Santoro, Vauro e il terremoto (della censura)

Santoro, Annozero, la Rai, Berlusconi. E pure Vauro. Ci risiamo. Quante altre volte abbiamo già visto questi attori più o meno tutti insieme nello stesso spettacolo dell’assurdo? Per citare la satira:

Rai, lettera del neopresidente Garimberti ai dipendenti: “Prometto libertà e pluralismo”. Il timbro è del primo aprile

Arrivata la (prevista) decisione di Viale Mazzini: per mamma Rai, e per Mauro Masi, Santoro dovrà provvedere a “riparare” al danno. E questo è quasi un leit motiv. Mamma Rai ha colpito questa volta anche il vignettista satirico, Vauro, dal cui archivio ci permettiamo di prendere in prestito le vignette della puntata del 9 aprile di Annozero, a scopo di dibattito. Dopo il salto, in una gallery che può aiutare a (non) capire.

Vauro mette on line le sue vignette direttamente dalla carta, ho scoperto. Dà il senso del tratto che ha realizzato le forme. Mentre la Lega si appiglia al suo no all’election day che avrebbe accorpato Referendum ed Europee, portandoci a spendere un po’ di soldi in più a causa di non meglio fondate ragioni di “costituzionalità”, il caso Santoro (ri)scoppia e giunge a compimento.

E Vauro viene sospeso (per una puntata, poi la faccenda sarà all’ordine del giorno, mercoledì prossimo, del consiglio d’amministrazione della Rai) per una sua vignetta, presentata nel corso dell’ultima puntata, che avrebbe offeso le vittime e chi le piange: gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico. Satira amara. Satira pesante, certo. Mi ha portato alla mente alcune battute che ho letto ieri su Spinoza (che ritorna):

“Andate al mare, paghiamo noi”. Chi ha perso i parenti può portare gli amici.

(Ma senza fretta, che al referendum manca ancora un mese)

Intanto Raiuno continua a festeggiare il pieno di ascolti post terremoto. Del Noce annuncia di aver già registrato il format

Ora, parliamoci chiaramente. La satira riguarda il potere e i potenti. La comicità riguarda tutti. Entrambe non possono che presupporre intelligenza. Entrambe non possono non essere attaccate. Sono fatte apposta, forse, e guai se fossero anzi troppo amate. Ho guardato e riguardato la vignetta incriminata (è quella con la fila di bare). Come me, lo hanno fatto in molti. C’è un sottile confine, e non chissà se davvero Vauro l’ha superato.

Fatto sta che Santoro torna alla ribalta nelle polemiche. Per Fini e Berlusconi, la sua puntata era stata “indecente”. Oggi Michele Santoro avrà l’obbligo di cominciare add

attivare i necessari e doverosi riequilibri informativi specificatamente in ordine ai servizi andati in onda dall’Abruzzo

Michele Santoro scrive quindi al direttore generale, qui riportata:

Respingo gli addebiti che mi vengono mossi in quanto sono certo di aver esercitato con i miei collaboratori la professione di giornalista con grande correttezza. Inoltre, faccio presente che alla mia redazione non sono pervenute richieste di rettifica o annunci di iniziative legali da parte di alcuno. Le ricordo come la stessa Rai abbia recentemente riconosciuto che l’autonomia del giornalista non può essere menomata, nemmeno dall’editore. Riguardo ai rilievi sui singoli servizi – prosegue Santoro nella lettera – ribadisco che l’equilibrio di una trasmissione deve essere valutato nel suo complesso, nel generale contesto dell’informazione offerta dal servizio pubblico e valutando nel merito se ciò che si descrive o si narra sia vero o falso. Le nostre critiche alla mancata pianificazione dei soccorsi trovano ampia conferma nei giornali di tutto il mondo. Lo stesso Enzo Boschi, presente in trasmissione, presidente dell’Ingv, facente parte della Commissione Grandi rischi ed uno dei massimi esperti italiani in materia di eventi sismici e di Protezione Civile ha più volte sottolineato: ‘Santoro ha ragione a fare questi rilievi’. Tutto ciò non sminuisce il comportamento straordinario dei soccorritori dopo che si è verificato il terremoto, comportamento che nessuno di noi ha mai messo in discussione e che siamo pronti a ribadire in tutte le circostanze. Mi lasci infine dire – conclude – che la sua decisione di sospendere Vauro rappresenta una censura che produce una grave ferita per il nostro pubblico e per l’immagine della Rai. La invito a soprassedervi

Oltre al necessario dibattito sulla gestione dell’informazione – tasto caotico dell’italica vita – si aprirà certamente il toto-cacciata di Santoro. Editto bulgaro – parte II? Ci crederei poco. E’ esattamente quello che tutti si aspettano. Amici e nemici del Cavaliere. Forse anche amici e nemici del giornalista. Che non è, comunque, un Enzo Biagi. Il sospetto del gioco viene nel suo caso così come viene nel caso di Marco Travaglio, a volte. Un gioco che giocano in prima linea? Un accorddo cumulativo?

In Italia, si impara a sospettare di tutto e di tutti. Anche – forse soprattutto – di coloro ai quali ti sentiresti a volte di credere. O no?

1 commento su “Santoro, Vauro e il terremoto (della censura)”

  1. premesso che non amo molto ne il modo di fare giornalismo di Santoro ne la satira di vauro, ma li ritengo comunque indispensabili a bilanciare un’informazione di destra e di sinistra che in italia tende ad essere sempre e comunque di parte, la trasmissione di Annozero, che ho visto per intero, mi è sembrata poco consona per il momento di cordoglio che si stava attraversando, il signor Santoro avrebbe dovuto rifllettere un momento, ragionare ed evitare di polemizzare con il governo e la protezione civile mentre questi ultimi ancora stavano estraendo i corpi delle vittime del terremoto da sotto le macerie e cavalcare l’onda della disperazione dei superstiti. Io, come penso molti altri, hanno con una certa difficoltà intuito che le polemiche non erano realmente indirizzate alla protezione civile ma ad una certa superficialità nell’organizzazione che dovrebbe precedere questi disatrosi eventi, Il signor Santoro avrebbe dovuto dosare meglio la sua aggressività e impostare il programma e l’approccio in maniera piu’ consona al momento, così tutto il suo impegno sarebbe parso meno offensivo e irrispettoso e avrebbe raggiunto lo scopo.

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