Fiat Melfi, il Lingotto agli operai reintegrati: “Non venite al lavoro”

Non presentatevi negli stabilimenti Fiat di Melfi perchè non ci sarà alcun lavoro per nessuno di voi tre: pressappoco queste le parole utilizzate dai vertici Fiat nei confronti dei tre operai reintegrati dal giudice del lavoro dopo licenziamento per ingiusta causa.

Rispetteremo il contratto”, ribadiscono dalla casa automobilistica ma nella facolta della Fiat rientra anche la possibilità di non utilizzare il trio in alcuna mansione. Pur riconoscendo il contratto in essere. E’ bastato un telegramma – stesso contenuto per ciascuno – per scatenare l’ennesimo putiferio intorno a una vicenda che già ha fatto parlare in precedenza.

Non si è fatta attendere la replica dei sindacati: la Fiom (di cui sono delegati due dei tre operai) si è pronunciata per bocca di Maurizio Landini, segretario generale, il quale ha dichiarato: “Lunedì i tre devono rientrare in fabbrica, altrimenti siamo pronti ad agire sotto tutti i punti di vista legali, anche a chiedere l’intervento delle autorità competenti e delle forze dell’ordine. In questi minuti abbiamo inviato al Lingotto una lettera in cui diffidiamo la Fiat a consentire il rientro dei lavoratori riservandoci qualsiasi azione su qualsiasi fronte se ciò non accadrà. Se la Fiat lunedì non fa rientrare i tre operai in fabbrica commette un reato e continua con una condotta antisindacale“.

Affine il senso delle dichiarazioni della Cigl, portato alla luce dal segretario confederale Vincenzo Scudiere:La Fiat sta continuando sulla strada conflittuale nei nostri confronti, perchè quando la magistratura emette un decreto, va rispettato. Con questo atto non fa che aggravare le relazioni sindacali. Invece va riallacciato il confronto reale sul piano industriale. Di questo passo c’è solo un conflitto permanente che non è certo voluto da noi“.

Eppure, Fiat non demorde con la convinzione di non ledere alcun diritto e di non prescindere ad alcun obbligo: “L’ordinanza viene ottemperata con il reintegro nelle funzioni e con il relativo trattamento economico. Ma l’azienda può dispensare i dipendenti dal prestare lavoro. Si tratta di una prassi consueta in questi casi, seguita da tante altre società“.

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