Marini rinuncia. Anche agli spiragli

spiraglio
Più che spiragli, alla fine si sono rivelati veri e propri spifferi. Signori spifferi di sinistro aspetto. Marini non ha perso altro inutile tempo. Si è presentato da chi di dovere – il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – e a occhio e croce gli ha riportato che insomma, si capiva, era chiaro, non ci sta proprio niente da fare.
Tradotto in linguaggio istituzionale e politicamente divulgabile, ecco il report del Presidente del Senato: E’ diffusa tra le forze politiche la consapevolezza della necessità di modificare la legge elettorale vigente. Non ho però riscontrato l’esistenza di una maggioranza su una precisa ipotesi di riforma. Per questo ho rimesso nelle mani del presidente della Repubblica il mandato che mi era stato affidato. Ufficiale, chiara, affatto ambigua, forse un po’ amara chiusura del mandato esplorativo.
Nulla di fatto, insomma. Oggi si è concluso, ingloriosamente, l’ultimo giro di consultazioni, quello decisivo.

L’uomo di Arcore ha detto no

Silvio Berlusconi
Non che sia un gran colpo di scena, a dirla tutta. Le consultazioni sono andate come da programma. Attendiamo solo tutti che il buon Marini salga al Quirinale a dire Ah Napolità, te l’avevo detto io….
L’uomo di Arcore non ha mai avuto le idde così chiare, probabilmente. Dialogo sì, ma dopo le elezioni. Una pacca sulla spalla a questi avversari politici ormai disperati, si direbbe. Dopo la caduta del governo Prodi, per Silvio continuano ad esserci solo le elezioni. In realtà c’erano anche prima. Il leader di Forza Italia, si sa, è un ottimista di natura: Non è una tragedia, né un salto nel buio. Questo il suo efficace sunto dopo l’incontro odierno con Franco Marini, in cui ha ribadito la sua posizione immutata.
A non essere d’accordo, ma anche questo è l’esatto contrario del concetto di colpo di scena, è il Partito Democratico. L’Italia che produce non vuole precipitare verso le elezioni, visto il rischio di ingovernabilità e instabilità, ma preferisce una nuova legge elettorale per avere governi capaci di governare. Parola di Walter Veltroni, che giura di avere anche la ricetta vincente. Quale? Un esecutivo a scadenza, col timer, tanto per capirsi, che in tre mesi riscriva le regole del gioco. In caso contrario sarebbe un’altra occasione mancata.

I due Presidenti

Castro
E’ il giorno della verità, o quasi. Oggi all’attacco i grandi partiti, ricevuti alla Corte di Marini per brancolare tra gli spiragli. Verranno ricevuti Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi (ha confermato, nonostante il lutto) e Walter Veltroni. Nel pomeriggio sarà la volta dei tre ex presidenti Cossiga, Scalfaro e Ciampi. E poi stop. Pace, fine. Tra stasera e domani mattina Franco Marini dovrà salire al Quirinale.
L’esito delle consultazioni dello spiraglio è quasi certamente senza spiraglio. Il centrodestra non si è schiodato dalle sue posizioni. Il no è rimasto no. Il governo per fare la riforma elettorale non s’ha da fare e a Marini non resta molto probabilmente che desistere. Non ci sarebbero le condizioni per continuare.
A decidere, però, nel centrodestra, che gli alleati lo ammettano e vogliano o meno, è il Silvio. E Marini lo vuole ascoltare assai attentamente. Anche perchè, e non se ne capisce in realtà la recondita ragione, Marini pare ancora ottimista.

Prodi, grazie grazie grazie

Non sono completamente ubriaco o sotto effetto di droghe tranquilli. E il titolo del mio post non vuole nemmeno essere un atteggiamento ironico nei confronti di colui che è riuscito in circa metà della sua legislatura a scontentare qualsiasi classe economica del paese. La scritta “Prodi, grazie grazie grazie” come anche “Grazie Prodi, campione di coerenza, pazienza e resistenza” sono solo alcuni dei motti, scritti su cartelloni colorati, che alcuni manifestanti hanno portato ieri sera, sotto casa dell’ex premier a Bologna.

Parlare di manifestanti pacifici, vedendo soprattutto le scene che ci giungono dalla Campania, sembra strano, quasi improbabile. Ed invece è proprio così. Come sabato scorso anche questo sabato alcuni sostenitori di Prodi sono giunti in via Gerusalemme nella città delle due torri per abbracciare e sostenere l’ex premier in un momento come questo.

Marini e gli spiragli

Marini
Non si capisce se a muoverlo sia la disperazione oppure una consapevolezza atavica. Concluse le odierne consultazioni, Franco Marini si pronuncia. E parla della presenza di uno spiraglio ancora aperto per la formazione del nuovo governo. Dove? Come? Quando?
Sembra sereno. Naturale, se fosse chiuso starei in vacanza, invece devo lavorare fino a lunedì. Il ragionamento non fa, in effetti, una piega. Io passerò il week-end a riflettere, voi a divertirvi. Gli elementi per la valutazione conclusiva li darò lunedì. Queste le parole del Presidente del Senato ai giornalisti.
Il bilancio della giornata vede tutti gli interlocutori che hanno concordato all’unanimità sulla necessità di un cambiamento della legge elettorale. Almeno quello.

La Crisi, di Franco Marini. Non è La Cura, di Franco Battiato

Battiato
Franco – e non si tratta di Battiato, evidentemente – continua a ripetere che Uno spiraglio c’è. Uno spiraglio che è un pertugio strettissimo, ma per il quale vale la pena, si vede, di provarci. Ieri la seconda giornata di consultazioni.
Una giornata importante, nella quale, soprattutto, Franco Marini ha parlato direttamente a Forza Italia. Un appello vero e proprio, from presidente del Senato 2 Cavaliere.
Marini, infatti, acqua alla gola e marasma mentale, ha esplicitamente chiesto all’uomodi Arcore di ascoltare la società.

E la sinistra esultò: Un guerriero!

Guerriero
E gridarono al Guerriero. Romano Prodi si incaponisce, e dopo le voci di ieri di una salita al Quirinale dopo aver incassato la fiducia della Camera – c’è chi lo aveva dato già per dimesso – ha deciso di andare avanti.
Il Professore si presenterà tra meno di un’ora in Senato per chiedere la fiducia. Stamane Prodi ha avuto un nuovo colloquio di un’ora con Napolitano: È stato un colloquio sereno e costruttivo. Ho comunicato al presidente della Repubblica che andrò al Senato alle ore 15.
Che succederà? A Palazzo Madama la maggioranza sulla carta, dopo la rivolta dell’Udeur, non c’è.

Grecia e Turchia: Finalmente Amici!

Tra le tante notizie tristi, che sembrano quasi tante e tante e tante repliche, fa piacere poter leggere che il mondo non va sempre poi così male come viene disegnato. In fondo sappiamo tutti benissimo quanto di argomenti positivi ce ne siano, ma anche quanto questi, sotto i nostri occhi sempre un po polemici, passino per lo più inosservati.

Eppure questo evento non può essere invisibile. Non può esserlo perchè rappresenta un ricongiungimento dopo 50 anni di attriti, di silenzi e di problematiche di vario tipo.

Storie da Transatlantico. Prodi ci dorme su

Transatlantico
Prodi passa alla Camera, con 326 sì e 275 no. E si sapeva. Ora. Il futuro è aperto.
La politica del Paese, ad essere idealisti, si fa non nelle retrovie torbide e nascoste degli intrighi di Palazzo, nè esplicitamente all’interno delle due aule del Parlamento.
La politica italiana – così racconta la leggenda – si fa nel Transatlantico.
Il transatlantico, il salone posto all’estremo dell’aula dove sostano i parlamentari negli intervalli delle sedute, deve il suo nome alla illuminazione a plafoniera, caratteristica delle navi transoceaniche. Durante le impomatate visite al Palazzo, gli addetti, in verità di una cordialità ormai unica e introvabile altrove, spiegano pazientemente alle orde fi turisti con cappellino che quello è il luogo reale in cui si prendono le decisioni per il futuro del Paese. Il luogo del gossip, delle anticipazioni, dei commenti non istituzionale. Insomma, della verità.

Prodi “valuta” le dimissioni e va a colloquio da Napolitano. Mentre Bossi dice: o urne, o rivoluzione armata

MOntecitorio
Si è fatto sue conti – in verità non troppo difficili. Le ha tentate tutte. Ma Romano Prodi potrebbe decidere di evitare il confronto in Senato e dopo avere incassato questa sera la fiducia nell’aula di Montecitorio, salire al Quirinale e rassegnare le dimissioni nelle mani del capo dello Stato.
C’è di tutto a bollire nel pentolone. Dini e i suoi spaccati. Il Professore a colloquio per mezz’ora con Napolitano. L’Udeur che si rivolta contro Berlusconi, già sicuro di avere i mastelliani a breve nel centrodestra. Su di noi concussioni politiche. Restiamo al centro, dicono dal partito che ha portato alla crisi di queste ore. Ci ritroveremo senza accorgercene Clemente Mastella Premier?
Ma il vero colpo di scena arriva con le parole perentorie del Senatur. Cade, cade. Può reggere alla Camera ma cade al Senato, ipse dixit. Prima di concludere con l’affermazione che più di tutte dovrebbe far riflettere: O andiamo al voto o c’è la rivoluzione. Troveremo le armi.

Prodi: gli esami non finiscono mai. Ovvero: tutti morimmo a stento

De Andrè
Quello di oggi è quasi facile. Ma quello di domani no. Romano Prodi e la sua band verificheranno oggi, nel pomeriggio, i compiti per casa a Montecitorio. Una verifica dall’esito realtivamente scontato e plausibilmente positivo per il Professore.
La Camera, anche senza i voti dell’Udeur, non dovrebbe essere un problema. I veri, lancinanti dolori di pancia arriveranno domani sera. Al Senato, la maggioranza praticamente non c’è. La resistenza del Governo appare missione disperata e la lotta all’ultimo voto con la ferocissima opposizione ruota tutta intorno al filo dei 160 consensi.
Ironia della sorte – perchè c’è in verità dell’ironico – la caccia al voto e la crisi arrivano in contemporanea con i festeggiamenti per i 60 anni della Costituzione della Repubblica Italiana.

Riuscirà Prodi a salvarsi dalla crisi?

Si riceve e si pubblica un comunicato stampa del Codacons. La Rai non trasmette le comunicazioni che il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha appena svolto alla Camera dei Deputati sulla crisi di Governo. Un fatto scandaloso per un’azienda che dovrebbe svolgere un servizio pubblico. Evidentemente per la Rai la crisi di Governo è stata già sufficientemente trattata ieri da “Porta a porta” e non è, quindi, necessario verificare che ne pensa il Parlamento italiano. I complimenti vivissimi del Codacons alla Rai e alla Commissione di vigilanza!
Ha appena finito il suo discorso, concludendo con la richiesta di fiducia a Camera e Senato. E’ stanco, il Professore. Gli ci mancava solo la crisi aperta da Clemente Mastella.

Berlusconissimo!!!

Quando si muove, è inutile dirlo, tutti lo ascoltano. Chi sta dalla sua parte ne segue le parole deliziato, chi “gioca” contro di lui cerca il minimo cavillo per remargli contro ed infine chi non ha una posizione politica ed un poco scettico lo ascolta, solo perchè lui è “Silvio”.

Sono bastate le poche parole proferite riguardo alla riforma Bianco (quella elettorale per intenderci), che subito i media si sono scatenati. Si sa il Berlusconi pensiero tira sempre ed in ogni occasione spallate contro qualcuno e, su questo argomento, colpisce a destra a sinistra e pure un poco al centro.

La posizione del Cavaliere riguardo la legge elettorale nelle ultime ore sembra cambiata. Infatti, le sue parole, che indicano il referendum come sbocco preferito per quanto concerne la legge elettorale, fanno capire quanto le posizioni di amore tra PD e Ppl si siano allontanate, seppur solo temporaneamente. Da parte dell’ ex-premier viene criticata la scelta, da parte di Bianco e della sua bozza, di aver reso la riforma troppo “proporzionale”.

Silenzio, parla Bankitalia

PIL
Ce ne hanno dette di tutte i colori. Belle e brutte. Positive, e, in tal caso,fondamentalmente incredibili, ma soprattutto, assai più credibili, negative. I numeri dello Stato Italiano, della sua economia, della sua vita quotidiana e a lungo termine, ci rimbalzano un giorno sì e l’altro pure. Spiazzandoci.
Ora arriva anche Bankitalia – ma poi, quella K, perchè? Bankitalia che, giustamente, dopo l’Ue, dopo la Standard & Poor’s, dopo i media stranieri che ci hanno beffeggiato, deve dire la sua. Numeri e dati che non sembrerebbero buoni. Positivi. Previsioni di futuro vicino.
L’ultimo bollettino della Banca d’Italia riporta le seguenti, supposte, verità: il Pil italiano crescerà nel 2008 e nel 2009 molto meno del probabile 1,9% del 2007. Tombola. La Banca d’Italia,insomma, sostiene che la crescita (?) dovrebbe aggirarsi intorno all’1%, e lì assestarsi. Il quadro di riferimento esterno si è deteriorato in misura marcata, rispetto al quadro di luglio. Perchè? Fattori esterni: petrolio e crisi dei mutui, ad esempio, che hanno analoghi impatti sugli altri Paesi. Tutti sulla stessa barca. Magra consolazione, dato che il porto di partenza italico è assai più malandato della media.