Ferrara l’imcompreso. Da Silvio e da lassù

Ferrara
Non si candida più a sindaco di Roma. Il Pdl non ha dato sostegno alla sua lista pro-life, e Giuliano Ferrara ha preferito quindi comunicare per iscritto a Fini e Alemanno che insomma, il Campidoglio non rischierà di vederlo e Rutelli non lo avrà come avversario. annunciando il ritiro della sua candidatura a sindaco di Roma. Va detto che Silvio Berlusconi non sembra esattamente essersi rotolato per terra dal dolore.
Ma ancora più grave, e più significativo per l’ormai ex direttore de Il Foglio, è il mancato appoggio, per la sua lista, da parte della Cei.
Avvenire aveva già accolto tiepidamente – per usare un eufemismo – la faccenda. Ieri un editoriale di Davide Rondoni ha senza possibilità di equivoci bocciato la lista.

Scoppia lo scontro Udc-Berlusconi

Berlusconi
Accuse incrociate, fuoco un tempo amico ora assai nemico, incrociato e da più parti. Giornata di fuoco tra centro e centrodestra. Berlusconi e Fini target di polemiche da parte dei centristi.
Ha buttato giù il Governo malamente. Il governo Prodi. Ma non è che con la controparte, con il buon Silvio da Arcore, vada meglio. Tra l’Udc e Silvio Berlusconi, ormai, la tensione si taglia a fette. Si direbbe letteralmente esplosa.
Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, ci va pesantuccio:

Silvio Berlusconi è una persona capace anche di gesti estremi, di darti magari una coltellata alle spalle, come dimostra l’esperienza di questi giorni

Non basta? Cesa, ai microfoni di Radio Monte Carlo, non si tira certo indietro.

E’ una persona su cui poter contare nel rapporto umano, meno in politica

Beppe Grillo + Rosario Fiorello = Beppe Fiorello

Fiorello
L’hanno già chiamata la grillite di Fiorello. La fiorellite alla Grillo. Una volta a Lippmann, nel lontano 1922, c’era voluta una vita per coniare la definizione di stereotipo. Oggi l’attività mediatica produce definizioni e neologismi – che pure, a volte durano, a velocità incontrollabile.

Quando vi arriva il certificato elettorale strappatelo e buttatelo per strada

Veltroni’s American Way

Veltroni Berlusconi
La platea è quella che dovrebbe essere depressa e delusa, in qualche modo. E’ la platea reduce dalla caduta di Governo. Ma è una platea che sembrerebbe anche avere una gran voglia, finalmente, di farsi trascinare.
Walter Veltroni parla alla sua folla. Preceduto dal presidente Romano Prodi: colui che ha strappato un lungo applauso e tanto di standing ovation con le parole continuerò a fare politica col Pd e con voi. Preceduto anche da Anna Finocchiaro, che si candida in Sicilia, terra disastrata e piena di ferite, tocca a una donna prendersene cura, io ci provo, sono convinta che si può fare. Girls power, che dire. Una rassettata in effetti male non ci starebbe.
Walter cita le lettere di chi gli scrive. Ha questo stille. E’ riuscito, oggi, a trascinare. Sarà perchè l’elettorato di sinistra (?) è così esasperato che non vedrebbe l’ora di crederci.

Donne in rivolta. Contro la sinistra

Aborto
Io vorrei che per una volta Veltroni, Fassino,Bertinotti & Co. la smettessero di abbassare sempre la testa, perchè ora hanno veramente rotto le palle con tutto questo perbenismo. E’ ora di prendere posizioni di decidere da che parte stare. W Zapatero. Questo è solo uno dei tanti commenti alla petizione. Le cui prime firmatarie sono, in ordine rigorosamente alfabetico: Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Alda Merini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Elisabetta Visalberghi.
L’appello è forte, e a prescindere dal contenuto (se possibile) è l’ennesimo richiamo ad una sinistra che si guarda bene dal rappresentare il suo elettorato.
Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta! L’offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta – ha raggiunto livelli intollerabili.

No Vat. No stampa

No vat
Giunta al suo secondo anno, la manifestazione è passata un po’ in sordina. In effetti, non deve essere esattamente facile gestirla dal punto di vista contenutistico, per i media italiani inside.
Sabato a Roma, la seconda edizione della manifestazione No Vat. Un appuntamento autofinanziato e organizzato dal basso, su azione dei movimenti di liberazione di donne, lesbiche, gay e trans. Una sorta di bis del Pride, con le stesse persone e associazioni della manifestazione nazionale dello scorso novembre contro la violenza maschile sulle donne. Solo, questa volta e come lo scorso anno, canalizzata su un target preciso che è il potere della Chiesa nel paese.
Sono inviperiti. Colorati e inviperiti. Provocatori, e in questo segnano la loro autocondanna. Le recenti uscite del Vaticano hanno dato loro materiale a non finire. Perchè la Chiesa sta sferrando un attacco in piena regola. Con tempi e strategie perfettamente scelti e calzanti. Una congiuntura perfetta. Una congiuntura non esattamente spontaneamente prodottasi.

L’Angelus del Papa, nella Giornata della Vita

Papa
Mentre di nuovo la politica si agita intorno al tema delicatissimo dell’aborto e dell’interruzione di gravidanza, arriva puntuale cone un orologio svizzero la direzione senza spiragli del Pontefice.
Papa Benedetto XVI ha appena lanciato da S. Pietro il suo appello a rispettare, tutelare e promuovere la vita umana sia prima della nascita che nella sua fase terminale.
Quest’oggi, infatti, si celebra la 30esima Giornata della Vita in tutta Italia. Ed ecco l’Angelus del Papa: Saluto e ringrazio quanti sono convenuti qui, in piazza San Pietro per testimoniare il loro impegno a difesa e promozione della vita e per ribadire che la civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità di servire la vita. Ognuno, secondo le proprie possibilità, professionalità e competenze – ammonisce il pontefice – si senta sempre spinto ad amare e servire la vita, dal suo inizio al suo naturale tramonto. E’ infatti impegno di tutti accogliere la vita umana come dono da rispettare, tutelare e promuovere, ancor più quando essa è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, sia prima della nascita che nella sua fase terminale.

Bagnasco ha da ridire sul giardino. La visita (non) fatta, saltata su invito delle autorità italiane

Bagnasco
Ora, lo si sospettava. La vendetta è un piatto che va servito freddo. A costo di sembrare eretici, qui si fa difficoltà a non far fare capolino alla parola vendetta nella propria testa.
Ed è una vendetta in grande stile, che i ragazzetti centrosociale della Sapienza hanno servito direttamente in Vaticano con i migliori saluti.
Parla il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI. Parla nella prolusione d’apertura del Consiglio episcopale permanente. E certo non si fa sfuggire la polemica.

Libertà e Giustizia: caro Papa, facciamo la moratoria sul divieto dell’utilizzo del preservativo

Papa

E Libertà e Giustizia lancia la sua provocazione.

All’indomani dell’intervento del Papa che ha sottolineato il “carattere sacro della vita umana”, collegandolo alla moratoria Onu sulla pena di morte, LeG segue con interesse il dibattito sulla 194, affidando agli uomini di scienza il compito di stabilire se la medicina abbia fatto progressi tali da aprire la discussione sullo spostamento dei limiti di tempo per effettuare aborti terapeutici. Ma sottolinea che l’aborto previsto dalla 194 non è un omicidio, trattandosi di una scelta sempre drammatica, spesso obbligata e che è inaccettabile l’equazione moratoria contro la pena di morte uguale a moratoria contro l’aborto.

Benedetto XVI: Allarghiamo la moratoria sulla pena di morte all’aborto

Sono parole che rimbombano forti, quelle di Papa Benedetto XVI pronunciate in occasione dell’incontro con gli ambasciatori di tutto il Mondo presso la Santa Sede. Un’occasione per illustrare, seppur tra le righe, come un’ ampliamento della moratoria sulla pena di morte all’aborto possa essere la “via giusta” da prendere per il futuro.

Davanti ai diplomatici di 176 paesi diversi, Ratzinger si è mostrato convinto:

Caso Binetti: Prodi a rischio “aborto”

I problemi per Prodi sembrano non finire mai. Questa volta è il tema dell’aborto a dare una spallata alla scricchiolante maggioranza del premier, che dovrà gestire al meglio la situazione per evitare di ritrovarsi a piedi.

Il nodo della questione è la legge 194, il cui tema è appunto l’aborto. La legge permette, entro i primi 90 giorni di gestazione, di interrompere la gravidanza volontariamente, mentre tra il quarto e il quinto mese è permesso solo in in caso di motivi terapeutici. La 194, che compirà 30 anni nel 2008, potrebbe quindi rivelarsi un’arma perfetta per l’opposizione al fine di sferrare l’attacco finale a Romano Prodi.

Moratoria sull’aborto, tra Ruini e laicità

Ferrara

Sulla scia dell’approvazione, da parte dell’Onu, della risoluzione contro la pena capitale, Giuliano Ferrara, Direttore de Il Foglio, il 20 dicembre scorso ha lanciato, dalle colonne del suo giornale, la proposta di una moratoria per l’aborto. Nell’editoriale, Ferrara scrive: “C’è anche una pena di morte, legale, che riguarda centinaia di milioni di esseri umani. Le buone coscienze che si rallegrano per il voto dell’Onu ora riflettano sulla strage eugenica, razzista e sessista degli innocenti”.