Gheddafi a Roma: “Europa islamica, bene la Turchia nella Ue”

Il Colonnello Muhammar Gheddafi sbarca a Roma per la celebrazione del secondo anniversario della firma del trattato di amicizia con l’Italia: accolto in pompa magna dal ministro degli Esteri Franco Frattini e dall’ambasciatore libico Hafed Gadur.

Il leader libico ha messo piede a Ciampino appena dopo le 13 dopo una serie di rinvii e anticipi. Solito abbigliamento tradizionale, due amazzoni al fianco e armamentario consueto fatto di tenda e piantoni (ubicata in zona Cassia).

Due giorni nella Capitale cominciati presso la sede dell’ambasciatore – raggiunta su limousine bianca – e deliziata dalla presenza di cinquecento ragazze reclutate dall’agenzia Hostessweb: si vocifera – malelingue? beninformati? – di un gettone di presenza per la comparsata (dicono i rumors: 70 euro a testa con un solo diktat: “Non si parla con i giornalisti“) anche se parte delle stesse ha confessato di non aver ricevuto alcuna direttiva circa il comportamento da tenere.

Alfano – Anm, scontro sul processo breve. Bocchino richiama le perplessità di Napolitano

Angelino Alfano, l’attuale titolare della Giustizia, nuovamente al centro delle scene politiche. Oggetto delle polemiche che si sono scatenate ttorno alle parole del Ministro, nuovamente il processo breve che rifà la sua comparsa – veemente, prepotente – sulle scene dell’emiciclo parlamentare alla fine di agosto. Dura e aspra la polemica scoppiata tra Alfanop e l’Associazione Nazionale Magistrati con un botta e risposta che preannuncia la difficile situazione cui si assisterà da settembre in poi, quando la politica riaccenderà i motori.

Partire dalla replica del Ministro, che aveva precedentemente riaperto alla necessità di introdurre il processo breve attraverso una intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, per poi riprendere le parole del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara. Il ministro: “Evidentemente all’Anm stanno bene le lungaggini della giustizia italiana e vogliono che nulla cambi. Evidentemente all’Anm sta bene l’infinita durata dei processi italiani. Evidentemente l’Anm sa dire solo ‘no’ e non formula proposte in grado di fare uscire la giustizia dallo stato di paralisi. La criminalità noi l’abbiamo combattuta e la combattiamo con le nostre leggi e nelle sedi di trincea; e per coprire i vuoti di organico, proprio nelle sedi di trincea, abbiamo approvato all’unanimità, in Parlamento, due decreti, mentre la Anm difendeva evidentemente i privilegi corporativi della casta“.

Saviano e il giallo di Sabaudia

Dagospia segnala quest’oggi: caso o coincidenza. Ma lunedì Roberto Saviano era a Sabaudia, sul litorale laziale. E lunedì sera il lungomare di Sabaudia si popola dei cadaveri di venti cornacchie morte (e congelate) di fronte ai cancelli delle ville. In una di queste ville vip c’era proprio lui, Saviano.

Per Dago un “messaggio in perfetto stile mafioso”.

Tutti contro l’Iran: no alla pena di morte per Sakineh Mohammadi Ashtiani

Sakineh Mohammadi Ashtiani, condanna alla pena di morte per adulterio: è il volto di un Iran a cui nessuno vuole abituarsi. Nè la società civile e neppure la politica occidentale che si sta mobilitando in ogni modo per fermare la manoi del boia e salvare la vita alla donna. La Francia, per esempio, ha invitato la Ue, attraverso il ministro degli esteri Bernard Kouchner che ha inoltrato un messaggio all’Alto rappresentante dell’Unione Europea Catherine Ashton, a prevedere sanzioni contro lo Stato nel caso in cui si dovesse materializzare la morte di Sakineh.

Nell’appello, si fa riferimento a “Una lettera comune di tutti gli Stati membri dell’Unione europea alle autorità iraniane è diventata necessaria, ne sono convinto, se vogliamo salvare questa donna. Bisogna che l’Unione si impegni in nuove iniziative per ricordare alle autorità iraniane che, come sul dossier nucleare, la loro attitudine di isolamento e di chiusura ha un costo, di cui si potranno liberare nel momento in cui sceglieranno comportamenti più conformi ai loro impegni internazionali in materia di diritti dell’uomo“.

Gli italiani con Napolitano: no al voto anticipato

Voto o non voto? Meglio le elezioni anticipate oppure la stabilità di un percorso esecutivo intrapreso dal Governo Berlusconi e messo in crisi dalle polemiche in seno al Popolo delle Libertà? Stando al parere direttamente interessato dei politici di casa nostra, pare che la voglia di riconsegnare agli elettori matita e scheda non l’abbia più nessuno. Nè l’opposizione, che punterebbe volentieri a sostenere un periodo di transizione nel quale affidare a tecnici (espressione di larghe intese) il compito di modificare la legge elettorale prima di votare di nuovo; nè tantomeno la maggioranza, dove il solo Umberto Bossi (poi convinto del contrario dal Premier) aveva con veemenza sostenuto la necessità di rimettere tutto nelle mani della popolazione.

Sardegna, la protesta dei pastori tra Cagliari e Porto Rotondo

Nonostante le assicurazioni e le garanzie che non sarebbe accaduto, le forze dell’ordine attendevano un blitz dei pastori sardi nei pressi di Villa Certosa, residenza estiva di Silvio Berlusconi: era proprio lì che si era concentrato un gran numero di poliziotti e carabinieri. Hanno atteso invano. Perchè: i pastori sardi sono di parola tanto quanto hanno mostrato (forse semplicemente confermato) di esssere persone tenaci e caparbie.

Capaci di lottare per un diritto. Erano 1.500 i pastori in protesta con il Movimento guidato da Felice Floris: centinaia, invece, i turisti incuriositi e rimasti a osservare quel che stava accadendo nelle località turistiche dell’isola. Porto Rotondo, zona di piazza San Marco: ma insieme ai pastori, a Saassri, si sono uniti numerosi sindaci con addosso la fascia tricolore e una delegazione di operai Vinyls. Una protesta civile e ferma con la volontà di farsi sentire e di mettere al corrente i passanti e i curiosi dei motivi della manifestazione.

Fini e Bersani: prove di allenaza?

Sembra strano anche solo il pensarlo ma i fatti portano dritto verso uno scenario inimmagginabile fino a qualche tempo fa. Del resto, se a far resuscitare i pensieri e le gesta di Berlinguer è Giulio Tremonti, tutto pare possibile. Pier Luigi Bersani, segretario Pd nonchè militante convinto dell’allora Partito Comunista, e Gianfranco Fini, cofondatore del PdL e storico esponente deòl Movimento Sociale, non sono mai stati così vicini e affini.

Hanno in comune il nemico – Silvio Berlusconi – ma pare evidente che abbiano intenzione di assurgersi a difensori strenui della Costituzione e di temi morali di strettissima attualità. Non più le differenze ma le affinità: tra i due politici, infatti, emergono chiari elementi di armonia che entrambi non faticano a nascondere. Lo ha fatto il democratico tendendo la mano a Fini nel corso del convegno ciellino di Rimini, ha ricambiato Futuro e Libertà attraverso gli spazi garantiti da Farefuturo.

PdL, Futuro e Libertà, Pd: da Cicchitto a Bersani passando per Bocchino. Altre frecciate

Denis Verdini, Fabrizio Cicchitto, Ignazio La Russa, Italo Bocchino, Pier Luigi Bersani. Da cornice: pagine di giornali, località vacanziere (ultimi giorni di ferie prima della ripresa dei lavori parlamentari), meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione. Tema dibattuto da ciascuno, la tenuta del Governo con tesi che non si somigliano affatto. A scatenare per l’ennesima volta in pochi giorni il segretario del Pd, in visita a sorpresa presso il convegno Ciellino, è il solito botta e risposta tra quelli che da un po’ di tempo vengono appellati “berlusconiani” e “finiani”.

Esponenti del Popolo delle Libertà e del gruppo Futuro e Libertà: si è detto di una convergenza scontata sui cinque punti utili a tenere in piedi il Governo e rispettare il programma con gli elettori ma sono ancora di oggi polemiche e strascichi tra gli ex alleati. Parte Fabrizio Cicchitto che, dopo l’annunciata convocazione dei finiani a rapporto dai coordinatori PdL per valutare l’opportunità e la compatibilità con gli incarichi ricoperti nel partito, aveva ribadito: “Nella storia politica del Paese non è mai esistito un partito con due gruppi parlamentari. Se si vuole che, in attesa di un chiarimento globale, venga per tutta una fase in un certo senso sospeso lo statuto, la risposta non può non essere affidata alla politica. Di qui al mese di settembre i finiani ci devono dire se sui 5 punti proposti da Berlusconi, fra i quali c’è anche la riforma della giustizia, c’è il loro impegno positivo ai vari livelli politico-parlamentari su cui si svolgerà il confronto, oppure se essi si attesteranno su formule negative o ambigue volte rispettivamente alla caduta o al logoramento del governo Berlusconi“.

Telebavaglio, voto di scambio

Ed ecco la puntata “Voto di scambio” la prima del ritorno di Telebavaglio, il format di approfondimento politico del Fatto Quotidiano in collaborazione con Current, canale 130 di Sky.

Ospiti in studio: Lucia Annunziata, editorialista de La Stampa, e Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl e pretoriano di Berlusconi
Conducono Silvia Truzzi e Stefano Feltri del Fatto.

Telebavaglio, il ritorno. Su Current e su Il Fatto Quotidiano

E’ tornato Telebavaglio. Il format di approfondimento politico nato sul sito del Fatto Quotidiano all’indomani del blocco dei talk-show durante le ultime elezioni regionali, debutta stasera sul portale diretto da Peter Gomez.  E debutta anche in tv, sul satellite: su Current, canale 130 di Sky, l’appuntamento è a mezzanotte. Un ritorno al futuro, in questa estate così densa di notizie e di necessità di approfondimento ma orfana di molti programmi tv che potessero fare il punto e raccontare quanto sta accadendo su e giù per lo Stivale. In una politica che ha fatto tutto, tranne che andare in vacanza.

Dal web al satellite, appuntamento con Telebavaglio ogni martedì e venerdì alle ore 19.00 on line su www.ilfattoquotidiano.it e alle ore 00.00 on air su Current. Mezz’ora di attualità con i protagonisti di questi giorni caldi, anzi roventi di fine estate. I conduttori del programma sono Silvia Truzzi, Stefano Feltri e Carlo Tecce: tre firme della testata diretta da Antonio Padellaro. Dibattito ma anche satira: a fine puntata una vignetta di Natangelo farà il punto.

Germania, Libertà di stampa: l’altro centro-destra, la Merkel


In Italia si è cercato di imbavagliarla, in Islanda è stata difesa a oltranza e ora pare che anche la Germania abbia capito l’importanza di una informazione libera in libero Stato: in controtendenza rispetto a quanto accaduto nella fase politica tricolore più recente, Angela Merkel, Cancelliere tedesco dal 2005, e il suo Governo hanno optato per modificare il Codice penale al fine di garantire una sempre maggiore libertà di informazione ai giornalisti e agli editori.

Il centrodestra in Germania non somiglia affatto a quello italiano se è vero, come è vero, che lassù la libertà di stampa viene indicata quale valore costitutivo della democrazia: non solo tutelata ma, se possibile, ulteriormente rafforzata. Il disegno di legge approvato di recente garantisce infatti una maggiore forma di protezione a quei giornalisti che diffondano informazioni riservate: gli unici a essere perseguibili da disposizioni del Codice penale sarebbero allora solo le fonti e non più i giornalisti che le pubblicano, tant’è che la magistratura non potrà più perseguirli per concorso nella violazione del segreto su notizie riservate.

Mondadori? No grazie. Ecco la campagna di Mascia

Avete presente, sì, quel qualcosa che in questi giorni agita le anime del mondo intellettuale italiano? Il dibattito nato dalla lettera di Vito Mancuso (nella foto) su Repubblica. Il teologo colto dalla questione etico-morale a fronte della legge ad aziendam di cui parla Massimo Giannini sullo stesso giornale e grazie alla quale la Mondadori viene “salvata” dal Fisco.

Eugenio Scalfari ha già dato la sua posizione. Ma sono in molti a non starci. A partire da Gianfranco Mascia, uno degli attivisti del Popolo Viola e coordinatore dei comitati BOBI BOicotta il BIscione.

Primarie Pd, il partito con Bersani ma Di Pietro frena: “Prima la coalizione e il programma”

Da un lato l’esposizione ufficiale di Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico, che lancia una nuova coalizione di partiti trasversali nell’ottica di una alleanza democrtica con cui sconfiggere Silvio Berlusconi; dall’altra, il solito guazzabuglio tutto interno per decretare il nuopvo candidato Premier del centro sinistra. Eccole, invocate a gran voce: le primarie. Espressione di alta democrazia in seno al Pd ma pure momento periodico nel quale più di un protagonista della vita di partito coglie l’occasione per contrapporsi in maniera evidente all’altro.

Non solo un dibattito sui contenuti ma – a volte – una vera e propria resa dei conti che implica la formazione di fazioni contraddistinte. Nichi Vendola e Sergio Chiamparino hanno già avanzato la propria candidatura, Bersani è candidato di diritto, essendo stato ultimo vincitore delle primarie e in virtù del ruolo di segretario di partito. Già schierati i sostenitori dei primi due, stanno ora iniziando a rendere pubblica la propria posizione anche i cosiddetti bersaniani.

Piero Fassino lo dichiara apertamente: “Bersani è il candidato del Pd, lo vuole lo schema europeo – che condivido in pieno – secondo cui il candidato è il leader del principale partito della coalizione“: in una intervista a Europa, Fassino ribadisce anche l’importanza strategica di una alleanza che includa la sinistra e l’UdC, “non sarebbe per nulla un’ammucchiata”.

Berlusconi a Bersani: “Solita politica politicante, il Governo non cade”

Ancora querelle politica, anche se stavolta la nuova sensazione è che le elezioni anticipate sembrano scongiurate. L’accordo tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, infatti, è quello di non andare al voto ma proseguire con l’attuale maggioranza (non c’è spazio per l’UdC) e nella condivisione sottoscritta dei cinque fatidici punti attorno ai quali il PdL e Futuro e Libertà sembrano voler convergere. Nel contempo, il rilancio di Pier Luigi Bersani, segretario Pd, è quello di ricreare l’esperienza dell’allora Ulivo per mandare a casa il Premier.

Assist che Berlusconi ha immediatamente colto per rimarcare la gozzoviglia di idee e partiti nei quali il centro-sinistra ha perso la propria identità: “Estate di vecchia politica, l’opposizione vuole solo ammucchiate“: è la frecciata rivolta all’opposizione nel corso di un messaggio inoltrato ai Promotori della Libertà, nel quale il Cavaliere conferma la tenuta – stabile – del Governo.