Mario Monti lascia l’Italia senza alternative

L’addio di Mario Monti lascia l’Italia senza grandi alternative. Basta, d’altronde, riassumere quanto accaduto ieri a spread e piazze azionarie per cercare di palesare il timore che sta regnando in ambito continentale, dove la sostanziale sfiducia all’esecutivo Monti da parte del Pdl ha aperto scenari di grave incertezza politica, economica e finanziaria. Ma quale è il futuro che attende la società italiana nei prossimi giorni e nei prossimi mesi?

Non escludendo un possibile ritorno di Mario Monti in ambito politico – magari come leader di uno schieramento centrista – il premier incassa comunque i complimenti dei colleghi europei, e dei principali rappresentanti delle istituzioni (vedi anche dimissioni Monti dopo legge di stabilità).

Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, definisce “grande” Mario Monti, ribadendo che chiunque gli succeda dovrebbe portare avanti le stesse politiche di consolidamento del bilancio. “Non intervengo sulla politica in Italia, posso solo dire che Mario Monti ha fatto un gran lavoro come premier. Ha riportato fiducia nell’Italia e l’Italia è un giocatore chiave nella zona euro e Monti è stato di grande aiuto nel mantenimento della stabilità della zona euro” – ha affermato Van Rompuy, presente a margine della cerimonia di assegnazione del premio Nobel della Pace all’Unione europea in corso a Oslo.

Van Rompuy ha ricordato che Monti è stato un grande primo ministro per la nostra nazione, che le sue politiche dovranno esser portate avanti anche dopo le elezioni. “”Non c’è alternativa per avere una solida finanza pubblica e una economia competitiva. Sono le uniche strade per combattere la recessione e la disoccupazione” ha detto. “Non c’è alternativa a ciò che sta facendo Monti” – ha poi concluso Van Rompuy.

Insomma, l’Europa sembra stia lanciando dei chiari segnali all’Italia, avvertendo che nel caso di un grave cambiamento rispetto all’attuale approccio montiano, le condizioni di stabilità e di appoggio potrebbero cambiare radicalmente. L’Italia è insomma tornata a far paura, con le sue incertezze interne e il suo potenziale livello di contagio esterno.

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