Walter, ovvero Santa Maria Goretti

Maria Goretti
Se le cerca. Non c’è che dire. Perchè gesti come quello di oggi del Silvio da Arcore non possono non attirare una critica e una risposta anche abbastanza facile. Insomma. A Uolter gliel’ha servita su un vassoio d’argento.

Noi non stracciamo i programmi degli avversari, li leggiamo e li rispettiamo

Si aggiunga poi che Uolter da Roma ultimamente pare Santa Maria Goretti. Quindi, dal Veneto dove il suo allegro pullmen attualmente fa tappa, risponde a Silvio. A te, o Silvio, che hai distrutto e buttato via il documento dei punti programmatici del Partito Democratico, io Uolter da Treviso dico. Ah, per inciso: Treviso era la prima tappa del viaggio considerata a rischio. Invece il teatro Eden è pieno e i simpatizzanti fuori hanno anche chiesto a Uolti di parlare all’aperto. Santa Maria Goretti, dunque, è pacata/o e positiva/o.

Silvio Berlusconi Show. Il Pd? Carta straccia

Muppet Show
Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo. Il mondo è una splendida location, in effetti. Apertura in gloria e pompa magna per la campagna elettorale di chi conquisterà l’universo. Qui, presso il Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo, parte ufficialmente la campagna elettorale del Popolo della Libertà. Ecco Silvio Berlusconi salire sul palco in gloriosa parata sulle note, naturalmente, dell’inno nazionale. Ed ecco con lui il DelFini Gianfranco. Il gatto e la volpe non comparivano insieme dal lontano 2 dicembre 2006, giorno della nascita del partito in piazza San Giovanni.

In questa primavera bellissima, una primavera di libertà

No, non è l’omino del telefono di Viva Radio 2. E’ l’omino reale. E’ Silvio che esordisce e ringrazia urbi et orbi, scusandoci di non essere al massimo perchè, insomma, ha fatto notte sulle liste. La forza fisica non gli manca, si scoprirà presto. Comunque, insomma, le liste sono a posto, belle che fatte.

La classe operaia va in Parlamento

karlmarx1.jpg
Passi la propaganda, che in queste settimane sembra avere preso decisamente la ribalta. Ma adesso forse si sta esagerando. Dopo i primi giorni di sbigottimento dovuti a dichiarazioni di fuoco e candidature preoccupanti – è vero – ci si fa l’abitudine ed anche le indiscrezioni più scabrose scivolano nottetempo nell’oblio. Ci sono però delle notizie che non possono passare inosservate. Proprio non ci riescono. Meno male.
E’ di ieri la polemica tra il Piddì e l’Arcobaleno, per la candidatura col botto da parte della sinistra – finalmente basta equivoci! – di Ciro Argentino, operaio della Thyssen e dirigente locale del Pdci piemontese.

A volte ritornano

pd-sicilia.JPG
Ci saremmo meravigliati del contrario. Davvero. Nel giorno del dietrofront del Piddì sull’esclusione di Beppe Lumia (alè!) – n.b. l’immagine evidenzia addirittura il diverso carattere tipografico del pdf rilasciato dall’ufficio stampa di Sant’Anastasia, a testimonianza dell’estemporaneità della decisione, giunta a furor di popolo – inserito come capolista al Senato in Sicilia, altre bombe di mercato hanno caratterizzato la giornata di ieri.
Il tempo stringe, e il walzer delle candidature sembra diventato un rock & roll, acrobatico. Gente che entra, gente che esce. Chi non entrerà mai e chi invece mai uscirà, grossi punti interrogativi. Eccoci al punto.

Berlusconi: mentire è il suo mestiere e io ho 30 senatori in più

Senato
Siccome l’uomo dei media è rimasto un tantino allibito dalle performance mediatiche del suo avversario – Porta a Porta, ad esempio – e siccome questa cosa non s’ha da fare perchè i media li ha inventati lui, mica questo comunista piddemocratizzato, ecco il rombo di tuono:

Veltroni? Bugiardo e abile comunicatore

Quando si dice da quale pulpito. Per l’abile comunicatore, eh, beninteso. Mica per altro.

E poi. Il Porcellum. Non è così male. O comunque lui è così forte da poterne contrastare eventuali controindicazioni o effetti indesiderati – maggioranze in Senato attaccate all’augurio di non prendere mai neppure una lieve costipazione.

Sono assolutamente convinto che questa legge elettorale ci porterà ad avere oltre 70 deputati in più alla Camera e almeno 30 senatori di maggioranza al Senato

Non ha dubbi. I dubbi, nella vita, non servono a nulla. E poi non c’è da avere dubbi, fondamentalmente. La rimonta del Pd, quella di cui va ciarlando Uolter sul suo Pullmann in gita, non esiste.

PD, per molti ma non per tutti

la_mafia_fa_schifo_by_palermoplanet_it.jpg
La nottata del 4 Marzo difficilmente verrà dimenticata. Almeno da quanti si trovavano in Via Nazionale, per l’ultima riunione ufficiale al Botteghino. In ballo c’era la definizione dei candidati nelle liste bloccatissime del PD. Presenti tutti i maggiorenti del nuovo partito di centrosinistra – pardon – riformatore. Lotta fratricida tra ex margheritini ed ex diessini per la spartizione dei posti di comando. Si sono fatte le cinque…
Le rotative dei giornali non hanno fatto così in tempo a passare in stampa le liste definitive del PD, che il web ci ha svelato fin da stamattina.
E’ stato uno sporco lavoro, ma qualcuno doveva pur farlo.
Il lavoro si è rivelato sporchissimo, non sporco. Sono successe cose inenarrabili. Esclusioni eccellenti ed inclusioni preoccupanti. E non ce ne vogliano la ministra Bonino e la buona call centerista siciliana – scivolata in una notte dal primo al nono posto in lista – ma stiamo parlando di cose serie. Il piddì sembra infatti aver applicato il criterio dell’invalicabilità delle tre legislature in modo molto discutibile.
Si direbbe che hanno depenalizzato il falso in lista, rigorosamente bloccata.

Veltroni? Supercalifragilistichespiralidoso!

mary poppins
Veltroni uguale Barack, lo si è già detto, lo si è mille volte ripetuto. Deliziosa la parodia del Pullmann di Veltroni di Viva Radio 2. Iessuiken, Iessuiken. Anche se, insomma, l’omino con la voce del Silvio ceh chiama in radio – il Fioraio delle Libertà, Lo Strozzino della Libertà, L’Immobiliare delle Libertà – è forse impareggiabile. Ma Fiorello è Fiorello.
Walter uguale Barack.

Vi chiedo di aver fiducia. Non solo nella mia capacità di cambiare la politica americana. Vi chiedo di aver fiducia in voi stessi

Dice Barack Obama, nella speranza di diventare il primo afroamericano alla Casa Bianca.

Berlusconi: Malpensa, mi consenta, ci penso io

berlusconi-bandana-thumb.jpg
Ci pensa lui. Malpensa soffre? Malpensa in pericolo? Hub da salvare? Non c’è problema. Lo si salva.

L’Italia non deve e non può privarsi di una compagnia di volo nazionale quale l’Alitalia; gli imprenditori dovrebbero organizzarsi

Il fu imprenditore, tuttora tale nell’anima, non ha dubbi. Malpensa va salvata. E lancia l’appello.

Penso che non sia assolutamente possibile che un hub come Malpensa venga privato del 72% dei voli; sarebbe il tracollo per l’industria del Nord, che da sempre è il motore del Paese che trascina l’Italia. I guadagni per la risoluzione dei problemi dell’Alitalia potrebbero portare fino a 200-300 milioni di risparmio, ma ne perderemmo oltre 1000 dalla rinuncia a Malpensa

Sussurri e grida nei corridoi del Viminale

Cece
Fa un caldo irreale a Roma. Il sole è alto nel cielo, il Circeo sarebbe anche a due passi, insomma, tutto viene in mente tranne che il fatto nei corridi e tra quattro mura, quelle del Palazzo del Viminale, si stia decidendo il destino dell’Italia. In 187 simpatici disegnini.
Assolata domenica romana. Sembra già primavera. In fondo siamo quasi arrivati. Il Ministero dell’Interno, silenzioso e discreto, vive di vita propria in una stradina non trafficata, traversa che collega l’affollata via Nazionale all’Esquilino. Poca gente entra ed esce dal Palazzo. L’aria è un po’ strana.
La deadline era fino alle 16 di ieri: fino a quell’ora sono stati presentati la bellezza di 187 contrassegni. Da partiti o gruppi politici organizzati e ammessi dal Ministeso stesso.

Salvate il soldato Bassolino

ryan1.gif
Si fa un gran dire da qualche mese a questa parte di quanto l’immagine del paese sia danneggiata dall’emergenza rifiuti della Campania. E non si può certo dare torto a coloro i quali indicano la giunta regionale Bassolino, quando interpellati sulle responsabilità del disastro. Sembrano infatti fuori discussione – quand’anche emergesse nella fase dibattimentale l’estraneità del Governatore della Campania ai fatti a lui contestati nello svolgimento del suo incarico istituzionale – le responsabilità di natura politica del suo gruppo dirigente.
Gruppo dirigente che da quindici anni a questa parte ha saputo consolidare una vera e propria egemonia in Campania. Ma anche in grado di allargare la base del consenso costruendo un sistema di clientele, da un lato devastante per il dinamismo economico e sociale della regione, dall’altro capace di consegnare a Veltroni il 60% di preferenze, blindando progressivamente una regione divenuta stabilmente di sinistra – pardon – riformista.
Chapeau.

La dignità non ha prezzo. Per tutto il resto… c’è Mastelcard

separazione1.jpg
Il dado è tratto. Con la dichiarazione di ieri, Berlusconi sembra avere definitivamente chiuso la porta in faccia a Mastella.

“Non c’è sincronia tra l’immagine rappresentata da un certo modo di rappresentare la politica e quello che è il sentimento del popolo delle libertà”

Si dirà: Ma non aveva già rotto lo stesso Mastella, alcune ore prima? Si risponderà: Vuoi mettere?
Questi i fatti.

10 candidati per noi… posson bastare

Lucio Battisti
Ce ne è per tutti i gusti, per tutte le certezze, i dubbi, le angosce, le verità, le falsità. Non due tra i quali scegliere, al massimo tre, perchè no, quattro, ancora sembrerebbe una scelta numericamente già vista, nella norma. No. L’Italia, paese fortunato, paese dell’abbondanza, paese della democrazia, si troverà a dover operare la scelta tra ben dieci candidati premier.
Fuori i nomi che sono stati depositati al Ministero dell’Interno. Il Viminale si è allora visto stilare la seguente lista:
Silvio Berlusconi, Pdl-Lega-Mpa
Walter Veltroni, Pd
Fausto Bertinotti, Sinistra Arcobaleno
Enrico Boselli, Partito Socialista
Pier Ferdinando Casini, Udc-Rosa Bianca
Daniela Santanchè, La Destra-Fiamma Tricolore
Marco Ferrando, Partito comunista dei lavoratori
Flavia D’Angeli, Sinistra critica
Roberto Fiore, Forza Nuova
Bruno De Vita, Unione democratica per i consumatori

Non è un paese per vecchi. O forse sì

locandina.jpg
L’album di famiglia della politica italiana di quindici anni fa, a sfogliarlo, fa impressione. Rutelli sindaco di Roma e Berlusconi Presidente del Consiglio. Devo aggiungere altro? Non credo. A volere essere pignoli si potrebbe giusto segnalare che tutti i segretari della pressocchè totalità delle formazioni politiche italiane di oggi presenta al suo vertice le stesse facce da 20 anni.
Su, diciamocelo, con le sole eccezioni rappresentate dai mini-candidati premier Santanchè e Boselli, la corsa alla poltrona di Presidente del Consiglio ed ai posti che “contano” non offre certamente novità: il sempreverde Berlusconi, con l’immancabile fiato sul collo dell’eterno erede designato Fini, l’equilibrista Casini, il subcomandante Fausto Bertinotti e Veltroni che, a dire il vero, nuovo di pacca proprio non è.
Ma se il criterio per la scelta del capitano da parte delle singole squadre appare il medesimo, lo stesso non si può dire per la composizione del resto delle formazioni. Il Pdl infatti, al netto delle naturali promozioni sul campo di alcuni elementi ( la sciura Brambilla su tutti), sembra confermare gli effettivi che furono in grado di pareggiare la precedente partita. Di contro, il PD avrebbe deciso di affidare ad un gruppo di giovani gregari il difficile compito di tirare la volata a Uolter.
Sarà vero?

Coalizione, scelta obbligata

speranza
Mentre è sempre più gradevole ascoltare Viva Radio 2 con il pezzo sul Pullmann di Veltroni che canta Ma che cè frega ma che cemporta… Giunge notizia di un mondo a parte, quello delle candidature nelle Circoscrizioni estere. Gli italiani all’estero. Che abbiano deciso le sorti del Governo caduto, è cosa nota, per quanto le interpretazioni del fattaccio sono, naturalmente, differenti a seconda della voce parlante interpellata.
A domanda risposta. L’Onorevole Massimo Romagnoli, candidato Pdl nella Circoscrizione Estera Ripartizione Europa dice la sua sul futuro prossimo venturo:

Indubbiamente non si è fatto l’errore della volta precedente. Si sono uniti i due più grandi partiti italiani del centrodestra, Forza Italia e Alleanza Nazionale. La Lega collabora con noi nelle liste, quindi avremo una grande lista e grandi risultati. Abbiamo perso le precedenti elezioni per mancanza di una coalizione, non perché gli italiani all’estero abbiano votato a sinistra. Dispiace l’assenza dell’Udc. Il danno che ha fatto l’Udc corrisponde a 20.000 voti, che diventeranno 15.000, perché Casini si sta comportando malissimo. Non solo all’estero, ma anche in Italia, e la sua cattiva immagine si riflette

Il suddetto sta attraversando paesi su paesi del Vecchio Continente per essere vicino alle persone, a chi lo voterà. Strategia, ci vuole. E che fanno gli avversari nel frattempo?