incastrate nella poltroncina di ‘Sottovoce’, truccate, scollate, di nero vestite a subire le implacabili domande di Marzullo. Poi la Fama, che è una brutta bestia, arriva invece da tutt’altra parte. Né da Marzullo, né dalle particine faticosamente conquistate tra ‘Incantesimi’, ‘Vivere’ e ‘Marescialli Rocca 3 e 4’

Scrive Mammì.

L’Italia è l’unico paese al mondo in cui l’impeachment è una questione di folklore.

Riformare il 41 bis. A proposito di emergenze

“La 41 bis e’ una norma intrisa del sangue e dell’intelligenza di due grandi magistrati come Falcone e Borsellino, ma nel corso degli anni ha subito un sostanziale depotenziamento”. Lo ha detto a Sky Tg24 il procuratore generale della Procura di Torino, Gian Carlo Caselli. “Certamente serve un aggiornamento sulla base delle esperienze acquisite e dei mutamenti avvenuti in questi anni”.
La dichiarazione del procuratore Caselli giunge all’indomani dell’ennesima decisione di un Tribunale di sorveglianza, chiamato a pronunciarsi sull’ennesima richiesta di revoca dell’applicazione dell’articolo 41 bis da parte dei legali di un condannato per reati di mafia. L’articolo in questione, inserito nella legge 354 del 26 luglio 1975, in materia di ordinamento penitenziario, prevedeva originariamente al primo comma la possibilità per il ministro della Giustizia di sospendere l’applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti previste dalla stessa legge in casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza ovvero, quando ricorrano gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica, nei confronti dei detenuti (anche in attesa di giudizio) per reati di terrorismo o eversione.
Entrato ufficialmente in vigore nel 1986 con la legge Gozzini, il 41 bis è stato allargato ai reati di mafia dopo (!) le stragi di Capaci e via D’Amelio del 92, in cui persero la vita Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini della scorta. Un secondo bis fa da qui giorni capolino sotto il secondo comma dell’articolo 41 bis

Il dividendo Finivest-Carlo Bernasconi-Confidenziale

E’ questo il nome del file trovato dagli inquirenti in uno dei computer di David Mills, imputato per corruzione in atti giudiziari a favore di Silvio Berlusconi dalla procura di Milano. Sic et simpiciter.
Nei primi mesi del ’98 vidi Carlo (Bernasconi) un paio di volte a Milano… Mi assicurò che lui e il suo boss (Berlusconi, ndr) avevano capito che avevo fatto quel che dovevo fare e niente di più. Si rese conto anche quanto la saga Berlusconi fosse stata distruttiva per la mia carriera. Era rammaricato per i fastidi che mi aveva causato… Durante la nostra conversazione lui e io discutemmo di strategie d’investimento… un hedge fund a corto-lungo termine… Come braccio destro di Berlusconi nel business della televisione (Bernasconi) era molto ricco… In quel fondo, Torrey Global Offshore, avevo messo il 35 per cento nella prima metà del 1999. Nel settembre ’99 Carlo mi chiamò e mi disse che aveva avuto un successo eccezionale (investendo) in quell’hedge fund e voleva condividerlo con me.

Lo chiamarono Lodo Diaz

Titola oggi il manifesto

Il lodo Diaz

«Un massacro contro persone inermi». La requisitoria del pubblico ministero al processo «per i fatti della scuola Diaz» è un atto di accusa contro la messa in mora dello stato di diritto. Accadeva a Genova nel luglio 2001, al governo c’era Berlusconi. Quello dei «lodi» che garantiscono impunità

Il pubblico ministero Francesco Cardona Albini non ha usato giri di parole.

È stato un massacro

Berlusconi e gli scellerati

Lo si diceva ieri. Il Consiglio dei Ministri non ha oggi esaminato il decreto legge sulle intercettazioni.
E Silvio ce l’ha col mondo.

Gli attacchi dei giudici non ci impressionano

E questo si era capito.

Rinuncio a ogni vantaggio, non ho bisogno di nuove norme giudiziarie. Mi sono sempre difeso nei processi e sono il recordman dei processi con 2.500 udienze

Io, da Premier, non ricorderei il numero delle udienze cui ho preso parte…

Appello di 100 costituzionalisti (bolscevichi)

I sottoscritti professori ordinari di diritto costituzionale e di discipline equivalenti, vivamente preoccupati per le recenti iniziative legislative intese: 1) a bloccare per un anno i procedimenti penali in corso per fatti commessi prima del 30 giugno 2002, con esclusione dei reati puniti con la pena della reclusione superiore a dieci anni; 2) a reintrodurre nel nostro ordinamento l’immunità temporanea per reati comuni commessi dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Presidenti di Camera e Senato anche prima dell’assunzione della carica, già prevista dall’art. 1 comma 2 della legge n. 140 del 2003, dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 24 del 2004, premesso che l’art. 1, comma 2 della Costituzione, nell’affermare che “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, esclude che il popolo possa, col suo voto, rendere giudiziariamente immuni i titolari di cariche elettive e che questi, per il solo fatto di ricoprire cariche istituzionali, siano esentati dal doveroso rispetto della Carta costituzionale, rilevano, con riferimento alla legge di conversione del decreto legge n. 92 del 2008, che gli artt. 2 bis e 2 ter introdotti con emendamento a tale decreto, sollevano insuperabili perplessità di legittimità costituzionale perché: a) essendo del tutto estranei alla logica del cosiddetto decreto-sicurezza, difettano dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza richiesti dall’art. 77, comma 2 Cost. (Corte cost., sentenze n. 171 del 2007 e n. 128 del 2008); b) violano il principio della ragionevole durata dei processi (art. 111, comma 1 Cost., art. 6 Convenzione europea dei diritti dell’uomo); c) pregiudicano l’obbligatorietà dell’azione penale (art. 112 Cost.), in conseguenza della quale il legislatore non ha il potere di sospendere il corso dei processi, ma solo, e tutt’al più, di prevedere criteri – flessibili – cui gli uffici giudiziari debbano ispirarsi nella formazione dei ruoli d’udienza; d) la data del 30 giugno 2002 non presenta alcuna giustificazione obiettiva e razionale; e) non sussiste alcuna ragionevole giustificazione per una così generalizzata sospensione che, alla sua scadenza, produrrebbe ulteriori devastanti effetti di disfunzione della giustizia venendosi a sommare il carico dei processi sospesi a quello dei processi nel frattempo sopravvenuti; rilevano, con riferimento al cosiddetto lodo Alfano, che la sospensione temporanea ivi prevista, concernendo genericamente i reati comuni commessi dai titolari delle sopra indicate quattro alte cariche, viola, oltre alla ragionevole durata dei processi e all’obbligatorietà dell’azione penale, anche e soprattutto l’art. 3, comma 1 Cost., secondo il quale tutti i cittadini “sono eguali davanti alla legge”

Walter, dì qualcosa di sinistra

Cari Amici,
mentre esprimo la mia solidarietà per la vostra manifestazione, vorrei che essa servisse a ricordare a tutti due punti che si è sovente tentati di dimenticare:

1) Democrazia non significa che la maggioranza ha ragione. Significa che la maggioranza ha il diritto di governare.

2) Democrazia non significa pertanto che la minoranza ha torto. Significa che, mentre rispetta il governo della maggioranza, essa si esprime a voce alta ogni volta che pensa che la maggioranza abbia torto (o addirittura faccia cose contrarie alla legge, alla morale e ai principi stessi della democrazia), e deve farlo sempre e con la massima energia perché questo è il mandato che ha ricevuto dai cittadini. Quando la maggioranza sostiene di aver sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia

Firmato: Umberto Eco. A Furio Colombo, Paolo Flores d’Arcais, Pancho Pardi, promotori della manifestazione dell’8 luglio in Piazza Navona.

Il memoriale di Vincenzo Calcara (parte VI)

Pagine da 28 a 49.
(28)
Dopo di che dico ancora al Dr.Borsellino: Dottore caro, ho percepito e sono sicurissimo che chi ha ordinato a Messina Denaro Francesco di organizzare un piano per ucciderla gli ha anche manifestato la preoccupazione e la paura che questo piano potesse fallire. Tanto è vero che, per mettersi al sicuro Messina Denaro Francesco, ha organizzato non uno ma due piani per ucciderla affinchè sia nell’uno che nell’altro non possa avere scampo! Il primo consisteva di ucciderlo con un fucile di precisione e li sarei stato io a sparare, il secondo piamo consisteva di ucciderlo con una autobomba, e anche li avrei partecipato con un ruolo di minore portata facendo da copertura.
Quando ebbi finito di parlare il Dr. Borsellino si alza all’impiedi, si accende una sigaretta e inizia a parlarmi con queste parole : “Fino a pochi istanti fa ero seduto accanto a te, ascoltando attentamente e volutamente ogni tua parola. In questo momento non è il tuo Capo che ti parla ma un Giudice che servirà fedelmente lo Stato e la Società Civile fino all’ultimo momento.”
(29)
Mi dice ancora: “Pagherei qualunque cosa pur di poter dire in faccia a questi cosiddetti capi che la decisione che hanno preso di uccidere il mio amico Giovanni Falcone non è altro che una decisione ignobile partorita da una mente ancora più ignobile! L’unica Regola donore che gli era rimasta, quella di non uccidere non le femmine, ma le Donne, non l’hanno neanche rispettata. Meritano veramente disprezzo. Questi uomini, se così si possono definire, non rappresentano e non sono figli di una potente e nobile IDEA ma rappresentano e sono figli di una debole, ignobile e malata IDEA del Male, incarnata nell’ ILLUSIONE che li nutre di valori ignobili che entrano nella loro mente malata di uomini infami che non conoscono l’onore e neanche quei Grandi Valori che stavano dietro il mio Amico Giovanni Falcone e la sua Donna che ha avuto solo la colpa di seguire il Suo UOMO!. (Queste parole le diceva con tanta rabbia!) Ma io non gli darò la possibilità di uccidere la mia Donna, non glielo permetterò mai. Ti dico anche che loro possono uccidere il mio Corpo Fisico, e di questo ne sono ben cosciente, ma sono ancora più cosciente che non potranno uccidere le mie IDEE e tutto ciò a cui credo!

Gomorra, libro aperto

Ai boss non dispiace che i giornali scrivano di loro, perchè si deve capire chi comanda.

ANSA delle 19.55. CAMORRA, DURO COLPO AI CASALESI
CASERTA – Trentadue ordinanze di custodia cautelare in carcere, diciassette arresti eseguiti, 10 notificati in carcere, in tre fuggono, due sono da tempo ricercati: vengono colpiti ancora i Casalesi. Fra i destinatari delle ordinanze, che riguardano due fazioni in guerra, anche i figli dei superboss. Nel mirino dei carabinieri del Comando provinciale di Caserta e della Dda di Napoli ci sono stavolta i ‘Tavoletta-Cantiello’ e la fazione capeggiata da ‘Cicciotte e Mezzanotte’, Francesco Bidognetti, recentemente condannato all’ergastolo nel Processo ‘Spartacus’