Caso Ruby: la lettera di Berlusconi ai giudici del Tribunale di Milano

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Berlusconi ha indirizzato una lettera ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano per spiegare la sua assenza di oggi in aula in merito al “caso Ruby”. In allegato un certificato firmato dal segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Manlio Strano, il quale scrive che oggi il premier “dovrà presiedere a palazzo Chigi il comitato denominato crisi Libia”.

Ecco il testo della missiva del leader del Pdl:

Il sottoscritto Silvio Berlusconi, in relazione all’udienza fissata per il giorno 6 aprile 2011 avanti codesto tribunale in composizione collegiale espone quanto segue.

Fermo restando che è mia intenzione partecipare alle udienze, consento espressamente, nel caso di specie, trattandosi di prima udienza di smistamento, che si proceda in mia assenza, ancorché impedito, come da certificazione allegata, essendo impegnato per ragioni istituzionali che non mi consentono in alcun modo di essere presente”.

Caso Ruby, la Camera dice sì al conflitto di attribuzione

La Camera ha oggi approvato, con 314 voti favorevoli e 302 contrari, il conflitto di attribuzione per il “caso Ruby” che vede coinvolto il premier, per cui, adesso, toccherà pronunciarsi alla Corte Costituzionale in merito alla competenza del Tribunale dei Ministri, che la sottrarrebbe al Tribunale di Milano. Il voto favorevole al governo si è avuto anche grazie alla presenza in aula dei ministri, al completo, e grazie ai tre deputati “liberaldemocratici” che oggi hanno votato assieme alla maggioranza.
Il premier Berlusconi non era presente in aula, ma prima si è incontrato a palazzo Grazioli con i capigruppo di Camera e Senato dei partiti di maggioranza, con il ministro della Giustizia Angelino Alfano, e il suo legale, Niccolò Ghedini. Con loro, secondo alcune indiscrezioni, Berlusconi avrebbe parlato addirittura di “brigatismo giudiziario” nei suoi confronti, di doversi difendere “da attacchi assurdi”, e, con riferimento, in particolare, ai processi Mills e Mediatrade, avrebbe aggiunto: “Si cerca di assaltare la vita delle persone solo per fini politici”. Dopo aver, però,ottenuto l’ ennesimo voto del Parlamento a favore di una “scappatoia” dai suoi problemi giudiziari, Berlusconi pare si sia detto soddisfatto.
Dall’opposizione, invece, si sono levate molte voci critiche: il capogruppo del PD Dario Franceschini ha affermato: “Questa è un’altra pagina davvero vergognosa. E’ straordinario vedere i banchi del governo così pieni e un ministro degli Esteri che, in piena crisi internazionale, passa le sue giornate a votare in Aula processi verbali e oggi il conflitto di attribuzione”. E, riferendosi al premier che sperava di arrivare a 330 voti, Franceschini ha aggiunto: “I 330 voti Berlusconi se li è sognati”. Qualche ora dopo, in effetti, il governo non ha raggiunto la maggioranza su un emendamento al Ddl per la valorizzazione dei piccoli comuni.
Significativo anche il commento della presidente del PD Rosy Bindi, che ha affermato: “Non hanno stravinto, ma hanno avuto i voti sufficienti per offendere l’ intelligenza umana, oltre al Parlamento, le leggi e la Costituzione”.

Polverini: «Salutatemi i tunisini» e scatta la polemica

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Giacca a vento blu e berretto dei Tevere Rangers, era questo l’abbigliamento che ieri aveva indossato Renata Polverini in occasione della presentazione de gruppo a tutela del Tevere. Durante la prima escursione in barca, il presidente della regione Lazio, si è lasciata andare in una battuta (?) che ha avviato diverse polemiche: “Salutatemi i Tunisini!”.

La prima reazione è arrivata dal capo gruppo del PD Esterino Montino, il quale ha dichiarato: “Una battuta da far cadere le braccia. A nome dei cittadini laziali chiedo scusa al popolo tunisino garantendo che il Lazio, una delle regioni piu importanti d’Italia e sede della Capitale, non è rappresentata da quel saluto offensivo. Spero che la Polverini si renda conto della gaffe e senta il dovere di chiedere scusa subito al popolo tunisino”.

Democrazia Day, parla Sandra Bonsanti di LeG

«Non ci saranno tredicenni e girotondi ma contro il premier la piazza serve ancora» – da Il Riformista del 5 aprile 2011
di Angela Gennaro

SANDRA BONSANTI. La presidente dell’associazione Libertà e Giustizia parla della “Notte bianca della democrazia” di stasera: «Non accetto critiche alla società civile come quelle di Montezemolo. Saviano? Non prepariamo la sua discesa in campo».

La protesta passa dal web alla piazza, per dire un altro no a Silvio Berlusconi: a Firenze e a Roma, davanti a Montecitorio, mentre in aula si discute processo e prescrizione breve, e con una “Notte Bianca della democrazia”. Una “manifestazione necessaria”, spiega Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia.

La Russa censurato alla Camera

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La Russa, la scorsa settimana, è stato il protagonista di un acceso scontro tra lui e le forze dell’opposizione. Lo scontro si è concluso con un “Vaffa” di La Russa, contro il presidente della camera Gianfranco Fini, testimoniato dai presenti in aula e dei giornalisti presenti in quel momento.

Sono arrivate oggi le decisioni da parte del consiglio della camera, riguardo proprio gli scontri che ci sono stati in aula la settimana scorsa. In una nota, l’ufficio della presidenza della Camera, comunica che ha inviato una lettera di censura a La Russa e per conoscenza anche al premier Silvio Berlusconi.

Cosa vuole l’Italia dalla Tunisia?

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Cosa vuole l’Italia dalla Tunisia? Una domanda che trova risposta in due punti. Andiamo con ordine. Volato nel paese nordafricano, ieri il premier Berlusconi ha tenuto fitti colloqui con i rappresentati del governo provvisorio locale in un incontro che è terminato così come era iniziato: posizioni diverse e nessun accordo.

Il presidente del Consiglio ha chiesto il contenimento dell’immigrazione clandestina e il rimpatrio di migranti arrivati nel nostro paese dalla Tunisia nelle ultime settimane in cambio di soldi e sostegno. Soldi e sostegno che, assieme alle due richieste, sono stati rispediti al mittente dai rappresentati del governo provvisorio tunisino.

Foto rapina a Brescia

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Con un bilancio di due morti ed un ferito, si conclude così un tentativo di rapina nel bresciano. Un piemontese e un veneto, rispettivamente di 61 e 31 anni, sono stati uccisi dal vigilante di turno presente nell’ufficio della banca di Credito Cooperativo di Borgo San Giacomo. Il terzo malvivente, colpito ad una gamba, avrebbe tentato la fuga in sella ad una bicicletta, ma dopo alcune ore è stato subito arrestato.

Secondo una prima ricostruzione, i due rapinatori sono stati visti fuggire dalla filiale di Via Cavour da due guardie giurate, che dopo aver visto che la macchina dei due non si fermava all’ALT intimato dagli stessi, hanno aperto il fuoco. L’automobile è finita fuori strada . Gli investigatori, non escludono, che alla rapina abbia partecipato una quarta persona.

Processo Mediatrade, chiesto il rinvio a giudizio per Berlusconi

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Si è svolta oggi a Milano l’udienza preliminare del processo Mediatrade, che vede il premier Berlusconi accusato di frode fiscale e appropriazione indebita: davanti al Gup, Maria Vicidomini, i pubblici ministeri Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro hanno chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del consiglio, e fatto richieste simili per gli altri 11 imputati, tra i quali Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri.
L’ accusa, in particolare, verterebbe su alcune irregolarità nella compravendita dei diritti tv del gruppo Mediaset: per De Pasquale, “Berlusconi agì da socio occulto di Frank Agrama, intermediario dei diritti tv con le major, anche quando era presidente del Consiglio”, e la frode fiscale contestata fino al 2009 “potrebbe essere ancora in corso”. L’accusa di appropriazione indebita si estenderebbe invece fino al 2006. E il pm De Pasquale denuncia: “C’ è stata un’attività di ostruzione sulle rogatorie, aspettiamo risposte ancora da Hong Kong, Usa e Irlanda”.
Il processo Mediatrade, una costola di Mediaset, stando a quanto riferito dal pm, sarebbe nato casualmente dalla segnalazione di un pm svizzero in relazione ai conti Ubs a Lugano, che fanno pensare anche a delle responsabilità del produttore Daniele Lorenzano e di Frank Agrama, già coinvolti nell’ inchiesta principale. De Pasquale ha inoltre criticato la legge Cirielli sulla prescrizione dei reati, che avrebbe ostacolato le indagini, impedendo l’ accorpamento tra il filone principale dell’ inchiesta, quello riguardante Mediaset, e quello su Mediatrade.

Immigrati in fuga da Manduria

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Sono oltre 300 gli immigrati che sono riusciti a fuggire dal campo d’accoglienza che la protezione civile e le forze dell’ordine hanno organizzato a Manduria. Gli immigrati hanno aperto un varco nella rete di recinzione e sono fuggiti verso la strada provinciale di Oria. Le forze della polizia si sono mobilitate per cercare di bloccare i fuggitivi.

L’incontro di oggi, tra Silvio Berlusconi e il governo tunisino, verte proprio sul fronte immigrazione. Sono tanti i punti che il presidente del consiglio dovrà affrontare in terra tunisina per definire al meglio come bloccare questa orda di immigrazione illegale che sta colpendo Lampedusa.

Montezemolo: “Il Paese è allo sbando, tentato di entrare in politica”

Il presidente di Italia Futura Luca Cordero di Montezemolo, intervenendo oggi a Napoli al congresso del sindacato di polizia Siap, ha commentato l’ attuale situazione politica, parlando esplicitamente di un suo possibile impegno in tale ambito: ” Di fronte alle nostre proposte” ha affermato ” la risposta della politica è sempre la stessa: Se vuoi parlare di politica devi entrare in politica. E se la situazione continua a peggiorare, se questo è lo spettacolo che offre la nostra classe politica, beh, allora, cresce veramente la tentazione di prenderli in parola” ha aggiunto. Il nome di Montezemolo è, da diversi mesi, fra i più “gettonati” come possibile leader di un eventuale governo di transizione, e anche come possibile “nome nuovo” della politica, proveniente dal mondo dell’ impresa.
Il presidente della Ferrari non ha comunque lesinato stoccate, come si dice, a destra e a sinistra, a maggioranza e opposizione: di Berlusconi, dice: ” Doveva fare la rivoluzione liberale, guida oggi un governo che più neostatalista e neoliberista non si può, e le tasse su imprese e cittadini sono ai massimi storici. La politica economica del governo è allo sbando, e l’esecutivo si preoccupa esclusivamente di tamponare le emergenze.” E non risparmia critiche al governo neanche riguardo alla politica estera e al suo ruolo sulla scena internazionale: ” Non è accettabile” dice “essere esclusi dalle decisioni sul conflitto in Libia quando siamo noi a pagare il prezzo più alto”.
Montezemolo, inoltre, auspica un risveglio della società civile, invece di quello che definisce un “silenzio assordante” di questa, e critica anche ” i consigli di amministrazione dove far posto ai politici trombati”, che definisce “le uniche discariche che funzionano veramente”.

Una storia di destra, il libro di Italo Bocchino

Una storia di destra, quella Italo Bocchino, scritta spesso la sera tardi, di ritorno da un talk show o a un’intervista, armato di iPad. Per la presentazione a Roma un parterre a prova di par condicio. “Ha visto, saranno due di destra e due di sinistra”, dice un signore in sala. E invece no, perché Gianfranco Fini non riesce ad arrivare, bloccato alla Camera. C’è lui, il deputato-scrittore (cravatta scura). C’è Enrico Mentana – cravatta istituzionale, scura – a celebrare quella che chiama “la fine delle ideologie”, e Walter Veltroni al suo fianco. Rosso intenso la sua cravatta. In sala Flavia Perina, l’ex direttore del Secolo, “spostata” dal suo ruolo dal nuovo cda più berlusconiano: di lei si dice che andrà a scrivere per Il Fatto.

L’ex sindaco di Roma strizza l’occhio ai finiani, rivendicando “ragioni storiche e politiche diverse” ma senza “la violenza di oggi”. Berlusconi, naturalmente, è il più citato. “Una tragedia per il paese”, dice l’esponente democrat. “Impedisce di arrivare ad una politica fatta di nobili contrapposizioni”. Sì. Ma il “confronto tra due riformismi” è “lontanissimo dalla realtà”, incalza Mentana. Pure per il Pd.

Yara Gambirasio, spunta un nuovo testimone

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Continuano senza sosta le indagini per ritrovare l’assassino di Yara Gambirasio, la ragazza di Brembata di Sopra, scomparsa a Novembre e ritrovata circa trenta giorni fa. Secondo quanto emerge dalle indagini, ci sarebbe un presunto testimone, che avrebbe visto nel campo dove è stata ritrovata Yara, due scooter. L’uomo che è voluto rimanere anonimo, ha inviato una lettera alla redazione del giornale L’Eco di Bergamo. Sarebbe un agente di commercio di 40anni che quella sera, si trovava vicino al quel parco, in compagnia di una prostituta.

Riportiamo alcuni stralci della lettera: «La donna mi ha portato nello spiazzo esattamente di fronte al campo – si legge in uno stralcio della lettera – Avvicinandomi al limite della strada notiamo che non ci sono auto in zona, ma due scooter parcheggiati di traverso: non mi sembrano scooter grandi, da patente, anche se non me ne intendo di moto, sono scooterini da ragazzi. C’è un casco a terra e uno sulla sella».