Roma in piazza: ieri Cobas, oggi Fiom – FOTO

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Lo sciopero dei Cobas a cui fa seguito la manifestazione della Fiom. Roma torna a ospitare il malcontento della società civile e dai 15 mila professionisti del contesto scolastico alle migliaia di aderenti a quello che viene considerato, sempre più, il sindacato intransigente e determinato gli anfratti capitolini hanno dato spazio alla protesta. A esternare la protesta nei confronti della riforma Gelmini, dietro uno striscione con la scritta “Riforme, tagli, precarietà: ci rubano il futuro, ci tolgono la dignita” hanno aderito al corteo anche diverse migliaia di studenti delle scuole superiori.

La Fiom Cigl, per la mattina di sabato, ha chiamato a raccolta i lavoratori in difesa dei diritti, della democrazia, della legalità, del lavoro e del contratto: una grande manifestazione nazionale con due cortei a sfilare per le vie della Capitale. Un corteo in partenza alle 14 da piazza della Repubblica e piazzale dei Partigiani per arrivare a piazza San Giovanni, lì interverranno il segretario generale della Fiom Cgil, Maurizio Landini e il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. Numerose le adesioni: Anpi, Associazione Articolo 21, Popolo Viola, Precari della Scuola, Ricerca e Università, da Emergency a Un Ponte per, dall’Unione degli studenti a MicroMega, Sinistra e libertà, Federazione della sinistra, Italia dei valori e alcuni circoli del Pd.

Lega Nord, Bossi – Maroni a Berlusconi: “Voto subito”

Non solo i colonnelli dell’allora An: non è piaciuto neppure a Umberto Bossi l’intervento di Gianfranco Fini, anzi: la Lega Nord non l’ha digerito affatto e – nelle parole: tra le righe, in maniera diretta – pronunciate dal Presidente della Camera a Mirabello hanno ritrovato un attacco diretto nei confronti del Carroccio.

Tanto basta per surriscaldare gli animi e infiammare il popolo leghista, a partire dai vertici dello stesso. Il Senatur e Roberto Maroni hanno parlato a nome del partito e, in attesa dell’incontro che in serata vedrà Silvio Berlusconi faccia a faccia con il leader della Lega per studiare il da farsi, hanno preso posizione rispetto alle accuse trasversali dell’ex An.

Ad aprire le danze della dialettica ci pensa il Ministro dell’Interno: “Si vada al voto anche domani, non c’è alternativa. Mi pare evidente che sia rinata Alleanza Nazionale, un partito che assicura gli interessi del sud più che quelli della Padania che per Fini non esiste ma per noi esiste eccome“.

Discorso Fini [VIDEO]: le reazioni della politica

Gianfranco Fini ha raggiunto l’obiettivo: Mirabello è stato teatro in cui il Presidente della Camera, attraverso un discorso determinato e trasversale, ha posto la propria candidatura (e quella di Futuro e Libertà) quale alternativa concreta nei confronti di Silvio Berlusconi (“metodi tipici del peggiore stalinismo”) e del PdL (“Non c’è più: imposssibile tornare in qualcosa che ha smesso di esistere”). Stoccate importanti agli ex alleati e all’informazione che fa capo al Premier (“aAttacchi personali infami ma lo stile Boffo non fa paura”, “I telegiornali sembrano fotocopie dei fogli d’ordine del Pdl”), frecciate ai compagni di una vita dentro Alleanza Nazionale (“I colonnelli hanno cambiato generale”), ridimensionamento politico della lega Nord (“Appiattirsi sulle posizioni di partito regionale non ha motivo di essere”), apertura alle opposizioni (“Cerchiamo di fare le riforme coinvolgendo tutti”) ed ennesima conferma del fatto che Fli non volterà le spalle alle indicazioni elettorali e sosterrà l’Esecutivo rispetto ai cinque punti programmatici (“Ma nel merito ci deve essere un confronto”).

Non solo: Fini si issa a paladino di etica e morale riaffermando la priorità di alcuni punti (onestà, pluralismo, difesa dell’operato dei giudici e della magistratura) dai quali occorre ripartire. Non sono mancate le indicazioni più squisitamente politiche (“Giusta protesta di precari della scuola e forze di polizia rispetto alle decisioni del Governo, inammissibile un Paese dove un giovane su quattro è disoccupato, impensabile una Nazione che possa fare a meno del Ministro dello Sviluppo economico, codice etico per gli amministratori, Federalismo che tenga conto delle esigenze del Paese”) e non potevano venire meno neppure le reazioni partitiche rispetto alle frasi del Presidente della Camera.

L’attacco degli esponenti del PdL è scontato: la sensazione è che Fini punti al voto senza addossarsi le colpe della rottura, la strategia è di bocciare in toto le parole della terza carica istituzionale e rimarcare l’astio nei confronti della figura del Premier.

Mirabello, Fini: “Il PdL non c’è più. Berlusconi come il peggior stalinista: fedeli a elettori, ripartire da etica e onestà”

LE DICHIARAZIONI
Roberto Maroni, Ministro dell’Interno: “Governo, oggi si decide”
Angelino Alfano, Ministro della Giustizia: “Processo breve sottratto dai punti programmatici”
Italo Bocchino, portavoce Futuro e Libertà: “Qui invocano un nuovo partito”. “Fini inaggirabile”. “E’ il popolo di un leader, Fini”
Gianfranco Fini (a pranzo con i deputati Fli): “Siate granitici e utilizzate una lingua sola”. “Rispetteremo il patto con gli elettori”
Carmelo Briguglio (Fli): “Nuovo partito quando lo dirà Fini”
Francesco Storace, La Destra: “Montecarlo, Fini chiarisca”

LE PREMESSE
Alle 18 di domenica 5 settembre Gianfranco Fini prende la parola da Mirabello (Fe) nel corso della Festa del Tricolore. L’attesa per le parole del leader di Futuro e Libertà (gruppo parlamentare creato dai dissidenti del PdL) cresce con il passare dei minuti anche perchè – da ciò che dirà il Presidente della Camera – sarà poi possibile ricomporre i tasselli e capire. In primo luogo, se l’Esecutivo attuale ha margini per proseguire il lavoro iniziato lo scorso aprile 2008.

Delle divergenze tra Fini e Silvio Berlusconi (ma anche tra i finiani e i berlusconiani) si è detto abbondantemente: un rapporto che si è incrinato con il passare dei mesi e che ha avuto l’apice negativo nella decisione assunta dall’Ufficio di presidenza del Popolo delle Libertà lo scorso 29 luglio, quando Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio vennero deferiti al collegio dei probiviri e le posizioni di Gianfranco Fini dichiarate di fatto incompatibili con i principi ispiratori del Pdl.

Nella conferenza stampa del giorno dopo, Fini sfidò a muso duro gli artefici di quella decisione sostenendo: “In 2 ore sono stato espulso dal partito che ho contribuito a fondare…Nessuno mi ha permesso di difendermi“. Sono succeduti giorni di scontri e polemiche vissute in primo luogo sulle pagine dei giornali, dove non è mancato il tentativo di screditare la terza carica istituzionale attraverso una campagna mediatica volta a colpirne l’inataccabilità morale ed etica (vedi caso Tulliani-Montecarlo) e nei quali le parti hanno delineato in maniera sempre più evidente le proprie differenze.

Però: nè il PdL nè Fli hanno intenzione di rompere l’allenaza sottoscritta in sede elettorale senza motivo concreto, comprensibile e spendibile (tradotto: senza che sia l’altra delle due parti a causarne oggettivamente la rottura). Si sta discutendo da tempo sulla opportunità di consentire al Governo di completare il mandato attraverso la sottoscrizione di punti programmatici (cinque) da condividere: riforma tributaria e federalismo fiscale, sicurezza, immigrazione, rilancio del Sud e giustizia.

A tenere distanti le parti, il tentativo del PdL di inserire nel novero delle cose da fare anche la cosiddetta legge sul “processo breve”: i finiani non l’avrebbero avvallata, pareva motivo di rottura annunciata e invece. Solito colpo a effetto di Berlusconi a scombussolare i piani: a poco più di 24 ore dall’intervento di Fini, il Premier cancella dall’elenco proprio il processo breve. Non rientrerà nei punti di programma: “Adesso la rottura sarà solo colpa sua: questa Fini non se l’aspettava proprio eh?“, avrebbe confidato Berlusconi ai più fidati. Non c’è che attendere, a questo punto, la replica di Fini.

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Alfano – Maroni: “Se cade il Governo, si vota”. Lotta alla criminalità organizzata: cifre ufficiali

Nonostante le parole del Presidente della Repubblica auspicassero la rinuncia al voto, sono due Ministri dell’attuale maggioranza di Governo a mostrare differenti vedute. Angelino Alfano, titolare della Giustizia, e Roberto Maroni, Ministro dell’Interno, hanno prontamente replicato a Giorgio Napolitano utilizzando la prevista riunione del comitato di Sicurezza che si è tenuta a Palermo nel giorno di Ferragosto.

In una conferenza stampa congiunta, al termine della stessa, i due referenti dell’Esecutivo hanno ribadito di non essere “disponibili a giochi di palazzo, a ribaltoni, che tolgano al popolo sovrano il diritti di scegliere da chi vuole essere governato. Se la maggioranza viene meno non c’è altro rimedio che le elezioni, che si possono fare in qualunque momento dell’anno“.

Il messaggio è chiaro: dovesse cadere l’attuale compagine di Governo, l’unica strada percorribile è quella delle elezioni anticipate. ALFANO: “Qualsiasi ipotesi secondo cui chi ha vinto le elezione fa l’opposizione e chi le ha perse fa il governo viola l’articolo uno della Costituzione, ovvero che la sovranità appartiene al popolo. Non appena riprenderanno i lavori (il Parlamento torna a essere attivo a settembre, ndr), sottoporremo alla maggioranza alcuni punti programmatici (giustizia, federalismo, fisco e sud, ndr), in base ai quali si verificherà se esiste o meno una maggioranza in grado di governare“.

Camorra, Vittorio Pirozzi arrestato a Bruxelles: tra i 100 latitanti più pericolosi

Arrestato a Bruxelles il camorrista Vittorio Pirozzi, tra i 100 latitanti più pericolosi. L’elogio e il ringraziamento del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano dichiara: “Nuovo successo dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata”. Camorra, mafia, ‘ndrangheta: chi sono i ricercati.

Badalamenti Vito, nato a Cinisi il 29/04/2007: è ricercato dal 1995, per associazione di tipo mafioso e altro.

Condello Domenico, nato a Archi (RC) il 4/11/1956: è ricercato dal 1993, per omicidio, associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, rapina, armi e altro; deve espiare la pena dell’ ergastolo; il 20/02/1993 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.

Matrone Francesco, nato a Scafati (SA) il 15/07/1947: è ricercato dal 2007 per omicidio e altro.

Non tre nomi a caso, nonostante la comunanza possibile con tanti altri che potrebbero dover subire, per pura coincidenza, l’onta di portarne identico nome e cognome. Non tre nomi a caso: bensì tre esponenti della malavita organizzata che hanno in comune la condizione di latitanza e che differiscono per l’oragnizzazione di riferimento. Sono nella lista dei 30 ricercato più pericolosi: il Badalamenti al soldo di Cosa Nostra; il Condello arruolato nella ‘Ndrangheta; il Matrone esponente della Camorra.
Nel novero dei superlatitanti, ne va oggi depennato un altro.

Dopo il disegno di legge con piano straordinario di contrasto alle mafie e la delega al Governo in materia di normativa antimafia approvato al Senato lo scorso 3 agosto, l’Italia porta a casa un nuovo successo nell’ambito della lotta alla criminalità organizzata: nella serata di ieri infatti, in pieno centro storico a Bruxelles (passeggiava per le strade del Belgio) gli agenti della Sezione catturandi della Questura di Napoli e dell’Interpol, hanno arrestato il latitante Vittorio Pirozzi, di 58 anni, trafficante internazionale di droga, inserito nell’elenco del ministero dell’Interno tra i 100 ricercati italiani più pericolosi. Deve scontare una pena definitiva di 15 anni di carcere.

Maroni: “Carceri? Disegno legge peggio di un indulto”

maroniAbbiamo una valutazione negativa sull’impatto che avrebbe il cosiddetto disegno di legge svuota-carceri”, che darebbe la possibilità ai detenuti di scontare l’ultimo anno di pena ai domiciliari. Sono le parole che il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha rilasciato all’Ansa. L’esponente della Lega Nord giudica così il provvedimento che è all’esame della commissione Giustizia della Camera: “Peggio di un indulto, visto che gli effetti non sarebbero una tantum, ma varrebbero sempre”.

Ddl Valentino, Carofiglio: “E’ l’azzaramento della lotta alla mafia”

Totò RiinaCosì si torna agli anni Sessanta, è l’uccisione e l’azzeramento totale della lotta alla mafia“. E’ il pensiero di Gianrico Carofiglio, magistrato e senatore del Pd a proposito del disegno di legge presentato ieri dal senatore del Pdl, Giuseppe Valentino che prevede che la chiamata in correità da parte di un imputato non potrà avere il valore di prova in assenza di riscontri oggettivi e che riscontri oggettivi dovranno esserci sempre anche per considerare prova le dichiarazioni rese da imputati in procedimenti connessi. “Queste norme spazzano via più della metà dei processi pendenti di mafia” aggiunge il senatore del Pdl. Intervistato da La Repubblica, Carofiglio continua:

Mi chiedo se il ministro dell’Interno Roberto Maroni e i suoi amici leghisti sanno che cosa prepara un pezzo della loro maggioranza e se sono d’accordo su quello che è a tutti gli effetti un azzeramento del contrasto alla criminalità.

Suicidi nella polizia, interrogazione parlamentare

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Atto Camera. Interrogazione a risposta scritta 4-05741 presentata da Maurizio Turco. Lunedì 18 gennaio 2010, seduta n.267

Maurizio Turco, Beltrandi, Berbardini, Farina Coscioni, Mecacci e Zamparutti.

Al Ministro dell’interno, al Ministro della difesa.

Per sapere – premesso che:

un comunicato dell’agenzia di stampa Adnkronos del 14 gennaio 2010 ha diffuso la notizia dell’ennesimo suicidio di un appartenente alla Polizia di Stato: quanti siano stati i casi di suicidio che si sono verificati tra gli appartenenti alle forze di polizia negli ultimi 10 anni, quali le cause, quali gli interventi a favore dei familiari; se i Ministri interrogati non ritengano doveroso istituire una apposita commissione d’indagine ministeriale per il costante controllo dei possibili casi di disagio fra il personale dipendente al fine di prevenire il ripetersi del tragico evento narrato in premessa se detta commissione è già stata istituita, in quale data e quali siano i risultati della sua attività. (4-05741).

Si attendono sviluppi.

In Italia è allarme terrorismo

Italia

Allarme terrorismo in Italia. Nell’anno appena iniziato, si fa sempre più serio il rischio di attacchi nel nostro paese. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, parla di “segnali preoccupanti“. Secondo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, non bisogna scivolare nella psicosi, anche se è un pericolo con il quale “dobbiamo abituare a convivere“.  Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo messaggio di fine anno, ha toccato il tema, definendolo una “minaccia inquietante“. Maroni ha detto:

Ci sono segnali molto seri di una ripresa dell’attività terroristica in tutto il mondo e ci sono segnali preoccupanti anche in Italia. Per questo abbiamo innalzato i livelli di sicurezza, abbiamo intensificato le attività di indagine ed abbiamo predisposto tutti i mezzi e gli strumenti per prevenire o impedire situazioni di questo tipo.

Restrizioni internet, Ferrero: Non limitare l’uso in favore di Berlusconi

internetIl segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, aderirà alla manifestazione “Libera Rete in Libero Stato”, che si svolgerà questo pomeriggio a Roma contro le restrizioni del web. Ferrero si è detto contrario al “tentativo di limitare l’uso” della rete e “i possibili interventi a difesa di interessi particolari del premier, quali il ventilato ingresso del gruppo Mediaset sul Web o negli assetti proprietari Telecom”. Il segretario di Rifondazione Comunista ha aggiunto:

La neutralità e l’indipendenza della rete italiana devono essere preservate dai possibili interessi del gruppo che appartiene al presidente del Consiglio. Internet, finchè svincolato da ingerenze di qualsiasi natura, è un cardine di una sana democrazia contemporanea. Ecco perchè, subito dopo le dichiarazioni del ministro dell’Interno, Maroni circa la volontà, di presentare in Consiglio dei ministri provvedimenti restrittivi dell’uso della Rete, siamo intervenuti per denunciare tali scelte repressive e per annunciare una dura opposizione verso tali intenzioni e provvedimenti.

Fini, per la Craxi “una mente inchiodata a rappresentare l’opposizione”

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Gianfranco Fini alla riscossa? No, assolutamente. Anzi: dice che non romperà il suo rapporto con Silvio Berlusconi. Lo ha ribadito ancora oggi, come riportano le agenzie parlando dell’incontro odierno di Gianfranco con gli ex An.

Ma quanto accaduto ieri (la fiducia sulla finanziaria), non ha trovato il presidente della Camera affatto d’accordo: lo ha sottolineato con toni che possono essere definiti “chiari”. Ancora oggi, il suddetto si domandava: come è possibile parlare di “ottimismo”, di fronte alle previsioni negative in materia di disoccupazione diffuse ad esempio dall’Unione europea? Già, perché lo strappo tra Fini e Giulio Tremonti sembra non ricucirsi: alla terza carica dello Stato non “entusiasma”, si direbbe, l’approccio economico del Governo. Soprattutto non piace questo lasciare in secondo piano la “questione sociale”, ora in esplosione con la coda della crisi.

Cdm giovedì, Maroni: norme per regolamentizzare Internet

facebookLeggi anti-internet. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, vuole una regolamentazione più ferrea per chi naviga sul web: “Stiamo valutando misure più adeguate che intendo proporre giovedì”, al Consiglio dei Ministri. Maroni prosegue:

Sono misure che stiamo valutando per garantire ai cittadini e a chi ha compiti istituzionali di poter svolgere tranquillamente la propria azione.

Mafia, Maroni: “Utile creazione agenzia per beni sequestrati”

maroniIl ministro dell’Interno Roberto Maroni nella conferenza stampa convocata al Senato dai gruppi Pdl e Lega, insieme al ministro della Giustizia Angelino Alfano, ha detto: “Riteniamo utile la creazione di un’agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che possa utilizzare al meglio i beni confiscati con tutte le precauzioni necessarie ad evitare che tornino alla mafia”. Maroni ha aggiunto che tale proposta farà parte del Piano nazionale antimafia in dieci punti che presenteremo a gennaio nel Consiglio dei ministri e poi in Parlamento” e rispetto a cui “chiederemo una sessione straordinaria di discussione”.