Roma Capitale, il CdM approva il primo decreto

Nella forma cambia poco: Roma era e resta la Capitale italiana. Nella sostanza, tuttavia, le differenze rispetto a prima saranno parecchie: nonostante il mal di pancia dei leghisti, infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il decreto legislativo su Roma Capitale.

Ovvero, status di ente speciale in occasione dell’anniversario (il  140esimo) della breccia di Porta Pia (il 20 settembre 1870, il tratto di mura prospicente alla porta divenne scenario della fine dello Stato Pontificio).

A volere con forza che la ricorrenza diventasse al contempo momento in cui celebrare la nascita dello status sui generis è stato lo stesso sindaco capitolino, Gianni Alemanno, il cui primo impegno ufficiale diventa ora quello di conferire a Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, la cittadinanza onoraria (il prossimo lunedì in Campidoglio).

Non pochi i dubbi della vigilia, dovuti alle perplessità del Carroccio per il quale era sato lo stesso Senatur, Umberto Bossi, a esporre il pensiero condiviso dalla Lega Nord – “Ci sarà una frenata” – invece l’abbraccio odierno tra lo stesso Alemanno e Roberto Calderoli suggella l’unanimità con la quale il CdM ha licenziato il decreto.

Il primo cittadino di Roma: “Alla fine della votazione il presidente del Consiglio Berlusconi mi ha chiamato in Consiglio dei ministri e Gianni Letta, scherzando, mi ha detto che i ministri della Lega avevano votato contro. Poi mi ha detto invece c’era stata unanimità e io ho ringraziato tutti e ho abbracciato il ministro Calderoli, perché è stato determinante in questo processo“.

Quel che implica l’attribuzione dello status di ente speciale è, a conti fatti, la nascita dell’assemblea capitolina, organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, formata dal sindaco (che avrà facoltà di presenziare al CdM ogni qualvolta vi sia in discussione un argomento che interessa Roma) e da 48 consiglieri, potranno esservi al massimo 15 municipi. Sarà il secondo decreto – tempo sei mesi – a determinare compiti e funzioni dell’assemblea.

La soddisfazione di Alemanno: “E’ una strategia alpinistica, passo dopo passo raggiungeremo l’obiettivo: questo è il primo step per fare in modo che la nostra città abbia una governance adeguata non solo al ruolo di capitale d’Italia, ma anche al suo valore internazionale. Nasce l’assemblea capitolina mentre con il prossimo decreto saranno definiti i nuovi poteri di Roma Capitale, in accordo con Regione e Provincia“.

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