Primarie USA: Fifty fifty

Erano entrambi sfavoriti, sembrava che nessuno dei due avrebbe vinto e, allo stato attuale delle cose, i due contendenti democratici sembrano essersi spartiti equamente la posta in gioco.

Infatti dai primi exit poll delle primarie di ieri in North Carolina e in Indiana i risultati che dovrebbero uscire dalle urne sembrano decretare una sicura vittoria per Obama in North Carolina e un vantaggio, ma non ancora una vittoria certa, per la Clinton in Indiana.

Una situazione che così a prima vista sembra mantenere la situazione con un leggero vantaggio per Obama, che riesce cosi a conquistare qualche delegato in più e ad avvicinarsi alla soglia di 2025 delegati per conquistare la nomination democratica. In realtà non sembra proprio così.

Primarie USA: La sfida degli “underdog”

E’ finalmente giunto il 6 maggio, il I & NC day ovvero l’Indiana & North Carolina day. E dico finalmente perchè ormai la tensione per ogni sessione di primaria si fa sempre più alta, così alta da sperare che la giornata passi il più velocemente possibile e vedere cosa succede.

Infatti queste primarie sono diventate praticamente una “Sudden Death”, una “morte” istantanea per chi, per un errore proprio o per meriti altrui, riesce a spuntarla laddove non doveva vincere secondo i pronostici.

E così i nostri due candidati si presentano a dir poco sulla difensiva per questa sessione “doppia”, probabilmente per riuscire, in caso di risultato negativo, a continuare a testa alta la corsa alla poltrona democratica.

Primarie USA: Barack Obama, l’uomo del popolo?

Ladies and gentleman, signore e signori, madri e padri, figlie e figli, nipoti, nonne, nonni, zie, zii, insomma chi più ne ha più ne metta, ecco a voi il paladino dei cittadini americani Barack Obama.

Non sono impazzito, sono solo personalmente sdegnato dalla attuale capacità di Obama di farsi odiare ai miei occhi, molto probabilmente occhi troppo critici, ma che nonostante tutto rimangono comunque miei.

E’vero che in tempo di elezioni tutto è concesso, soprattutto mostrare i punti deboli dell’avversario, ma l’operazione effettuata sulla sua persona, da parte di Media-Man Obama, ha qualcosa che mi ha stupito tantissimo, e forse mi fa arrabbiare perchè come trovata elettorale la posso definire solo ed esclusivamente eccezionale.

Primarie USA: John Edwards, l’ago della bilancia

Il 6 maggio si avvicina a vista d’occhio. Un martedì. Una giornata che potrebbe essere il giorno dell’apocalisse per Hillary, oppure il giorno del terrore per Obama. Quello di cui siamo certi però è che, quasi sicuramente, sarà il John Edwards day.

Sto osservando la vostra espressione colpita da stupore, con un grande punto di domanda posto sopra la vostra testa e con una questione che vi ronza per la testa, ovvero “Edwards chi?”

I più sportivi potrebbero scambiarlo per Colin Edwards, grande corridore in motocicletta attualmente a cavallo di una Yamaha “privata” in MotoGP, oppure con Johnatan Edwards, altro grande atleta britannico già campione e primatista nel salto triplo. In realtà non stiamo parlando di nessuno di questi, ed ecco quindi il vostro punto di domanda farsi sempre più grande.

Primarie USA: Quella dannata notte nell’Iowa

Povera Hillary. Più passano i giorni e più i rimorsi aumentano. Quella dannata notte in Iowa deve essere stata lunghissima. Senza riuscire a dormire, senza riuscire a capacitarsi di quello che effettivamente è successo.

Sono passati ormai 4 mesi da quella tragica “sessione” in Iowa che ha visto un risultato per la “Real American” Hillary veramente umiliante; un terzo posto.

Esattamente. Avete capito proprio bene, ma probabilmente ve lo ricorderete anche altrettanto bene. In quella sessione di primarie, appunto in Iowa, vi erano ancora tantissimi candidati sia in uno schieramento che nell’altro. Così in Iowa, non solo vinse Barack Obama, ma addirittura la Clinton venne superata da Edwards, successivamente scomparso dal banco dei candidati anche perchè incapace di tenere il ritmo di questi due cavalli da corsa.

Primarie USA: Quello che i repubblicani pensano

Ne ho parlato spesso negli articoli degli ultimi giorni, la lotta democratica sta completamente spaccando a metà l’opinione pubblica a stelle e strisce, dividendo gli elettori democratici non più tra sostenitori di Obama e di Hillary, quanto tra quelli che pensano che potrebbe vincere Obama e quelli che pensano che alla fine la spunterà la Clinton.

Così dopo una campagna elettorale italiana, dove si sono tartassati gli elettori con tutte le storie sul voto utile e affini, ecco che negli Stati Uniti, senza aver bisogno di suggerimenti dall’alto, hanno compreso quanto un voto possa essere utile. Lo è perchè anche un solo punto percentuale può risultare decisivo nel computo dei delegati.

Questo è il pensiero democratico, naturalmente condizionato dal fatto che la gara è ancora aperta, anzi ancora più aperta, specie dopo il colpaccio, seppur previsto, della Clinton in Pennsylvania che ha ridotto ulteriormente lo svantaggio.

Primarie USA: Everybody Hates Obama

Nella giornata di ieri vi ho illustrato come, nello stato dell’Indiana, Hillary Rodham Clinton si sia presa un bel vantaggio conquistandosi il sostegno di Evin Bayh. Ma come già ieri vi ho annunciato le primarie, il 6 maggio, non si svolgeranno solo ed esclusivamente in Indiana, ma anche in North Carolina.

E come per magia, ecco che dopo il sostegno di Bayh annunciato nella giornata di ieri, arriva oggi il sostegno del governatore del North Carolina, Mike Easley.

Ovviamente un sostegno “a parole” quale può essere definito quello di Mike Easley, non è un punto di certezza assoluta per la Clinton. Però se si considera che a livello locale Mr.Easley detiene la maggior parte dei consensi, ecco che un suo spostamento verso lo schieramento Clinton potrebbe portare dei voti decisivi per la candidata in rosa.

Primarie USA: “Bayh Bayh” Indiana

Il 6 maggio si avvicina. Una data che in Italia tutti ricordano in quanto successiva al 5 maggio (amici nerazzuri ricordate di cosa parlo vero?), mentre negli Stati Uniti è la data che vedrà la prossima sessione di primare in Indiana e in North Carolina.

Così dopo la vittoria in Pennsylvania, ecco che Hillary sta costruendo le basi per la sua vittoria, lo spero proprio, anche in Indiana.

Come spesso accade per delle elezioni a livello nazionale, non è sempre il candidato premier (o alla presidenza del partito come in questo caso) ad avere la maggiore importanza all’interno della campagna elettorale; fondamentali in questo genere di pubblicità sono i candidati locali di maggiore spicco, quali possono essere senatori o ex-governatori.

Primarie USA: Viva la mamma!

Migliaia di dollari sono stati stanziati in questa campagna elettorale, centinaia e centinaia di chilometri sono stati percorsi in questi mesi tramite aereo, oppure tramite camper. Sono stati attraversati quasi tutti gli stati degli States. Eppure Hillary si sta rendendo conto che è grazie ad un suo famigliare che, molto probabilmente, sta tenendo testa a Barack Obama.

Non è il buon Bill, troppo spesso in primo piano quando magari sarebbe stato i caso di lasciare spazio alla moglie, quanto alla figlia dei Clinton, Chelsea.

Molti di noi, soprattutto chi ricorda la presidenza Clinton, ricorderà la giovane Chelsea, adolescente al tempo, come la tipica ragazzina di 16 anni. Tanti desideri, tante speranze, magari un po ingenua, un po timida. Di certo Chelsea non spiccava per la bellezza prorompente.

Primarie USA: La Pennsylvania è Clinton’s Country

Tutti lo sapevano e ciò che già ieri avevo pronosticato si è trasformato in realtà; la Pennsylvania è ufficialmente “Terra di Hillary” che con praticamente il 95% dei seggi scrutinati è in vantaggio di 10 punti (55% contro i 45 di Obama) quindi con un gap abbastanza rassicurante che ci permette di affermare con certezza la sua vittoria,

Non è un mistero, e lo avete notato anche leggendo i miei articoli pre-primaria, che la Pennsylvania sarebbe stata terra di vittoria per Hillary, in compenso tutti si chiedevano invece di quanto avrebbe vinto la senatrice.

10 punti di differenza sono un bel vantaggio per la Clinton, che così riesce ad accaparrarsi una bella fetta di delegati della Pennsylvania. In totale ve ne erano in palio 158. Con i risultati ottenuti, la Clinton ne ha conquistati 28 in più del suo avversario accorciando le distanze da Obama.

Primarie USA: Giochi di Predizione

Oggi è il grande giorno, finalmente, delle primarie in Pennsylvania. Ed è giunto il momento di dare il mio personale pronostico alla situazione.

Le ultime ore si sono rivelate come un vero e proprio countdown, con gli elettori che si ritrovano nella testa le parole che rimbombano dei due candidati. Da una parte vi è Obama è il suo discorso riguardo il post-Bush:

Abbiamo una possibilità reale di scelta in queste elezioni qualsiasi democratico sarà meglio di John McCain. E chiunque di noi tre sarà meglio di George Bush

Primarie USA: Volata in Pennsylvania

Siamo a pochissime ore dal Pennsylvania day. Un giorno importante per la fazione democratica, perchè da qui alle prossime 11 tappe il candidato democratico inizierà a prendere forma.

Dietro alla rabbia dei grandi capi democratici, che vedono in questa battaglia all’ultimo sangue tra Obama e Clinton come un piacere regalato ai repubblicani, si nota una strenua lotta tra i due candidati.

Sul lato degli spettatori, in questo caso, interessati c’è John McCain. Un McCain che è passato alle cronache in questi giorni per un gesto, dispregiativo, nei confronti di un delegato repubblicano dell’Iowa. Insomma il buon John non sa proprio più cosa fare, per ammazzare il tempo mentre aspetta che i due “bambini” smettano di litigare.

Primarie USA: Clinton – Obama è “No Holds Barred”

La politica non è l’unico argomento che seguo nella mia vita, ma come potete ben capire, osservando la mia costante presenza sul lato “Primarie made in USA”, sono un ragazzo particolarmente appassionato del mondo d’oltre oceano e, come si può ben comprendere, non solo della politica e della cultura, ma ovviamente anche dello sport.

Lo sport a stelle e strisce è ai miei occhi, qualcosa di fenomenale. Non è facile descriverlo. Un evento sportivo non porta con se la mera competizione agonistica, ma anche tutta una mentalità che vi sta alle spalle che coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine. Secondo me lo sport americano o si ama o si odia.

Ora vi faccio un esempio molto semplice, che vuole essere sia una proposta che allo stesso tempo una mia provocazione. Torniamo indietro di qualche giorno quando ancora non sapevamo che il buon “fantino” avrebbe vinto le elezioni, decidiamo di ritornare a sabato sera, ore 20.30, magari a Torino, dove nello scenario dell’Olimpico si svolgeva Juventus – Milan. E come apri-serata un bel faccia a faccia elettorale tra uno juventino e un milanista, diciamo due persone che erano in viaggio particolarmente in quei giorni, lo juventino “piddino” Veltroni e il milanista per eccellenza, Silvio “The Winner” Berlusconi.

Primarie USA: Le verità nascoste di Hillary

Tutti noi abbiamo dei segreti. Segreti nascosti che a volte preferiamo non tirare fuori, che preferiamo restino dove sono per evitare qualsiasi genere di problema. Rimangono dentro di noi anche se avremmo una gran voglia di tirarli fuori perchè potrebbero compromettere un amico vicino a noi. O magari anche solo un conoscente.

Non preoccupatevi non mi sono trasformato improvvisamente in un maestro zen che ha intenzione di proporvi la sua dottrina di vita. Però se rileggete il concetto di cui sopra e al posto dei due amici, sostituite Hillary Rodham Clinton e Barack Obama (che forse sarebbe meglio definire nemici-amici), otterrete l’attuale situazione democratica.

Le primarie democratiche si stanno portando in questo modo. I due candidati hanno dalla loro dei punti forti che hanno permesso ad entrambi di giungere fino a questo punto ancora appaiati. La Clinton ha dalla sua la “storicità” del partito, ha al suo fianco un uomo che è stato il Democratico per molti anni (chi si scorderà mai le sue legislature? E non parlo solo di politica…). Obama ha dalla sua la freschezza, il volto nuovo, la voglia di esserci in quel posto. Porta entusiasmo a volte un po’istintivo che lo lascia cadere in situazioni poco felici.