Messina, Fazio si scusa: “A nome dei medici e della Sanità”

Quanto accaduto a Messina rientra nella casistica della malasanità fino a un certo punto: la lite tra due professionisti (in questo caso, medici) è all’ordine del giorno, non vi sono carenze strutturali da rimarcare ma in questa circostanza si è sfiorata la tragedia. Non più banale incomprensione ma indecenza che non deve capitare.

Laura Salpietro, 30 anni, ha partorito al Policlinico di Messina durante una violenta lite fra medici: i due avrebbero sovuto portare a compimento il parto ma hanno cominciato ad azzuffarsi nel reparto di Ostetricia del Policlinico. Il ritardo ha messo in pericolo la vita della donna e del nascituro: i minuti di stand by hanno costretto i sanitari ad asportare l’utero alla trentenne, bimbo in arresto cardiaco per due volte (ancora vivo ma in condizioni critiche).

Un attimo di follia (che sia stato dettato da invidia o consapevolezza, vattelapesca: lo stabiliranno, con ogni probabilità, le autorità giudiziarie): secondo la direzione del Policlinico, il diverbio nasce per “un trattamento terapeutico iniziato dal medico più giovane, Antonio De Vivo, all’insaputa del collega più anziano, Vincenzo Benedetto“. Quest’ultimo gli grida: “Tu non sei nessuno, fino a quando ci sono io non ti puoi permettere di operare nessuno senza il mio consenso”.

La miccia è accesa: cominciano spintoni, insulti e pugni.  Indagati i due medici che hanno litigato durante il parto (Vincenzo Benedetto e Antonio De Vivo), il responsabile dell’unità di ostetricia Domenico Granese, l’ostetrico e l’anestesista. Oggi il Ministro della Salute – Ferruccio Fazio, medico anch’egli – ha fatto tappa al Policlinico di Messina, scambiato qualche parola con la donna e parlato tra quattro mura – in direzione sanitaria – con l’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo.

A corollario, l’intervento e le dichiarazioni rilasciate alla stampa: “Chiedo scusa alla signora e alla famiglia a nome dei medici e della Sanità per quello che è successo, e lo dico da medico. La mia è stata una visita di solidarietà alla signora, al piccolo Antonio e a suo marito. Ho trovato la signora bene. Ho cercato di darle parole di speranza e soprattutto ho cercato di ribadirle che le istituzioni sono vicine a lei e alla sua famiglia in questo momento”.

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