Monti “riscrive” la politica

La conferma dell’impegno diretto del premier Mario Monti nella nuova stagione politica italiana arriva grazie a Twitter. Un cinguettìo natalizio chiarisce infatti i propositi del presidente del Consiglio  che affida al social network l’annuncio della propria “salita” in campo: “Insieme abbiamo salvato l’Italia dal disastro. Ora va rinnovata la politica. Lamentarsi non serve, spendersì si. Saliamo in politica”.

Qualche ora prima, in occasione del Natale, Mario Monti aveva telefonato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per augurare a lui e alla sua consorte “i più fervidi auguri, unitamente alla profonda riconoscenza per l’alta guida morale e istituzionale che il presidente ha esercitato anche quest’anno nei confronti dell’intera comunità nazionale e del governo”. In precedenza, Monti aveva altresì chiamato i presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, Berlusconi e Bersani (vedi anche Mario Monti lascia l’Italia senza alternative).

A YouTube si è invece affidato il leader dell‘Udc, Pierferdinando Casini, che in un video messaggio ha dichiarato “speriamo che nel 2013 gli italiani non ricadano negli inganni riproposti in questi giorni da Berlusconi”, e “nemmeno nella tentazione opposta”, di una “coalizione troppo a sinistra, con Vendola e le sue ricette ideologiche che pensavamo confinate nel passato”.

Per quanto invece riguarda l’agenda del premier Mario Monti, il documento è già disponibile sul sito internet agenda-monti.it. Venticinque pagine distribuite in quattro macro sezioni, in cui il presidente del Consiglio parla del ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo, della strada per la crescita, della costruzione di un’economia sociale di mercato, dinamica e moderna, della riforma delle pensioni e del nuovo mercato del lavoro e, infine, della necessità di cambiare la mentalità e i comportamenti: riforma delle istituzioni, federalismo e autonomie responsabili, “buoni metodi“, meno casta e meno costi, tolleranza zero per corruzione, evasione fiscale ed economia sommersa, chiudono gli ultimi punti di un vero e proprio programma di governo, che il presidente del Consiglio propone in appoggio ai principali schieramenti parlamentari (vedi anche l’approfondimento Berlusconi critiche dalla Germania).

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