Barack Obama: semplicemente surfing Iowa

Obama

E Barack Obama ha avuto una bella soddisfazione. In Iowa, il giovane senatore afroamericano dell’Illinois ha battuto John Edwards e Hillary Clinton – a dirla tutta, anche John Edwards ha battuto Hillary Clinton – e, naturalmente ne gioisce.
Il tempo del cambiamento è arrivato: sarò il presidente che riporterà a casa i soldati dall’Iraq, che garantirà la sanità a tutti gli americani e metterà fine ai regali fiscali alle grandi multinazionali. Prove generali da Presidente degli Stati Uniti d’America. Ma la strada per la Casa Bianca è ancora molto lunga e tortuosa. Novembre è lontano, Hillary non demorderà e men che mai demorderanno i repubblicani.

L’affluenza è stata l’altra grande sorpresa di questo primo appuntamento. Perchè è andata contro ogni tendenza più recente: è ritornata ad essere molto alta, ed una partecipazione del genere, negli Usa, non si vedeva da anni. Ne ha beneficiato, soprattutto, proprio Obama, che si è accaparrato il consenso e il relativo voto di molti giovani che hanno partecipato massicciamente ai caucus per la prima volta nella loro vita, spinti da una voglia e una necessità, probabilmente, di cambiamento e di azione.

Omicidio Bhutto: Scotland Yard sulle tracce dell’assassino

E’passata ormai una settimana dall’omicidio a Benazir Bhutto, avvenuto il 27 dicembre scorso, a Rawalpindi. Molti sono i fatti che si sono susseguiti, sia politici, come la salita a leader del PPP del figlio di Benazir, Bilawal, sia di costume, con lo stesso figlio definito dai media un politico “very cool”.

Ma non è questo che il Pakistan sta cercando di scoprire. E lo si evince dalle parole del presidente del paese, Pervez Musharraf che con un sintetico

Non sono del tutto soddisfatto

Kenya: Il tempo della violenza è finito. Ora spazio alle parole.

Finalmente la calma sembra arrivata. Dopo giorni di scontri, di violenza, di morti, di feriti, di immagini che non vorremmo mai vedere in un paese civile, sembra giunto per il Kenya il momento di sedersi ad un tavolo e decidere sul da farsi.

Grazie all’intervento dei diversi mediatori internazionali sembra che le proposte di “riappacificamento” siano diverse, ma purtroppo tutte con i “pro” e i “contro” per ogni fazione.

La prima proposta arriva direttamente dal presidente rieletto Mwai Kibaki, che si è detto disposto alla creazione di una coalizione a larghe intese per governare il paese. Questa idea, però, comporta il riconoscimento di un’autorità governante in Kenya il che significherebbe dichiarare sconfitti “onestamente” l’ODM e Raila Odinga.

E con questi fanno… 346

346. Tanti sono i morti che ha portato il violento dopo-elezioni keniano. Un dato aggiornato nelle ultime ore, con i quattro manifestanti uccisi a Migori, nella provincia occidentale di Nyanza, durante un assalto al commissariato di polizia. E questo solo secondo i dati ufficiali.

Ma nonostante i “numeri”, che riportano una situazione tragica per il paese più importante dell’Africa orientale, la situazione sembra finalmente in via di risoluzione, sia grazie ad una mediazione internazionale sia grazie ad un intervento giudiziario “super-partes”.

Pakistan, lento ritorno alla normalità?

Pervez Musharraf

La situazione sembra più tranquilla, in Pakistan. Dopo l’annuncio della decisione ufficiale e finale di rimandare le elezioni, previste per l’8 gennaio, al 18 febbraio prossimo, la crisi politica sembra lentamente stabilizzarsi. I principali partiti si stanno preparando alla data delle votazioni, e l’opposizione, dopo l’assassinio di Benazir Bhutto e sulla scia della tragedia del 27 dicembre a Rawalpindi, sembra destinata ad ottenere ampi consensi.

E Franceschini usò la parola sbagliata: “Francese”

D’alema

Dario Franceschini, numero due del neonato – e già assai tribolato – Partito Democratico, ha lanciato mercoledì una proposta che ha scatenato le polemiche più disparate. Il modello francese. Elezione diretta per dare forza al capo del governo. Il 2008 deve essere l’anno del cambiamento se l’Italia vuole reggere la sfida della globalizzazione. E in effetti, la sfida della globalizzazione, con un occhio ai rifiuti di Napoli e un altro agli operai bruciati vivi aTorino, è faccendanon di poco conto. Il Partito democratico non è nato per vivacchiare ma per cambiare il Paese usando la forza che gli hanno dato i tre milioni e mezzo delle primarie. Bontà vostra.

Pakistan, elezioni rinviate e Musharraf in odor di santità

Musharraf tv

Alla fine, le elezioni sono state rinviate davvero. “Motivi tecnici”, spiegano le fonti ufficiali. E la Commissione Elettorale Pakistana rimanda il momento della verità al prossimo 18 febbraio. Il Partito del Popolo Pakistano, fu di Benazir Bhutto e ora del marito e del figlio, avrebbe, lo si è detto, evitato il rinvio delle legislative. O, se proprio, una data un po’ più vicina. “Dopo quanto accaduto, andare al voto è complicato. Il Paese è nel caos, alcuni seggi sono stati incendiati, le schede sono sparite, dobbiamo rimettere tutto in piedi. La prima data utile è quella“, ha spiegato Qazi Muhammad Farooq, responsabile della commissione.

Se questo è il prezzo della vittoria

La situazione sembra incredibile. Noi di politicalive, che abbiamo avuto il pregio di seguire fin dall’inizio la situazione in Kenya quando ancora si parlava di campagna elettorale e quando i telegiornali snobbavano la notizia, siamo sorpresi e sbalorditi per come la situazione si sia evoluta negli ultimi giorni.

Prima una vittoria annunciata dell’ODM, guidato da Raila Odinga, poi, a sorpresa, una vittoria che conferma quanto di buono ha fatto il presidente Mwai Kibaki negli ultimi 5 anni. Nel mezzo un paese che tra i dubbi del broglio e le lotte etniche scatenatesi dalla campagna elettorale sta vivendo la piaga del dopo-elezioni sulla propria pelle.

Elezioni rinviate in Pakistan

Bhutto

E’ quasi ufficiale: il Governo del Pakistan ha deciso di rimandare di “almeno quattro settimane” le elezioni previste per l’8 gennaio. Una decisione presa in conseguenza dell’omicidio della leader dell’opposizione, Benazir Bhutto, a Rawalpindi giovedì scorso, e dagli scontri scoppiati su tutto il territorio. Ma l’opposizione, ora passata sotto la guida di Bilawal, 19enne figlio della Bhutto, non è d’accordo con il rinvio. “Non vogliamo alcun rinvio“, ha dichiarato il portavoce del Partito, Farzana Raja, perchè, spiega, sarebbe solo vantaggioso per le forze di governo.

Strano, Odinga non sarà Presidente

Kenya

Il Kenya ha il suo nuovo Presidente. Lo stesso di prima. Dopo le incertezze e i disordini violenti degli ultimi giorni, la commissione elettorale del Paese ha proclamato la vittoria di Mwai Kibaki. Il presidente uscente avrebbe avuto la meglio sul leader dell’opposizione Raila Odinga. Un colpo di scena, dato che la vittoria del candidato dell’opposizione sembrava praticamente certa: era dato per vincente nei giorni scorsi, e anche durante lo spoglio delle schede. Una conferma affatto trasparente.

Pakistan, sospesa la campagna elettorale

Bhutto e marito

Il destino delle elezioni in Pakistan si decide in queste ore. Il Presidente Musharraf ha ufficialmente sospeso la campagna elettorale. Il Partito del Popolo Pakistano deve scegliere ora chi succederà a Benazir Bhutto. E le elezioni, previste per il prossimo 8 gennaio, verranno probabilmente slittate a marzo.

Pakistan, Musharraf duro contro la rivolta

 Pakistan

Pugno di ferro: queste le parole d’ordine del Presidente Perez Musharraf per stroncare la rivolta che in queste ore sta incendiando il Pakistan. Manifestazioni a Lahore e nelle principali città. Il bilancio dei disordini è di 38 morti. A Karachi, uomini mascherati hanno teso un agguato a un giovane sostenitore della leader assassinata, uccidendolo, e ferendone un altro. Le elezioni previste per l’8 gennaio sono sempre più incerte, e nelle prossime ore il partito di Benazir Bhutto deciderà se boicottarle o meno. I misteri irrisolti dell’assassinio dell’ex premier e della sua dinamica sono, intanto, ancora tanti.

E se a sorpresa vincesse Kibaki?

Piene di sorprese si stanno rivelando le elezioni presidenziali in Kenya. Sorprese che però non sembrano soddisfare affatto la popolazione della nazione africana, che sta iniziando a perdere la pazienza in questa attesa di ormai più di due giorni.

La maggioranza della popolazione ha cambiato le proprie abitudini di vita per vivere questi scrutini. Moltissime persone si sono chiuse in casa davanti alle televisioni o alle radio in attesa di conoscere il dato definitivo delle elezioni.