Italia, elezioni politiche 2008. Una proposta concreta: chiudiamo per sfiga

sfiga
Baaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaastaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. No. Dico. Basta.
E dopo lo sfogo, il perchè dello sfogo. Un semplice elenco.
Napoli& la Monnezza.
Mozzarella di Bufala alla diossina. Bocconi, bocconcini, provola affumicata, provola, treccia, treccia affumicata.
Vino al cianuro.
Alitalia (ecceteraecceteraeccetera).
Pizza. No, non l’alimento.
E da oggi…

Veltroni e l’Uovo di Pasqua

veltroni
Scusi Uolter. Qui non è che la si voglia tacciare di anacronismo. Perchè è vero, non di avvenimenti di secoli fa si parl, ma di almeno un paio di settimane fa sì. Scusi, Uolter, non gliel’hanno detto che la Santa Pasqua è bella che passata? E’ vero, è vero, quest’anno è caduta prima, rispetto al solito. Forse l’orologio biologico medio non è proprio riuscito ad abituarsi. Però insomma.
Bisognerebbe dirglielo che non è il caso di aspettare ancora la sorpresa dell’uovo di Pasqua, perchè la Santa Pasqua è passata. Come si fa? Perchè poi, come al solito, l’Italia è una questione di punti di vista.
Walter Veltroni avrebbe, a detta di Roberto Calderoli ,

una rabbia tremenda e sa di aver perso

Questo il commento, in seguito alle critiche mosse dal leader del Pd all’alleanza tra Lega Nord e Movimento di Lombardo al Sud.

Chi fa l’accordo con la Lega al nord e il Movimento per le autonomie al sud ha già vinto. Veltroni sa di aver già perso

Pizza runs. E Berlusconi si accaparra i voti della Democrazia Cristiana. E il Senato

costituzione
Dunque, facciamo un po’ di conti. La DC alla fine corre. Pizza corre. Pizza runs.
Ieri, intorno alle 17, si è chiuso il caso Pizza, almeno per il momento. Il caso che ha fatto rabbrividire la nazione tutta, comprese propaggini estere e all’estero disperse. E Giuppy (all’anagrafe, Pizza Giuseppe) è stato ricevuto nelle stanze di nostro Signore della Premierità, Silvio Berlusconi. A palazzo Grazioli

ho appena finito di parlare con gli alleati Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini

ha dichiarato il Pizza nazionale uscendone.

Quando l’Italia non vola. E, forse, non vota neanche. Alitalia, il fantasma del fallimento: staccata la Spinetta

Alitalia
Bene. Forza, ora tiriamo in campo il piano b. E’ il momento di mettersi all’opera e di realizzare il back up. Una cordata italiana, sì. Perchè c’è, no? Perchè c’è un piano b, vero? Ci sarà sicuramente. Per forza. Uno Stato, uno Stato civile, uno Stato moderno, uno Stato europeo, uno Stato da G8, G7, G1000 avrà sicuramente un piano b per salvare la sua storica compagnia di bandiera, che permette ai suoi prodi cittadini e concittadini di volare liberi e felici per il mondo. E’ chiaro, è evidente. Vogliono solo creare un po’ d’attesa, ma certo sarà tutto calcolato. Sì, certo. Non c’è nessun problema.
I giornali, quei cattivoni, roiportano che quella di ieri è stata una giornata drammatica per Alitalia. I francesi ci hanno dato una lezione, parrebbe, ma sarà sempre malizia. Air France ha abbandonato il tavolo delle trattative. Altra ciliegina, a quel punto, il presidente e amministratore delegato della compagnia di bandiera, Maurizio Prato, si è bello che dimesso.

Sarabaaaanda! Nel Pdl sul voto per le amministrative agli immigrati, chiosa Veltroni

Valentina Sarabanda
Sarabandaaaaaa. Musichetta, canzoncina, jingle in testa e via. Uno dei capitoli più tristi e trash della storia recente della televisione italiana – non ne voglia Enrico Papi, lui ci provava, a modo suo.
Torna, questa parola e questa musichetta in testa oggi, data la giornata politica. Che soffre di strascichi da weekend – lo dovrebbero abolire, in campagna elettorale, fa più danni che altro perchè la gente ha due minuti in più a disposizionem giusto due, per pensare.
Comunque, in sintesi: il Cavaliere aveva aperto alla possibilità di far votare gli stranieri regolari alle elezioni amministrative. E lì ci si chiede: con la Lega in giro, come gli è venuto in mente di non osservare il silenzio fino a data sicura. Segue: altolà di Maroni – eh beh. Segue: Uolter che coglie la palla al balzo. Segue: Antonio Di Pietro idem come Uolter. Segue: Uolter, giacchè, definisce sarabanda la danza sulla faccenda scatenatasi in ambito Pdl.

Utopia. Ovvero: Veltroni, l’Italia vorrebbe a volte poterti credere

Utopia
Walter Veltroni. Vorremmo, a volte, sia ben chiaro, potergli credere. Vorremmo che le utopie di cui parla si avverassero.
Ora la novità, che tutto è tranne che una novità, Serve un

grande, nuovo patto sociale

Un qualcosa, un progetto, un’innovazione strutturale, un cambiamento, per far crescere quest’Italia fristrata e maltrattata. Finalmente, economicamente e socialmente.

Dal Sud al Grande Nord, Uolter si è spostato a Brescia.

Alitalia survivor? I ministri litigano

Alitalia

Cose serie, per favore

Queste le parole del dimissionario Premier Romano Prodi. Qualcosa di reale e di concreto. La polemica non si placa. Il ministro Bonino e il ministro Bianchi che litigano, e ultimatum che volano, tra sindacati sul piede di guerra e Air France.

Alitalia al bivio. Domani gran giorno. Negli uffici della Magliana a Fiumicino verra riaperto il tavolo tra Alitalia e l’acquirente Air France. Il silenziatore pasquale – che pure sarebbe stato assai utile – sull’affaire Alitalia non ha funzionato, anzi. Coma già a Natale, le festività risultano cruciali per la faccenda. Il destino della compagnia di bandiera è ormai inscindibilmente legato a quello della campagna elettorale. E non doveva, plausibilmente, andare così.
Conferme e smentite a rotazione. La presunta cordata italiana di imprenditori nostrani è avvolta nel più bizzarro silenzio. Cordata sponsorizzata sì da Silvio Berlusconi e dal Pdl, ma anche dalla sinistra radicale, coinvolta attraverso la lotta sindacale.

Alitalia: caos e insider trading

chart
Alitalia in campagna elettorale. Non sarà più possibile schiodarla. Ormai. Ieri scontro Veltroni-Berlusconi sui tempi della presunta cordata italiana pronta all’acquisizione di Alitalia. Oggi arriva la voce di quello che, non dimentichiamolo, è un ex-magistrato. Non dimentichiamo neppure che a Berlusconi i magistrati proprio non sono mai andati giù.
All’attacco, signore e signori, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro. Un attacco nel vero senso della parola, e di tutto rispetto. Perchè accusa il Silvio nazionale – in effetti niente di non già visto – di compiere un reato.

Berlusconi sta facendo insider trading facendo credere contrariamente al vero che c’è qualcuno che vuole comprare Alitalia

[Candidati Politiche 2008]: Silvio Berlusconi

Siamo giunti alla seconda puntata delle nostre schede, che presentano i candidati alle politiche del 13 – 14 aprile. E dopo aver visto uno dei due “big”, ecco arrivato il momento del secondo, non per importanza sia chiaro (lo diciamo soprattutto per lui, non si offenda).

Tutta la redazione di politicalive vi ringrazia per la partecipazione sulla scheda di Veltroni e naturalmente vi rinnova l’invito a completare con i vostri commenti anche la scheda di oggi. Perchè è grazie ai vostri pensieri che si può effettivamente comprendere il pensiero “italiano” sui vari candidati.

E ora buona lettura! E buon commento.

Di numeri, sondaggi e altre amenità

numeri
Sempre più imbarazzati, signori. Ci vorrebbe un blog a parte. Per seguire questa altalena imbarazzante di numeri che, in verità, non fanno altro che confondere. Pensare che dovrebbero aiutare a capire. Supportare nella comprensione. Rischiarare le idee. Dare un polso minimamente scientifico della situazione.
Premesso ciò – un imbarazzo, si immagina, diffuso – notizia odierna, analoga però a altalenanti dati dei giorni precedenti, è che nelle ultime settimane il rapporto tra i due maggiori partiti – Partito Democratico e Popolo della Libertà – con gli altri movimenti politici si è ridotto. Come dire: l’appello di Berlusconi a votare solo Pdl o – se proprio lo si ritenga necessario, ma naturalmente sconsiglia fortemente per la salute – al massimo Pd è stato assolutamente disatteso. Che sia una reazione orticaria da parte della popolazione italiana?
Fatto sta che, con buona pace di Silvio – ma anche, in silenzio, di Walter – Pd e Pdl stanno risentendo di un certo calo. A fronte di una crescita – significativa in termini esistenziali – degli altri, gli alleati (o dichiarati tali) e i partiti esterni ai due grandi blocchi.

Vota libero. Vota Wi-Fi

wifi
E’ tempo di proposte e campagne elettorali. Tempo di programmi, di carta straccia, di carta meno straccia – e lo si crede molto meno a quest’ultima possibilità. Molte proposte, nonchè le candidature di alcuni – salvo poi vaglio del partito per l’ufficializzazione e l’effettivo inserimento in lista – sono arrivate dal basso. Grillo, su tutti, è il fenomeno mediatico dal basso ma manipolato che può essere tenuto a mente come emblema.
Si fa poi un gran parlare, di questi tempi, di tecnologia, broadband e WiMAX, WiFi, insomma, chi più ne ha più ne metta. Foneros all’attacco, quartieri senza fili. Digital Divide da combattere. Sì. Ma.

Berlusconi: Malpensa, mi consenta, ci penso io

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Ci pensa lui. Malpensa soffre? Malpensa in pericolo? Hub da salvare? Non c’è problema. Lo si salva.

L’Italia non deve e non può privarsi di una compagnia di volo nazionale quale l’Alitalia; gli imprenditori dovrebbero organizzarsi

Il fu imprenditore, tuttora tale nell’anima, non ha dubbi. Malpensa va salvata. E lancia l’appello.

Penso che non sia assolutamente possibile che un hub come Malpensa venga privato del 72% dei voli; sarebbe il tracollo per l’industria del Nord, che da sempre è il motore del Paese che trascina l’Italia. I guadagni per la risoluzione dei problemi dell’Alitalia potrebbero portare fino a 200-300 milioni di risparmio, ma ne perderemmo oltre 1000 dalla rinuncia a Malpensa

Sussurri e grida nei corridoi del Viminale

Cece
Fa un caldo irreale a Roma. Il sole è alto nel cielo, il Circeo sarebbe anche a due passi, insomma, tutto viene in mente tranne che il fatto nei corridi e tra quattro mura, quelle del Palazzo del Viminale, si stia decidendo il destino dell’Italia. In 187 simpatici disegnini.
Assolata domenica romana. Sembra già primavera. In fondo siamo quasi arrivati. Il Ministero dell’Interno, silenzioso e discreto, vive di vita propria in una stradina non trafficata, traversa che collega l’affollata via Nazionale all’Esquilino. Poca gente entra ed esce dal Palazzo. L’aria è un po’ strana.
La deadline era fino alle 16 di ieri: fino a quell’ora sono stati presentati la bellezza di 187 contrassegni. Da partiti o gruppi politici organizzati e ammessi dal Ministeso stesso.

Salvate il soldato Bassolino

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Si fa un gran dire da qualche mese a questa parte di quanto l’immagine del paese sia danneggiata dall’emergenza rifiuti della Campania. E non si può certo dare torto a coloro i quali indicano la giunta regionale Bassolino, quando interpellati sulle responsabilità del disastro. Sembrano infatti fuori discussione – quand’anche emergesse nella fase dibattimentale l’estraneità del Governatore della Campania ai fatti a lui contestati nello svolgimento del suo incarico istituzionale – le responsabilità di natura politica del suo gruppo dirigente.
Gruppo dirigente che da quindici anni a questa parte ha saputo consolidare una vera e propria egemonia in Campania. Ma anche in grado di allargare la base del consenso costruendo un sistema di clientele, da un lato devastante per il dinamismo economico e sociale della regione, dall’altro capace di consegnare a Veltroni il 60% di preferenze, blindando progressivamente una regione divenuta stabilmente di sinistra – pardon – riformista.
Chapeau.