Terremoto Abruzzo, appuntamento a Ballarò

Terremoto in Abruzzo. Un protagonista non solo unico e inedito, ma che in questi giorni non teme concorrenza in termini di popolarità. Il quadro che si sta venendo a delineare, dopo i crolli, il dolore, la morte e ancora insieme alle scosse, è – volendo utilizzare un eufemismo – inquietante. Si è svegliata una forza che si era accumulata per secoli sotto quella terra. Un vero e proprio mostro. Ma ancora più paura, se possibile, fa il mostro umano.

Il terremoto di nuovo a Ballarò da Floris. Maurizio Crozza ha cominciato in grande. Con un pensiero quasi imbarazzato per gli abruzzesi, per la situazione attuale, per quanto accaduto e in corso. Ma Maurizio Crozza è un comico, e non può non fare il comico. Alla vista di Maroni e Belpietro in studio, esclama: ma non doveva essere una puntata sul meglio dell’Italia?

E in effetti il ministro Maroni risulta stizzito fin dall’inizio della puntata. Difende, il ministro, la necessità di non accorpare referendum ed elezioni europee. Necessità vista da più parti, per una questione principalmente di risparmio fondi in un momento come questop. Ma la Lega difende la sua difficile e impopolare posizione.

Anche Maroni la difende. Solo che – sarà anche perché ormai stizzito da Crozza – cade in quelle che ai profani non possono che apparire come gaffe. Perché Maroni, nel difendere la presa di posizione sua e del partito di Bossi, parla di impossibilità di accorpare il referendum alle europee per problemi di incostituzionalità.

E qui Floris non riesce a tacere: ricorda al rappresentante dell’esecutivo che:

a. questa è una sua posizione e non una posizione della Corte Costituzionale – l’unico organo che in Italia dà i giudizi di costituzionalità

b. che il presidente del comitato per il referendum, Guzzetta, è un costituzionalista, e tutti questi problemi non li ha visti.

Apriti cielo. Maroini storce il naso: non mi risulta che Guzzetta sia un costituzionalista, bensì un agrario.

Per completare, chiama al telefono direttamente il Guzzetta chiamato in causa. Spiega di essere un costituzionalista, e che la presunta incompatibilità delle europee con la consultazione referendaria è totalmente inventata. Guzzetta ringrazia anche dell’opportunità: può finalmente parlare con Maroni, l’unico ministro non ha neppure voluto ricevere i rappresentanti del Comitato referendario.


Maroni non l’ha presa benissimo. Ma ci pensa Belpietro
a lanciare l’idea geniale che fa uscire dall’impasse i convenuti: rinviamo del tutto il referendum. E vabbè, e quindi il fatto di spendere più in là quei soldi dovrebbe farcela suonare meglio? Mah.

Ad otto giorni dalla scossa più forte, anche Ballarò torna in Abruzzo. Ancora storie. E memorie che sono presenti, come l’Irpinia. Tutto questo, mentre la terra, dopo le 22, ha tremato ancora. Magnitudo 4.1.

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