Ex Bertone, dai lavoratori sì all’investimento Fiat

Foto: AP/LaPresse

Il referendum sull’investimento Fiat svoltosi all’interno dell’ex Carrozzeria Bertone ha visto un’ampia prevalenza dei voti favorevoli al piano dell’azienda, con 886 Sì su 1010 votanti, l’88,8%. La fabbrica di Grugliasco ricomincerà quindi a produrre dopo sei anni.
In una nota, infatti, la Fiat ha spiegato che, “in presenza della firma di un accordo e della esistenza delle condizioni applicative necessarie, provvederà a dare il via libera al piano di investimenti previsti dal progetto”. Anche a Grugliasco, quindi, sarà applicato il contratto previsto già per gli stabilimenti di Pomigliano d’Arco e di Mirafiori, anche se, si precisa dal Lingotto, occorre “verificare la disponibilità delle organizzazioni sindacali a formalizzare la proposta aziendale”.
Il contratto prevede il massimo utilizzo degli impianti, con il passaggio graduale a 18 turni, fino a 120 ore di straordinario in più rispetto al contratto, e regole per limitare l’assenteismo e per l’esigibilità degli accordi.
Entro il 2012, inoltre, la Fiat dovrebbe realizzare nello stabilimento di Grugliasco un modello della Maserati, grazie ad un investimento di 550 milioni.

Dietro all’esito del referendum si celano, però, alcune fratture all’interno delle organizzazioni sindacali, sia tra Cisl e Uil da una parte e Fiom dall’altra, sia tra la Fiom e le sue rappresentanze sindacali. Le rsu della Fiom, infatti, che alla ex Bertone hanno la maggioranza, hanno dato indicazione di votare sì “per sottrarsi al ricatto dell’azienda che ci voleva far scegliere tra un accordo che non ci piaceva e la perdita di un lavoro difeso in sei anni di cassa integrazione e amministrazione controllata”. Da qui la decisione di votare si, spiazzando la Fiat, ma anche gli altri sindacati. Ha spiegato infatti il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono: “I lavoratori hanno seguito le indicazioni della loro Rsu e hanno deciso come forma di difesa di non regalare alla Fiat alcun alibi per non riaprire questo stabilimento”.
L’ala radicale della Fiom, capeggiata da Giorgio Cremaschi, non ci sta, e ha chiesto addirittura di “sconfessare” le rsu. Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, e il responsabile auto, Giorgio Airaudo, affronteranno la questione nel prossimo comitato centrale.
Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha invece commentato affermando: “Ha vinto la responsabilità, ha perso l’estremismo della Fiom”, e parlando di una “clamorosa sconfitta di una linea antagonista”. Per il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, “Il buon senso ha prevalso sull’ideologia”, mentre anche il governatore del Piemonte, Roberto Cota, si è detto “naturalmente contento per l’esito del referendum”.

Lascia un commento