Maltempo, ministro Cancellieri: “La colpa è dei sindaci”

Anna Maria Cancellieri

La responsabilità dei disagi che si sono vissuti a Roma ed in altre città, disagi, causati dal maltempo e dalla cattiva gestione della situazione d’emergenza è dei primi cittadini. Questo in sintesi quanto detto da Anna Maria Cancellieri, Ministro dell’Interno dell’attuale Governo Tecnico di Mario Monti. “I sindaci sono i primi responsabili. Basta con le polemiche, e pensiamo a rimboccarci le maniche”, così il ministro dichiara nell’intervista di oggi sul Corriere della sera.

Il ministro Cancellieri, poi risponde al Sindaco di Roma Gianni Alemanno, e sulle dichiarazioni che quest’ultimo ha fatto nella giornata di ieri, riguardo l’operato della protezione civile nel territorio capitolino “La Commissione potrebbe essere utile per fare chiarezza su quanto accaduto – spiega il Ministro – soprattutto per togliere al cittadino il senso insicurezza. Roma non ha piani per l’emergenza neve come invece ci sono per città del Centronord. Però il sindaco è sempre il primo responsabile degli interventi di Protezione Civile”.

Buste con proiettili per Alemanno e Severino

Gianni Alemanno sindaco di Roma, riceve busta con proiettili

Il clima che si sta vivendo in queste ore non è sicuramente quello più tranquillo. Dopo la bomba inviata alla sede centrale dell’Equitalia a Roma, oggi sono state intercettate dalla polizia due buste indirizzate una a Gianni Alemanno, sindaco di Roma, e l’altra a Paola Severino guardasigilli del governo Monti. Le buste all’interno contenevano rispettivamente due proiettili calibro 40. Quella per Alemanno, all’interno aveva oltre ai proiettili anche una lettera di minacce.

Le due buste sono state intercettate dalla polizia durante i controlli anti-terrorismo presso l’ufficio postale di San Silvestro al centro di Roma, tali controlli sono stati intensificati successivamente al pacco bomba inviato ad Equitalia dove è rimasto ferito il direttore. Nella busta indirizzato ad Alemanno era presente una lettera firmata dal Nucleo Mario Galesi per il Pac e fa riferimento alla gambizzazione di Andrea Antonini esponente di Casapound un centro sociale di desta “Due gli Antonini da poter gambizzare purtroppo Vittorio aveva altro da fare. Con te useremo questi per equità”.

Napolitano: “Ministeri al Nord incostituzionali”. Ma Bossi: “Restano lì”

Foto: Ap/LaPresse

E’ ancora alta la tensione tra il Quirinale e la Lega sulla questione dei ministeri al Nord. Il leader del Carroccio Umberto Bossi ha infatti voluto replicare alle preoccupazioni espresse in materia dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva inviato una lettera al premier Berlusconi per esprimere la sua contrarietà al trasferimento di alcuni uffici ministeriali a Monza.
Napolitano non si preoccupi, le sedi restano lì. La Costituzione non parla di dove devono stare. Noi vogliamo spostare i ministeri come fanno negli altri paesi” ha affermato Bossi, circa mezz’ora prima che il Quirinale rendesse noto il contenuto della lettera inviata a palazzo Chigi.
Per Napolitano, la scelta di decentrare alcune sedi ministeriali “confliggerebbe con l’art.114 della Costituzione che  dichiara Roma capitale della Repubblica, nonchè con quanto dispongono le leggi ordinarie attuative“, oltre ad essere onerosa economicamente.
Anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in apertura del Consiglio dei Ministri, aveva chiesto al governo di tenere conto delle osservazioni del Capo dello Stato.
La decisione di aprire sedi ministeriali di rappresentanza a Monza, del resto, era stata contestata anche nella stessa maggioranza, in particolare dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dalla governatrice del Lazio Renata Polverini. Il primo ha infatti definito “irresponsabile” l’intervento di Bossi, mentre anche per Renata Polverini “E’ evidente che ha ragione Napolitano”.

Sveva Belviso è il nuovo vicesindaco di Roma

Foto: Ap/LaPresse

Abbiamo deciso di nominare una donna, Sveva Belviso, come vicesindaco”. Parole del primo cittadino della Capitale, Gianni Alemanno, rilasciate durante l’incontro con la stampa assieme al segretario del PdL, Angelino Alfano.

Sveva Bleviso sostituirà Mauro Cutrufo, diventato responsabile degli enti locali del partito del premier Silvio Berlusconi.

Alemanno, che ha aumentato così le quote rosa in seno alla sua Giunta, ha spiegato:

“Dopo la sentenza del Tar era necessario fare entrare una donna dunque entra Rosella Sensi e Sveva Belviso diventa vicesindaco, per questo è stato necessario ridisegnare la squadra e Mauro Cutrufo, ex vicesindaco, ha accettato di uscire e avere un ruolo di contributo a Roma fungendo da raccordo a livello nazionale. Nel nuovo statuto di Roma Capitale dovrà esserci una definizione delle pari opportunità in tutti i settori”.

All’ex presidente della Roma, Rosella Sensi, è stata affidata la promozione dei grandi eventi e candidatura olimpica di Roma capitale.

Ministeri al Nord, no da Pd, Alemanno e Polverini. Critiche dalla Cei

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E’ polemica ormai anche all’interno della stessa maggioranza per la richiesta della Lega, ribadita ieri dal suo leader Umberto Bossi in occasione del tradizionale raduno di Pontida, di trasferire alcuni ministeri da Roma al Nord. Domani, infatti, si terrà alla Camera il voto di fiducia sul “decreto sviluppo”, ma il Pd ha annunciato di voler presentare un ordine del giorno contro il trasferimento dei ministeri, e il sindaco di Roma Gianni Alemanno intende presentare una mozione analoga all’interno del Pdl, ed ha firmato la petizione popolare, presentata dalla presidente della Regione Lazio Renata Polverini, per far rimanere i ministeri a Roma.
Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, in mattinata, aveva cercato di arginare le divisioni su questo tema all’interno della maggioranza, affermando: “E’ in atto un confronto ma è sbagliato drammatizzare sia da parte di chi è al Nord e sia per chi è a Roma che dovrebbe occuparsi di governare la Regione e il Lazio”. Cicchitto aveva poi precisato: “Non riteniamo possibile rompere l’unità dello Stato, ma è possibile ragionare sul decentramento di alcune sedi”.
Anche il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa aveva criticato il sindaco e la governatrice, affermando: “E’ sbagliato agitarsi se ancora non piove e, in quel caso, aprire l’ombrello porta sfortuna”.

Foto del proiettile recapitato ad Alemanno

Foto: Ap/LaPresse

Una busta con un proiettile all’interno ed una lettera è stata recapitata nella mattinata di ieri in Campidoglio a Roma, come destinatario della missiva, era segnato Gianni Alemanno, l’attuale sindaco della capitale. La busta (foto sopra ndr.) è stata subito bloccata dai controlli tramite il metal detector ed è stata consegnata alle forze dell’ordine.

La lettera aveva come firma GAP. Aumentata, subito, la scorta al sindaco di Roma, come è ormai di prassi in queste situazione. Ma cosa conteneva la lettera? «Il boia Alemanno al quale un giorno strapperemo la croce celtica che nasconde sotto il colletto della camicia, il suo degno compare La Russa ed il mafioso Berlusconi, per risolvere il problema della mega discarica di Malagrotta e mettere le mani sugli appalti miliardari che ne deriverebbero, ha pensato bene di studiare il progetto della Città dei Rifiuti da localizzare nel triangolo industriale-militare Civitavecchia-Allumiere- Tarquinia» è quello che si legge nella prima parte della lettera.

Manifestazione violenze sulle donne: il 7 marzo si accende il Colosseo

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Il “Manifesto programmatico contro la violenza sulle donne” accenderà le luci dei riflettori sul Colosseo, che verrà così illuminato alle ore 19 di lunedì 7 marzo.

L’evento è promosso dalla Regione Lazio e dal Campidoglio ed è stato presentato nella sede della giunta regionale dai due massimi esponenti di queste istituzioni: Renata Polverini e Gianni Alemanno.

Nuova Giunta Roma: ecco l’Alemanno-bis

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Nuova Giunta Roma. Ecco la squadra di governo dell’Alemanno-bis.

Novità:

  • Il direttore generale di Capitalia Carmine Lamanda al bilancio
  • Dino Gasperini alla cultura
  • Marco Visconti all’ambiente
  • Antonello Aurigemma ai trasporti
  • Il presidente delle Acli romane Gianluigi De Paolo alle politiche sociali e famiglia

Conferme:

  • Sveva Belviso alle politiche scolastiche (nuovo incarico, prima era assessore alle politiche sociali)
  • Mauro Cutrufo vicesindaco
  • Alfredo Antoniozzi alla casa
  • Fabrizio Ghera ai lavori pubblici
  • Marco Corsini all’urbanistica
  • Davide Bordoni al commercio
  • Enrico Cavallari al personale

Alemanno-Bertolaso: il sindaco sceglie l’ex capo della Protezione civile

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Alemanno-Bertolaso. Il primo cittadino di Roma, che ieri ha azzerato la Giunta, sta pensando di affidare la carica di vice sindaco all’ex capo della Protezione civile. Incarico che secondo Repubblica sarebbe un trampolino di (ri)lancio e non un punto d’arrivo.

L’idea di base è questa: Bertolaso affiancherebbe Alemanno fino alla fine del mandato (due anni) per poi candidarsi al Campidoglio, mentre l’attuale sindaco virerebbe le sue mire alla politica nazionale.

Roma, Anagnina: donna aggredita in coma – VIDEO. Alemanno: “Indifferenza inaccettabile”

L’indifferenza della gente è inaccettabile“. L’accusa mossa da Gianni Alemanno, sindaco di Roma, nei confronti di una piaga sociale sempre più marcata trae spunto da un fatto di cronaca accaduto nella capitale (zona Anagnina) nella mattinata di venerdì: dopo una lite marginale per un ticket della metropolitana, un 20enne romano con precedenti per lesioni ha sferrato un pugno in pieno viso a un’infermiera romena 32enne.

La donna, rimasta stesa al suolo per parecchi minuti senza che i passanti si preoccupassero di soccorrrerla, è attualmente in coma . L’uomo, invece, è stato bloccato da un terzo soggetto che aveva assistito alla scena ed è stato arrestato.

I FATTI. Un diverbio che in molti altri casi avrebbe lasciato il tempo che trova, diventa in realtà espediente per il dramma: qualche parola grossa e lo strascico della lite che si protrae nei minuti immediatamente successivi. Poi un pugno: ben asssestato, diretto, in piena faccia. La donna ha perso i sensi: solo molti minuti dopo sono stati allertati i soccorsi ed è stata trasportata d’urgenza presso il policlinico Casilino.

Roma Capitale, il CdM approva il primo decreto

Nella forma cambia poco: Roma era e resta la Capitale italiana. Nella sostanza, tuttavia, le differenze rispetto a prima saranno parecchie: nonostante il mal di pancia dei leghisti, infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il decreto legislativo su Roma Capitale.

Ovvero, status di ente speciale in occasione dell’anniversario (il  140esimo) della breccia di Porta Pia (il 20 settembre 1870, il tratto di mura prospicente alla porta divenne scenario della fine dello Stato Pontificio).

A volere con forza che la ricorrenza diventasse al contempo momento in cui celebrare la nascita dello status sui generis è stato lo stesso sindaco capitolino, Gianni Alemanno, il cui primo impegno ufficiale diventa ora quello di conferire a Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, la cittadinanza onoraria (il prossimo lunedì in Campidoglio).

Non pochi i dubbi della vigilia, dovuti alle perplessità del Carroccio per il quale era sato lo stesso Senatur, Umberto Bossi, a esporre il pensiero condiviso dalla Lega Nord – “Ci sarà una frenata” – invece l’abbraccio odierno tra lo stesso Alemanno e Roberto Calderoli suggella l’unanimità con la quale il CdM ha licenziato il decreto.

Governo, il piano Berlusconi – Alemanno per la fiducia parlamentare


In attesa che il gruppo di responsabilità si faccia realmente avanti, Silvio Berlusconi – con il sostegno operativo di Gianni Alemanno – sta cercando di intessere un piano alternativo affinchè il Governo possa contare su una maggioranza oggettiva il prossimo 28 settembre, giorno in cui il Premier si presenterà in Parlamento (alla Camera) per illustrare i cinque programmatici sui quali chiederà la fiducia a governare per il prossimo triennio. Arrivare a scadenza naturale non è più così scontato, visto che i deputati di Futuro e Libertà (oramai a tutti gli effetti autonomi e svincolati dal PdL: l’unione è attestata dal mero rispetto del programma elettorale) non garantiscono più all’Esecutivo un sostegno unilaterale e a prescindere.

Per iniziativa del repubblicano Francesco Nucara si stava allestendo una pattuglia di eletti che – indipendentemente dalla decisione dei rispettivi partiti di appartenenza: UdC, MpA, gruppo misto, Svp – potesse assicurare a Berlusconi un numero certo di voti (si è vociferato una ventina, ma uno alla volta – laddove interpellati – hanno mostrato di non essere interessati). I venti salvagenti, quindi, sono quasi tutti ciambelle con il buco: a galla non ci si sta.

Ex An del PdL: da La Russa ad Alemanno, tutti contro Fini

Lo strappo di Mirabello, la vendetta del generale, il primo passo verso un nuovo partito, l’ufficializzazione della diaspora dei finiani, l’addio di Gianfranco Fini: comunque la si metta, ciascuna delle definizioni arriva a tradursi in una evidente crisi di Governo che rischia di non essere accantonata neppure dalla volontà di sostenere l’Esecutivo attraverso un accordo elettorale strutturato su cinque punti programmatici.

Le parole del Presidente della Camera sono di lettura lineare: nella personalissima sfida con Silvio Berlusconi (a chi riesce ad addossare all’altro l’esaurimento dell’esperienza governativa), Fini ha optato per la rottura definitiva con il Premier (il cui colpo da maestro era stato quello – il giorno pecedente a Mirabello – di rinunciare al processo breve per scaricare ogni responsabilità del divorzio sul cofondatore del PdL) rendendo conto non più al Presidente del Consiglio ma ai soli elettori del Popolo delle Libertà, verso i quali ha cercato di manifestare le proprie ragioni e il dissenso rispetto all’esperienza politica recente.

Senza trascurare – anzi, intenzionato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa – la plemica nei confronti degli ex alleati di Alleanza Nazionale. In quel “I colonnelli hanno cambiato generale, il PdL non c’è più ma si è trasformato in una estensione di Forza Italia” il rimando più significativo è nell’allusione a chi – figure di spicco dell’allora An – ha scelto di restare fedele a Berlusconi.

E, per un Mirko Tremaglia che alla veneranda età di 84 anni decide di stare di fianco a Fini in uno dei passaggi politici più significativi per la storia della terza carica istituzionale, c’è un Ignazio La Russa con il dito puntato verso l’ex segretario che rigetta ogni accusa e la rispedisce al mittente. I passaggi più significativi dell’intervista concessa dal Ministro della Difesa a Il Giornale di Vittorio Feltri meritano di essre riproposti. Il coordinatore del PdL non si rispramia nell’invettiva: “Fini non ha avuto il coraggio di usare il termine traditore, ma ha detto di peggio, una bugia: che abbiamo cambiato generale e siamo pronti a cambiarlo ancora. Il generale ce l’ha indicato lui, la scelta di fare il Pdl noi l’abbiamo condivisa ma l’ha decisa lui. Vedere il proprio generale cambiare bandiera è una tristezza: noi siamo andati avanti sul progetto che ci era comune su immigrazione, sicurezza, identità nazionale. Sulla legge elettorale e sulle riforme è Fini che ha cambiato bandiera: non ho ascoltato l’intervento perchè ero sicuro di cosa avrebbe detto. Il discorso? Solo un tentativo di tenere insieme i vagoni a velocità variabile di chi in questo momento è vicino a lui con ragioni spesso contrastanti. Il Pdl non è morto, è vivo così come non è morta An quando è uscito Storace o quando al primo congresso uscì Rauti. I progetti sopravvivono alle scelte degli uomini. Ai finiani direi di uscire dalla strategia dell’ambiguità: se il Pdl è morto, dimettetevi dal Pdl. Di Mirabello 2010 mi resta la sensazione di sapere che Tatarella e Almirante si rivoltano nella tomba“.

Roma per Sakineh: VIDEO – GALLERY

La conta spiccia dice che a Roma, davanti all’ambasciata iraniana – erano più di un centinaio i presenti per protestare nei confronti della sanzione capitale con cui lo Stato ha di fatto accorciato l’esistenza di Sakineh Mohammadi Shtiani, 43 anni, colpevole di adulterio. La realtà è che, idealmente, attraverso le forme che a ciascuno competono e gli strumenti a disposizione, nella Capitale ci stavamo tutti.

Di fianco a esponenti privi di bandiere ma presenti in nome dei diritti universali dell’uomo si sono registrate le presenze politiche trasversali di Verdi, Pd, Sinistra e libertà, il Presidente della comunità ebraica romana (Riccardo Pacifici), Giovani Socialisti, Italia dei Valori, Prc/Federazione della sinistra, Sottosegretari (nello specifico, quello all’Attuazione del programma di governo, Daniela Santanché: “E’ un impegno bipartisan. L’Iran è un regime che non mette in campo i diritti umani, quindi è doveroso impegnarsi tutti insieme“), rappresentanti dell’opposizione iraniana e della Resistenza dei Mujaheddin del popolo.

Tra le frasi incise su carta per esternare l’obiettivo e palesare l’intento, ne spiccano un paio: “Ecco la democrazia in Iran: pietre, prigioni, censura“, “Salviamo Sakineh, fermiamo le pietre“. L’esecuzione della donna dovrebbe avvenire attraverso lapidazione: motivo per il quale dirimpetto all’edificio che accoglie l’Ambasciata è stato collocato un pupazzo raffigurante una donna interrata a cui hanno fatto da cornice pietre dipinte di rosso e mescolate a pallottole di carta.