Il “milleproroghe” sostituito da un maxi-emendamento, il governo chiederà la fiducia


Il governo, dopo lo stop di Napolitano al decreto milleproroghe, ha presentato nella serata di oggi alla Camera un maxiemendamento che dovrebbe sostituire interamente il precedente decreto, e sul quale sarebbe intenzionato a porre la fiducia. La discussione riprenderà domattina alle 9, e si dovrebbe concludere venerdì, mentre al Senato, dopo l’ esame del decreto in commissione Affari costituzionali e in commissione bilancio, il dibattito è previsto per sabato 26.
Il ministro dell’ Economia Giulio Tremonti, dopo i rilievi di ieri del Quirinale, che criticava “La prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attenti al loro oggetto”, si è recato stamattina dal Capo dello Stato, ufficialmente per parlare della situazione economica prima del G20, e ha quindi incontrato il presidente della Camera Fini e i capigruppo Cicchitto del PDL, Reguzzoni della Lega, Sardelli di Iniziativa responsabile e Franceschini del PD. Il ministro Tremonti, al termine della riunione, aveva  dichiarato che il Governo era “disponibile a modifiche”.
Nel pomeriggio alla Camera è poi ripresa la discussione sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni riguardo al decreto, che sono state respinte con 295 voti contrari, 281 favorevoli e 2 astenuti.
Si è verificato, inoltre, un “botta e-risposta“, a Montecitorio, tra Fini e il vicepresidente del PDL Baldelli, che aveva chiesto la sospensione della seduta “per consentire al governo di mettere a punto il maxiemendamento”. Fini ha respinto la richiesta, rispondendo a Baldelli: “Non mi risulta che lei ricopra un incarico di governo”. Dopo le proteste in aula, sono intervenuti il ministro Vito e il sottosegretario Giorgetti, che ha affermato: “Il governo aderisce alla proposta di Baldelli”. Il presidente della Camera ha quindi sospeso la seduta fino alle 20, replicando però pungentemente: “Baldelli ha indicato la via che il governo vuole seguire”.

Diverse le materie su cui si può discutere per eventuali modifiche, ha spiegato il ministro Tremonti: tra queste, le norme sui precari della scuola, quelle sul personale della Consob, sugli incroci tra tv e giornali, sulle demolizioni degli edifici abusivi in Campania e sulle concessioni riguardanti i contratti nella zona dell’ Etna. Dall’ opposizione, ma anche da alcune parti del PDL, si fa notare che i finanziamenti agli enti lirici andrebbero solo al Nord (Arena di Verona  e Scala di Milano), ma sparirebbe anche una norma della Lega sui precari; insoddisfatto anche il sindaco di Roma Alemanno per due norme sugli immobili acquisiti in seguito a esproprio e sugli assessori e consiglieri del Comune di Roma, che non potranno aumentare.
Oggi il premier Berlusconi si era lamentato degli scarsi poteri conferiti dalla Costituzione al governo, pur non citando esplicitamente il decreto milleproroghe: per Berlusconi, attualmente, “al governo rimane solo l’ immagine del potere”, e un decreto del consiglio dei ministri, dopo la firma del capo dello Stato e le modifiche parlamentari, rischia di trasformarsi da “focoso destriero purosangue” in “ippopotamo”.

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