Che la mafia non voti. Per il Pd

vibovalentia
Yes, we can. Stavolta con una certa enfasi. E spezzando una lancia a favore del Uolter. Sarà retorica. Ma è una retorica questa volta diversa. Cita e parla di cose che normalmente non rientrano – non così – nella campagna elettorale.
Silvio parla di voto utile. E, per carità, anche Veltroni gli fa eco. Arrivati a questo punto, e causa Porcellum, non hanno scelta, in fondo. Ma oggi, da Vibo Valentia, è arrivato anche un altro messaggio. Qualcosa che è andato al di là del voto utile, degli indecisi, degli scontenti, degli scoramenti, dei distacchi.
In Calabria – e non è l’unico luogo, certo – il voto è anche, e soprattutto, altro.

Alitalia survivor? I ministri litigano

Alitalia

Cose serie, per favore

Queste le parole del dimissionario Premier Romano Prodi. Qualcosa di reale e di concreto. La polemica non si placa. Il ministro Bonino e il ministro Bianchi che litigano, e ultimatum che volano, tra sindacati sul piede di guerra e Air France.

Alitalia al bivio. Domani gran giorno. Negli uffici della Magliana a Fiumicino verra riaperto il tavolo tra Alitalia e l’acquirente Air France. Il silenziatore pasquale – che pure sarebbe stato assai utile – sull’affaire Alitalia non ha funzionato, anzi. Coma già a Natale, le festività risultano cruciali per la faccenda. Il destino della compagnia di bandiera è ormai inscindibilmente legato a quello della campagna elettorale. E non doveva, plausibilmente, andare così.
Conferme e smentite a rotazione. La presunta cordata italiana di imprenditori nostrani è avvolta nel più bizzarro silenzio. Cordata sponsorizzata sì da Silvio Berlusconi e dal Pdl, ma anche dalla sinistra radicale, coinvolta attraverso la lotta sindacale.

Berlusconi e la teoria dei ranghi contrapposti

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La campagna elettorale imbastita dal Cavaliere non sembra decisamente in linea con l’ipotesi – strisciante ma data per certa nei numeri – di inciucio, pardon, di governo delle larghe intese con il piddì di Veltroni. Le tecniche comunicative del Cavaliere, tanto efficaci quanto imperscrutabili per molti aspetti, non sono mai state improntate alla fratellanza dei popoli, diciamo così.
E sebbene io sia convinto che una conto è come si decide di comunicare, ed un altro è il progetto politico che – direi inevitabilmente – chi decide di costituire un partito sicuramente ha in mente. Lascerò da parte, per quanto possibile, gli aspetti più squisitamente politici, soprattutto per evitare sofisticazioni o ancora di più rischiare di portare avanti un discorso inconcludente, mancando evidentemente a noi – requisito a mio avviso essenziale per una corretta analisi politicauna visione delle cose in questione da “dentro”.
La riflessione che oggi propongo è legata essenzialmente al modo di “comunicare” il suo pensiero politico del nostro Cavaliere di Arcore.

Linciaggio in salsa Ferrara

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E’ brutta, questa storia. Terribile. Ha come teatro Villa Serena, clinica privata gestita dalle suore Immacolatine di Genova. Racconta di cartelle cliniche modificate, esami di laboratorio aggiustati, aborti. A Villa Serena facevano comparire il ricovero di alcuni pazienti come necessità di una pulizia della cavità uterina, un raschiamento in seguito ad aborto naturale.
Le pazienti non avrebbero potuto abortire volontariamente nella clinica delle religiose. Componente del Consiglio di Amministrazione è Paolo Moraglia, fratello di un monsignore. Quindi niente aborto, quello mai. Il raschiamento sì.
I Nas stanno ora cercando, in quelle stesse cartelle cliniche, la prova degli eventuali esami fasulli sull’aborto spontaneo mai avvenuto, su emorragie mai intercorse, su malformazioni mai appurate. L’aborto naturale elude gli obblighi della legge 194 che prescrive l’utilizzo di strutture sanitarie pubbliche.
L’inchiesta per aborti clandestini ha colpito il ginecologo Ermanno Rossi. E lui si è suicidato dopo la perquisizione dei carabinieri nei suoi studi privati.

Mafie. Un voto. Un fiorino. Da 50 euro. Omaggio a Saviano

Saviano
Roberto Saviano, autore di Gomorra,viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra ha scritto un lungo, agghiacciante articolo sul settimanale Time. Lo riporta oggi, in versione integrale, Repubblica.it. Ennesima denuncia terribile. Sulle economie criminali, sulle mafie, ma soprattutto su queste elezioni.
Torbide, definirle torbide ad una lettura appena oltre la superficie è ormai atto dovuto. Giochi di partito, retorica galoppante. Inutilità del contenuto del messaggio politico. Fascisti, veline, Grande Fratello, Chiesa, corruzione, indagati, condannati. Come ha fatto l’Italia ad arrivare a tanto?
C’è veramente tutto. All’appello non manca nulla. Roberto Saviano ha sempre un’espressione seria. Corrucciata. Classe 1979, è giovanissimo. Nella sua pagina su Wikipedia – dove, stranamente, c’è una foto in cui sorride – la scheda comincia con due frasi.

Io so e ho le prove. E quindi racconto.

Scrive in Gomorra. E un’altra, di Enzo Biagi, in un’intervista a Rotocalco televisivo, su Rai Tre.

Il pericolo non nasce da chi pesca, trova, una nuova notizia, il pericolo nasce da chi la riesce a far passare, da chi rompe la crosta degli addetti ai lavori, da chi in qualche modo riesce a far veicolare dei messaggi, dei racconti Di queste verità

Silvio Berlusconi Show. Il Pd? Carta straccia

Muppet Show
Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo. Il mondo è una splendida location, in effetti. Apertura in gloria e pompa magna per la campagna elettorale di chi conquisterà l’universo. Qui, presso il Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo, parte ufficialmente la campagna elettorale del Popolo della Libertà. Ecco Silvio Berlusconi salire sul palco in gloriosa parata sulle note, naturalmente, dell’inno nazionale. Ed ecco con lui il DelFini Gianfranco. Il gatto e la volpe non comparivano insieme dal lontano 2 dicembre 2006, giorno della nascita del partito in piazza San Giovanni.

In questa primavera bellissima, una primavera di libertà

No, non è l’omino del telefono di Viva Radio 2. E’ l’omino reale. E’ Silvio che esordisce e ringrazia urbi et orbi, scusandoci di non essere al massimo perchè, insomma, ha fatto notte sulle liste. La forza fisica non gli manca, si scoprirà presto. Comunque, insomma, le liste sono a posto, belle che fatte.

Il fascino indiscreto di Beppe Grillo

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Dobbiamo ammettere che l’idea è affascinante.

Fuori tutti, fuori tutti, devono andare via tutti, dal primo all’ultimo. E devono andare via anche i galantuomini. Anzi prima di tutti devono andare via i galantuomini, che mi dicono ce n’è qualcuno…

Musica e parole di Beppe Grillo, 60 anni, genovese, attore comico ma soprattutto blogger, tra i più quotati – pardon cliccati – al mondo. Ce l’ha con i politici, ça va sans dir, nel giorno del Monnezza-Day, organizzato ieri a Napoli per gridare e far gridare ai napoletani – ma direi ai campani tutti – il loro VAFFA alla gestione criminale della nettezza urbana in quella regione, da quindici anni a questa parte. La metamorfosi è quasi completa, ed il grillo parlante in questi ultimi mesi si è trasformato in leone. Ma facciamo un passo indietro.
Emblematica storia quella di Grillo. Costretto all’esilio mediatico per alcune profetiche considerazioni sulla moralità della classe politica dell’epoca, il comico genovese, dopo il ciclone Tangentopoli, anziché ricevere pubbliche scuse e nuovi contratti, viene dimenticato all’Elba.

Napoli: La “Caporetto” della sinistra

Lo dice anche il famoso detto: “Vedi Napoli e poi muori” e purtroppo mai così reale. I gas che si sprigionano dai rifiuti abbandonati ancora per le strade, della cui tossicità si è parlato a destra e a manca, invadono l’atmosfera della città, inquinandone la purezza.

E’un peccato vedere una situazione simile in Italia. Certo, sicuramente l’Italia non sarà il paese più moderno e tecnologico del mondo, non sarà il paese più all’avanguardia nelle tecnologie, non sarà il paese, almeno a livello economico, più felice. Però mi aspetto dal mio paese, un paese che comunque sia è e rimane di prima categoria, che il servizio di base venga svolto e eseguito. Non dico alla perfezione, ma che venga almeno eseguito.

In Campania sappiamo tutti come sono andate le cose. L’intervento di un commissario per lo smaltimento dei rifiuti prima, l’arrivo del super-commissario con i super poteri De Gennaro poi e ora uno stanziamento di un fondo per verificare l’effettivo tasso di salute della popolazione campana non sono serviti e non possono servire a risolvere un problema che in realtà ha radici molto più profonde.

Beppe Grillo + Rosario Fiorello = Beppe Fiorello

Fiorello
L’hanno già chiamata la grillite di Fiorello. La fiorellite alla Grillo. Una volta a Lippmann, nel lontano 1922, c’era voluta una vita per coniare la definizione di stereotipo. Oggi l’attività mediatica produce definizioni e neologismi – che pure, a volte durano, a velocità incontrollabile.

Quando vi arriva il certificato elettorale strappatelo e buttatelo per strada

E ascesero al Colle

Quirinale
Il Quirinale è un bel posto. Una convergenza strana di atmosfere lo sovrasta, tra spazio e istituzionalità. E ora, è arrivato il momento. Odierna nota ufficiale del Quirinale stesso: Ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riceverà questa sera, al Palazzo del Quirinale, il Presidente del Senato della Repubblica senatore Franco Marini, alle ore 18,00 e il Presidente della Camera dei Deputati, onorevole Fausto Bertinotti, alle ore 19,00.
E siccome la Costituzione, in questo anno appena cominciato e già martoriato, fa anche 60 anni, fa solo bene andare a vedere per esteso cosa dice la Carta al suo articolo 88 . Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.
Marini è già passato, ora è la volta di Bertinotti. Per un unico, troppo probabile risultato. L’annuncio ufficiale dello scioglimento è atteso per domani. Ci dormiranno tutti su.

Marini rinuncia. Anche agli spiragli

spiraglio
Più che spiragli, alla fine si sono rivelati veri e propri spifferi. Signori spifferi di sinistro aspetto. Marini non ha perso altro inutile tempo. Si è presentato da chi di dovere – il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – e a occhio e croce gli ha riportato che insomma, si capiva, era chiaro, non ci sta proprio niente da fare.
Tradotto in linguaggio istituzionale e politicamente divulgabile, ecco il report del Presidente del Senato: E’ diffusa tra le forze politiche la consapevolezza della necessità di modificare la legge elettorale vigente. Non ho però riscontrato l’esistenza di una maggioranza su una precisa ipotesi di riforma. Per questo ho rimesso nelle mani del presidente della Repubblica il mandato che mi era stato affidato. Ufficiale, chiara, affatto ambigua, forse un po’ amara chiusura del mandato esplorativo.
Nulla di fatto, insomma. Oggi si è concluso, ingloriosamente, l’ultimo giro di consultazioni, quello decisivo.

L’uomo di Arcore ha detto no

Silvio Berlusconi
Non che sia un gran colpo di scena, a dirla tutta. Le consultazioni sono andate come da programma. Attendiamo solo tutti che il buon Marini salga al Quirinale a dire Ah Napolità, te l’avevo detto io….
L’uomo di Arcore non ha mai avuto le idde così chiare, probabilmente. Dialogo sì, ma dopo le elezioni. Una pacca sulla spalla a questi avversari politici ormai disperati, si direbbe. Dopo la caduta del governo Prodi, per Silvio continuano ad esserci solo le elezioni. In realtà c’erano anche prima. Il leader di Forza Italia, si sa, è un ottimista di natura: Non è una tragedia, né un salto nel buio. Questo il suo efficace sunto dopo l’incontro odierno con Franco Marini, in cui ha ribadito la sua posizione immutata.
A non essere d’accordo, ma anche questo è l’esatto contrario del concetto di colpo di scena, è il Partito Democratico. L’Italia che produce non vuole precipitare verso le elezioni, visto il rischio di ingovernabilità e instabilità, ma preferisce una nuova legge elettorale per avere governi capaci di governare. Parola di Walter Veltroni, che giura di avere anche la ricetta vincente. Quale? Un esecutivo a scadenza, col timer, tanto per capirsi, che in tre mesi riscriva le regole del gioco. In caso contrario sarebbe un’altra occasione mancata.

Marini e gli spiragli

Marini
Non si capisce se a muoverlo sia la disperazione oppure una consapevolezza atavica. Concluse le odierne consultazioni, Franco Marini si pronuncia. E parla della presenza di uno spiraglio ancora aperto per la formazione del nuovo governo. Dove? Come? Quando?
Sembra sereno. Naturale, se fosse chiuso starei in vacanza, invece devo lavorare fino a lunedì. Il ragionamento non fa, in effetti, una piega. Io passerò il week-end a riflettere, voi a divertirvi. Gli elementi per la valutazione conclusiva li darò lunedì. Queste le parole del Presidente del Senato ai giornalisti.
Il bilancio della giornata vede tutti gli interlocutori che hanno concordato all’unanimità sulla necessità di un cambiamento della legge elettorale. Almeno quello.

La Crisi, di Franco Marini. Non è La Cura, di Franco Battiato

Battiato
Franco – e non si tratta di Battiato, evidentemente – continua a ripetere che Uno spiraglio c’è. Uno spiraglio che è un pertugio strettissimo, ma per il quale vale la pena, si vede, di provarci. Ieri la seconda giornata di consultazioni.
Una giornata importante, nella quale, soprattutto, Franco Marini ha parlato direttamente a Forza Italia. Un appello vero e proprio, from presidente del Senato 2 Cavaliere.
Marini, infatti, acqua alla gola e marasma mentale, ha esplicitamente chiesto all’uomodi Arcore di ascoltare la società.