Processo breve, Napolitano: “Valuterò”. Berlusconi: “Con il Quirinale chiarirò”

Foto: Ap/LaPresse

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervistato, a Praga, sulla legge relativa al “processo breve” approvata ieri dalla Camera, ha dichiarato: “Valuterò i termini di questa questione quando saremo vicini all’ approvazione definitiva in Parlamento”. In serata, dal Quirinale, si invita comunque a non interpretare le parole del Capo dello Stato come un annuncio di un ” intervento preventivo”. Il premier Berlusconi, per adesso, sembra essere comunque fiducioso che la legge possa passare anche il vaglio del Colle, e ha reso noto che il ministro della Giustizia Alfano si recherà personalmente al Quirinale ad illustrare nel dettaglio il disegno di legge al capo dello Stato, anche per chiarire quelle che vengono definite le “false notizie” sul possibile accorciarsi dei tempi di prescrizione anche per processi come quello per la strage di Viareggio.
Al termine del vertice tenutosi a palazzo Grazioli con i capigruppo di maggioranza, il premier si sarebbe detto convinto ad “andare avanti come un treno” con le riforme istituzionali, a cominciare dalla riforma della giustizia, riproponendo anche la legge sulle intercettazioni.
Intanto, la legge approvata ieri alla Camera sembra aver scontentato un pò tutti: dopo l’ opposizione, la magistratura, l’ avvocatura e i parenti delle vittime delle stragi, infatti, oggi anche il quotidiano dei vescovi “Avvenire”, con un editoriale in prima pagina dal titolo “Non chiamatelo processo breve”, boccia la legge, poichè, è scritto, “Al di là delle partigianerie, i nodi della giustizia non saranno sciolti”.

Molto amaro anche il commento del segretario del PD Pierluigi Bersani, per il quale ” Ieri c’ è stato un muro contro il muro del buon senso, delle esigenze del Paese. Noi” ha aggiunto “non siamo per niente affezionati a passare i giorni e le notti a discutere dei processi di Berlusconi: vogliamo parlare dei problemi enormi del paese e per questo proviamo una grande amarezza”.
C’ è stato, invece, un botta-e-risposta polemico tra il relatore della legge, Maurizio Paniz del PDL, e il presidente dell’ Anm Luca Palamara, che aveva definito “una sconfitta dello Stato” l’ approvazione della legge alla Camera. Paniz aveva replicato, affermando: “E’ una reazione ingiustificata e mi spiace sia arrivata da un magistrato”, poichè i magistrati dovrebbero solo “applicare la legge e non intervenire nel loro processo formativo”. Oggi l’ Anm ha rincarato la dose, parlando di ” Un’ amnistia permanente per numerosi gravi reati”.
Il PDL, invece, ha scritto una lettera al presidente della Camera Gianfranco Fini, per chiedergli un “intervento pubblico in aula” nei confronti della vicepresidente Rosy Bindi, del PD, che ieri, dal suo banco di deputata, aveva urlato “P2, P2” all’ indirizzo del capogruppo del PDL Fabrizio Cicchitto, che aveva usato delle parole di Aldo Moro. ” Credo che in questa Aula nessuno può permettersi di strumenzalizzare le parole di Aldo Moro” ha poi spiegato la Bindi.

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