Il divo Giulio. Un film per una sera

Si ripropone il video. Un po’ di commenti, fa sempre bene:

“eh allora? l’avrai commesso!” Vergogna!!

Un altro commento?

Ma sai, Ricca è riuscito a farla ammettere la verità: il tirapiedi del mafioso ha detto: “non è colpevole ma prescritto, cioè il reato l’ha commesso prima”. Capito? Non è colpevole…ahahahahah…

Il presidente della Camera(ta)

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Presiden… presidente del cons…della Camera, questo è un compito suo darmi la possibilità di parlare…
Onorevole Di Pietro lei non è nuovo di quest’aula e sa che è abbastanza naturale che ci sia…
Solo quando riguarda me però…
No, no, no ovviamente dipende dipende…dipende unicamente da ciò che si dice…
Ah, ecco.
Seeee, e a questo punto ti assumi pure tu solo, la responsabilità politica, morale, storica dell’epurazione mediatica prossima ventura di Marco Travaglio. E magari aggiungi che se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare Schifani, fuori il palo e fuori la corda! Per concludere in bellezza potresti aggiungere delirante che se il berlusconismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a te la colpa! E se il berlusconismo è stato un’associazione a delinquere, tu sei il capo di questa associazione a delinquere (cavaliere permettendo)!
Fini, ti dico una cosa, lo puoi fare! Tanto tra una settimana chi se lo ricorda?

Travaglio dixit

Caro direttore, ringrazio D’Avanzo per la lezione di giornalismo che mi ha impartito su Repubblica di ieri. Si impara sempre qualcosa, nella vita

Comincia così l’intervento di Marco Travaglio su Repubblica.

Ma, per quanto mi riguarda, temo di essere ormai irrecuperabile, avendo lavorato per cattivi maestri come Montanelli, Biagi, Rinaldi, Furio Colombo e altri. I quali, evidentemente, non mi ritenevano un pubblico mentitore, un truccatore di carte che “bluffa”, “avvelena il metabolismo sociale” e “indebolisce le istituzioni”, un manipolatore di lettori “inconsapevoli”, quale invece mi ritiene D’Avanzo. Sabato sera sono stato invitato a “Che tempo che fa” per presentare il mio ultimo libro, “Se li conosci li eviti”, scritto con Peter Gomez, che in 45 giorni non ha avuto alcun preannuncio di querela

A Travaglio piace sottolineare il suo passato e i guru che lo hanno cresciuto. Una velleità cui, probabilmente, chiunque cederebbe. Lui, in particolare, lo fa in modo non a tutti gradito. La sua faccia lo permette. I tratti del viso, e i toni di voce.

I guai giudiziari di Olmert inguaiano Israele

In effetti iniziava a sembrare tutto un po’troppo semplice. Pareva quasi strano che tra israeliani e palestinesi, se si escludono i contrasti “italiani” avuti alla Festa del Libro di Torino, ci fosse un attimo di tregua.

Il fatto è che la tregua tra i due continua, il problema questa volta è in seno agli isrealiani che si ritrovano in una situazione molto difficile, che potrebbe portarli, nel caso in cui la faccenda dovesse degenerare, a rimanere senza il loro premier Ehud Olmert.

I problemi “israeliani” sono di tipo giudiziario e vedono coinvolto Olmert non come presidente quanto invece quando ancora era sindaco di Gerusalemme. Cerchiamo di comprendere meglio la situazione quale è.

Primarie USA: La statistica parla, Obama presidente

Se nella realtà il buon Barack Obama è ancora impegnato in una lotta, a questo punto impari, contro la bionda Hillary in attesa di scontrarsi contro il repubblicano McCain, il toto-presidente è già in atto.

Sempre con la speranza che chi fa i sondaggi negli Stati Uniti non sia la stessa persona, o gruppo di persone, che li fa in Italia sembra che il prossimo presidente potrebbe essere Barack Obama.

Un’affermazione questa che deriva da alcune considerazioni che ci fanno rileggere in chiave decisamente differente anche l’importanza della vittoria nelle primarie democratiche.

Marco Travaglio Parte II

Dei suoi procedimenti penali, e dei risultati degli stessi, potrete leggere qui. Sito non ufficiale.

I fascistelli di destra, di sinistra e di centro che mi attaccano, ancora non hanno detto che cosa c’era di falso in quello che ho detto

Si difende – o meglio, risponde – Marco Travaglio.

Indro Montanelli, alla vigilia di Pasqua del 1988, lo chiamò a collaborare al Giornale. Dicendogli:

Gratis, naturalmente. Anzi dovrai versarmi qualcosa tu per l’onore che ti faccio

E lui narra:

Ho fatto l’abusivo al Giornale come vice-corrispondente da Torino dall’87 al ’92. Il corrispondente era Beppe Fossati, bravo e simpatico, ma con poca voglia di lavorare. A volte scrivevo pure i suoi articoli e lui mi dava cinquantamila lire al pezzo.

Le parole con cui il buon Indro Montanelli descriveva Marco Travaglio sono il sunto perfetto di questa recente, torbida faccenda del nuovo lodo Schifani:

No, Travaglio non uccide nessuno. Col coltello. Usa un’arma molto più raffinata e non perseguibile penalmente: l’archivio

I trombati. Michela Vittoria Brambilla?

brambilla
Michela Vittoria Brambilla nacque quasi 41 anni fa – se li porta bene, su – in quel di Calolziocorte, nella provincia di Lecco. Wikipedia la definisce, a beneficio dei più:

una imprenditrice e politica italiana, ex-presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio

Ma anche

Erede di una famiglia di industriali dell’acciaio da quattro generazioni, laureata in filosofia all’Università Cattolica

Una filosofa, dunque.

Michela Vittoria Brambilla si è candidata alle elezioni politiche del 2006 con Forza Italia nella VII circoscrizione Veneto 1, senza però risultare eletta. Successivamente nel 2007 si è autonominata presidente dell’Associazione Nazionale Circolo della Libertà

L’autonomina ha un sapore tutto suo. Non dimentichiamo un altro particolare della sua biografia:

Ha precedentemente lavorato come giornalista televisivo per il gruppo Mediaset

Il Fantasma di Milosevic dietro la nuova Serbia

Tempo di elezioni in Serbia, che poco meno di due mesi fa, si è ritrovata a scegliere il suo presidente.

Allora fu Boris Tadic a vincere. Una vittoria che significo una fondamentale sterzata della Serbia in direzione Bruxelles e quindi Unione Europea.

Da quel giorno accadde un tira e molla continuo, sostenuto anche da una tensione particolarmente elevata, dovuta al fatto che il Kosovo, una regione della Serbia, si era dichiarato indipendente, sostenuto anche dalla comunità europea.

Io sto con Marco Travaglio. E voi?

Gli strali della casta si sono abbattuti con violenza per tutto il fine settimana su Marco Travaglio e le sue scomode verità. L’odore che si respira nella stanza dei bottoni del Governo più “mediatico” del mondo, mi consentano, è di editto bulgaro. Il sapore è quello di una purga stalinista. Le accuse rivolte al giornalista sono numericamente inferiori soltanto alle scuse che si sono susseguite a ripetizione nei confronti della seconda carica dello stato. Sapete che c’è? Lo faccio anch’io: Scusi presidente Schifani. Magari porta fortuna.
Ma cerchiamo di andare con ordine e partiamo dall’inizio. Nel corso della sua partecipazione a Che tempo che fa di sabato scorso, Marco Travaglio è ricaduto nel suo antico vizietto, ha detto la verità. Ma se errare humanum est, perseverare… E poi, in prime time. Almeno nel 2001, ospite da Luttazzi, l’ora era tarda ed il bacino di utenza di coloro che ascoltarono alcuni stralci del libro “L’odore dei soldi” – scritto da Travaglio a quattro mani con il giornalista Elio Veltri, sulla vita e le opere del Berlusconi imprenditore – era di certo minore. Ma la regola d’oro della TV è che una volta che ci finisci dentro, in un paese come il nostro lo ribadisco, qualunque tuo gesto, comportamento, parola, espressione facciale potranno essere usati contro di te.
Ed ecco che per il presentatore ci fu cancellazione delle restanti registrazioni di Satirycon ed epurazione, e per entrambi la richiesta di risarcimento milionario con la strumento della querela. Berlusconi e i suoi chiedono complessivamente 150 miliardi del vecchio conio di risarcimento. Risultato? Berlusconi deve a Travaglio centomila euro.

Aldo Moro e Vittorio Zucconi. Storia di un vissuto

Io c’ero, a via Fani. Anni dopo, i brigatisti mi dissero: Noi cercavamo di colpire al cuore lo Stato Italiano, ma scoprimmo… che non ha un cuore

30 anni fa le Brigate Rosse uccidevano Aldo Moro. L’Italia lo ha ricordato ieri. Più o meno.

Oltre 100 faldoni di documenti, corrispondenti a circa 62 mila pagine, della Commissione stragi – filone Moro sono consultabili in Rete grazie al progetto Commissioni d’inchiesta on-line curato dall’Archivio storico di Palazzo Madama.
Cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del partito della Democrazia Cristiana, Aldo Moro. Non l’avessero ucciso, era in forte odor di Presidenza della Repubblica. Un’altra storia, per l’Italia. Chissà come sarebbe l’Italia.

9 maggio 1978: L’Italia si ferma, muore Aldo Moro

Sono passati 30 anni da quel clamoroso 9 maggio 1978. Una giornata che divenne tristemente importante per la storia dell’Italia. Infatti è proprio oggi che, esattamente 30 anni fa, a Roma viene ritrovato in via Caetani il corpo senza vita di Aldo Moro.

Sarà capitato a tutti vedere quelle immagini in cui si vede la ormai famosa renault 4 rossa, parcheggiata appunto in via Caetani, con all’interno il presidente della DC senza vita. Un agonia, quella con epilogo il 9 maggio, iniziata 55 giorni prima con il rapimento da parte delle BR in via Fani, sempre a Roma.

Una storia quella di Moro in questi 55 giorni, travagliata di sofferenza ma soprattutto di misteri. Tanti e troppe cose ancora non sono state definite chiaramente e hanno gettato ombre su quello che, molto probabilmente, era un rapimento risolvibile con il rilascio e non con l’assassinio.

Current speaks italian e Al Gore conquista i blogger

Benvenuti su Current. Un nuovo network, fondato su un nuovo principio: ora, hai una voce anche tu

Democratizzare l’informatizzazione. La stampa, quella intesa in senso classico, era forse un po’ preoccupata. Al Gore ha incontrato i blogger italiani, per il lancio del network televisivo globale di notizie e informazioni creato dai suoi spettatori che da oggi è visibile anche in Italia sul Canale 130 grazie ad un accordo tra Current e Sky Italia. Non solo tv, al cospetto dei blogger. Una task force di I Say Blog è stata invitata e non è mancata all’evento blogger.

Indipendenti: Al Gore sceglie l’Italia per la prima versione locale non anglofona della sua TV. E dice di non temere i poteri forti. Perchè è stato considerato un paese interessante. Un caso, forse? Nell’ambito delle bloggeriane domande non manca il ricordo di una performance tutta italiana poco dignitosa. Non la quantità di internauti – tanti, altro elemento appetibile per il buon Gore – quanto l’italiano ranking nella classifica di Freedom House. Per il 2007, si era in crescita.

Political Rights Score: 1
Civil Liberties Score: 1 Status: Free Trend Arrow Italy received an upward trend arrow due to increased freedom of the press following Prime Minister Silvio Berlusconi’s exit from office

E ora?

Il nano è tratto. E dice che ora non ha più scuse

nano
Il manifesto titola Il nano è tratto. Come di consueto, giocano con le parole. Il nano, adesso, si fa grave, mentre esce dall’in pectore.

Stavolta non abbiamo più scuse. Ci sono tutte le condizioni per fare. E se non faremo sarà solo colpa nostra. Se non faremo, saremo travolti

L’idillio, chissà. Chi può dirlo. Chi lo sa. Come si pone, oggi, l’italiano medio, di fronte a quel che l’è. Il nuovo Governo. La nuova direzione.

La popolarità è faccenda strana. Viene e va. Chiedetelo a Sarkozy. Viene e precipita, è fascinosa e bizzarra faccenda.
Il Silvio saggio.

Questo non può essere il governo del “sole in tasca”, ma quello dei “piedi per terra”

Ricordando al mondo che

La situazione del Paese è difficile, non c’è spazio per i facili ottimismi

E’ da quando ha vinto che mette le mani avanti.

Governo: Berlusconi IV. Our time is running out. La carica dei 21

Ore 19.50. Mara Carfagna – all’anagrafe Maria Rosaria Carfagna – (Salerno, 18 dicembre 1975) diventa Ministro della Repubblica Italiana. Chi è Mara Carfagna? Una politica e showgirl italiana, parlamentare di Forza Italia e attuale titolare del Ministero senza portofoglio per le Pari Opportunità. Il sito del suddetto ministero non è ancora, giustamente, stato modificato. Quindi possiamo leggere della sua predecessora, Barbara Pollastrini.

Ho sempre vissuto a Milano, a parte brevi parentesi di studio trascorse a Parigi e un lungo pendolarismo con Roma, città che da qualche anno ospita buona parte del mio impegno politico e parlamentare. Come tanti della mia generazione ho scoperto la politica nel ’68, soprattutto all’università. Nel mio caso la Bocconi dove mi sono laureata con una tesi su Charles Fourier. Era quella la stagione del movimento studentesco, e da lì a poco del movimento delle donne. Ne scaturì una miscela particolare di studio, passione politica e civile che ho sempre conservato tra i ricordi più cari e che è rimasta parte della mia identità

Eccetera eccetera, scrive l’uscita Pollastrini. Leggetevelo – sperando che il link si conservi – e guardatevi la foto. Ma torniamo a Mara.