Riduzione di organismi collegiali (l’Italia e la corruzione)


Spulciando il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria per il prossimo triennio, vi capiterà di incontrare la formuletta che fa da titolo al post di oggi, riduzione di organismi collegiali.


La necessità di semplificazione e la lotta agli sprechi, cavalcati dai ministri Calderoli e Brunetta, fino a oggi avevano prodotto in vero solo la caccia al fannullone nei corridoi dei mille uffici statali aperti al pubblico e qualche dichiarazione un po’ fuori dalle righe.


Riduzione degli organismi collegiali però, oltre a sintetizzare la necessità di mettere a dieta la pubblica amministrazione, assume in alcuni casi connotati preoccupanti. In breve, nel Decreto Legge 112 approvato il 25.06.08, Capo VII – Semplificazione è previsto l’accorpamento nel settore statale allargato di tutti gli enti con personale inferiore a 50 addetti per condivisibili motivi di efficacia di gestione e risparmio. All’art. 68: Riduzione degli organismi collegiali è prevista la soppressione dell’Alto Commissario contro la corruzione.


L’Alto Commissariato, nato nel 2004 in adempimento agli accordi internazionali sottoscritti dal nostro paese con il Consiglio d’Europa con l’Onu e con l’Ocse, rappresenta una garanzia di imparzialità e un istituto al quale i cittadini che hanno subito abusi dovuti alla corruzione potevano fare riferimento ed essere tutelati.


La sua tardiva entrata in funzione (con l’arrivo alla direzione del prefetto Achille Serra nello scorso settembre, ovvero oltre tre anni dopo la sua nascita) e un primo tentativo durante l’ultimo governo Prodi di accorparlo al Ministero della Funzione Pubblica, sembrano tuttavia mostrare lo scarso interesse dell’intera classe politica riguardo al problema.


Eppure, scrive l’Alto Commissario, L’immagine è quella di un paese – scrive il Commissario anticorruzione – nel quale è prassi comune il pagamento di tangenti nell’aggiudicazione degli appalti, nell’ottenimento di licenze edilizie, nella realizzazione di operazioni finanziarie,, ma anche nel superamento di esami universitari, nell’esercizio della professione medica, nel mondo del calcio. La risposta che la politica ha saputo dare a questi input forniti dall’AC è stata inequivocabile: abolizione dell’AC, per decreto legge.


Le cifre raccolte su base nazionale e regionale per l’anno 2006 mostrano una diminuzione rispetto all’anno precedente dei reati contro la Pubblica Amministrazione, eccezion fatta per la corruzione in atti giudiziari e le truffe legate alla distribuzione dei fondi europei per lo sviluppo. In realtà, come sottolineato dalla Corte dei Conti, in diminuzione sono le denunce e non già i reati, confermando in un certo senso la tesi secondo cui dopo Tangentopoli il sistema si sia rimesso in moto, grazie anche al crescente disinteresse della gente per il fenomeno corruttivo e l’assoluta inconsapevolezza dei danni che essa comporta alla comunità. Le vicende abruzzesi e il cataclisma silenzioso che sta travolgendo la Liguria sembrerebbe confermarlo.


L’Europa si è detta molto preoccupata per la decisione di sopprimere l’Alto Commissariato. In una lettera indirizzata all’Alto Commissario italiano contro la corruzione, Dago Kos, presidente del GRECO (Gruppo di Stati aderenti al Consiglio d’Europa contro la Corruzione), esprime “viva preoccupazione per la decisione del governo italiano di sopprimere l’istituzione con decreto legge”. Durante la riunione plenaria di ottobre prossimo, informa una nota del Consiglio d’Europa, alla delegazione italiana al GRECO saranno chieste “spiegazioni sulle ragioni che hanno motivato la decisione del governo e sulle prevedibili conseguenze nella lotta alla corruzione in Italia, paese che aveva aderito al GRECO appena un anno fa, il 30 giugno del 2007


Solo per la cronaca, occorre sottolineare come l’Italia si trovi attualmente al quarantunesimo posto (41!) nelle classifiche internazionali sulla corruzione. Nell’Europa dei Quindici, siamo quattordicesimi. E se il trend dei principali paesi dell’area sta lentamente migliorando, il nostro appare decisamente in controtendenza. Come al solito.

2 commenti su “Riduzione di organismi collegiali (l’Italia e la corruzione)”

  1. non so fino a che punto l’alto commissario “arginasse” la corruzione (siamo in italia, per dio! non funziona un cazzo, figurati gli “alti” commissari). quello che colpisce, semmai, è il messaggio che si vuole dare. tra i tanti commissariati (inutili, utili, esistenti di fatto, tutti insomma), guarda un po’ quale si va ad abolire… domandina (retò, non retrò): chi ha votato ‘sta masnada di nani impomatati, proprio non se l’aspettava?

  2. perchè la corruzione è ancora reato???
    e dai che senza intercettazioni è impossibile arrestare i corrotti…… è difficile scovare le tracce di una tranzazione finanziaria fatta con carte di credito tra il Lichstei e le caiman con la lente d’ingarndimento

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