Partito Democratico, ovvero: una squadra compatta



Parlare del Pd è come sparare sulla Croce Rossa. E fa male, in fondo. Per la grande delusione che c’è nel leggere quello che accade. Per la grande delusione di aver sperato in qualcosa di nuovo, in qualcosa di decisivo, in qualcosa di SOCIALE E RIFORMATORE. E poi.


Scrive oggi Enzo Di Frenna, riepilogando lo stato dell’arte del Partito Democratico:

• due assessori Pd arrestati a Napoli.
• stessa inchiesta a Napoli: parlamentari Pd coinvolti.
• Del Turco (Pd) arrestato in Abruzzo, si candida nel Pdl.
• Bassolino (Pd) sotto processo, non si dimette.
• D’Alema (caso Unipol) sega le gambe a Veltroni
• La Torre (caso Unipol) lascia pizzini anti-Di Pietro
• Villari (Pd) cacciato dal partito, non lascia la Vigilanza
• Napolitano presidente (Pd) firma il lodo Alfano
Alla faccia del nuovo partito…


E poi. Il Sindaco di Pescara, D’Alfonso, ai domiciliari.


1 commento su “Partito Democratico, ovvero: una squadra compatta”

  1. Quello che considero l’aspetto più negativo dell’operato di questa sinistra è il modo di intendere il concetto di opposizione politica: la critica distruttiva del Governo non è fare opposizione, e, nei rari casi in cui c’è effettivamente una controproposta alle iniziative della destra passa in secondo piano a vantaggio del solito, sterile concetto “abbasso Berlusconi”.
    Ovvio che poi l’elettorato percepisce come leader, gente tipo Di Pietro.Veltroni ha ampiamente dimostrato di non essere in grado di guidare questa malconcia sinistra, checché lui ne dica (vedi ad esempio qui). Piuttosto, uno che mi sembra stia facendo fruttare il proprio mandato è Zingaretti, eletto alla Provincia di Roma: io lo vedrei bene al posto di Veltroni, perché, da quello che il suo operato (coerente!!) lascia presagire, potrebbe conferire al PD un’identità e dei valori.

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