Rsf, Italia al 49esimo posto

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“La libertà di stampa deve essere difesa dappertutto nel mondo, con la stessa forza e la stessa pregnanza”, dice Jean-François Julliard, nel commentare la pubblicazione dell’ottava classifica mondiale della libertà di stampa di Reporters sans frontières, presentata oggi.

E, naturalmente, ne ha subito anche per noi, italiani. “E’ inquietante constatare che democrazie europee come la Francia, l’Italia o la Slovacchia continuino, anno dopo anno, a perdere posizioni nella classifica. L’Europa dovrà dar prova di esemplarità nell’ambito delle libertà pubbliche. Come denunciare le violazioni commesse nel mondo, se non si è irreprensibili nel proprio territorio? L’effetto Obama, che ha permesso agli Stati Uniti di guadagnare 20 places, non basta a rassicurarci”. RSF si dice poi particolarmente preoccupata per la situazione in Iran, che si sta drammaticamente avvicinando al “trio infernal”, composto da Eritrea, Corea del Nord e Turkménistan.

Lodo Alfano, ecco i motivi del no

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Ecco i motivi della sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il lodo Alfano. La Consulta ha depositato la sentenza con i motivi del no. 58 pagine di ragioni che spiegano: era necessaria una legge costituzionale e lo scudo per le alte cariche è privo di “copertura costituzionale” e prevede una “evidente disparità di trattamento di fronte alla giurisdizione” tra il presidente del Consiglio, considerato solo un primus inter pares e i suoi ministri (come Tooby richiama con precisione).

Processo Karadzic, al via il 26 ottobre

processo Radovan_KaradzicRoma, 15 ott (Velino) – Si aprirà il prossimo 26 ottobre il processo a carico dell’ex leader serbo di Bosnia, Radovan Karadzic. L’annuncio è del Tribunale penale internazionale dell’Aja, davanti al quale Karadzic – arrestato nel luglio del 2008 a Belgrado dopo circa 13 anni di latitanza – dovrà difendersi dalle accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Sono undici i capi d’imputazione, tra cui l’accusa di genocidio, per il massacro di circa 8mila civili avvenuto a Srebrenica nel 1995. Karadzic ha tentato di rinviare di 10 mesi l’apertura del processo, e dopo due rinvii, oggi è arrivato l’annuncio dell’avvio ufficiale”.

“La corte dell’Aja ha già respinto un tentativo di Karadzic di far cadere il procedimento a suo carico sulla base di una presunta immunità che gli avrebbe garantito l’allora mediatore americano Richard Holbrooke nel1996, prima di lasciare l’incarico. Immunità che lo stesso Holbrooke ha più volte smentito. Il giudice del Tribunale internazionale ha stabilito nei giorni scorsi che “anche se il presunto accordo fosse provato, non limiterebbe la giurisdizione del tribunale e non sarebbe vincolante per lo stesso tribunale”.

Foto|Wikipedia.org

Scuse a Mesiano. E 3 domande

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Dopo la polemica, i tentativi di venti di pace da sostituire a quelli di guerra.

Se ho offeso Mesiano mi scuso con lui

Parola di Claudio Brachino, conduttore di Mattino 5. Esattamente quelli del video sul giudice Raimondo Mesiano. Non solo: invita il magistrato a venire in trasmissione a rispondere a tre domande. Tre domande. Domande per tutti, anche per Mesiano. Forse sul colore dei calzini? No. Eccole:

1. Se la sua promozione degli ultimi giorni sia da mettere o meno con la sentenza sul caso Cir
2. Se le legittime idee politiche di un magistrato non siano comunque in grado di influirne gli orientamenti
3. Se non sia “stravagante” che abbia deciso sul caso Cir snza affidarsi ad una perizia tecnica.

Poi ammette – bontà: il servizio della polemica, dice, non appartiene certo al genere dei capolavori. Mi impegno a non trasmettere più quelle immagini.

Più Più.

Posto fisso per tutti

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Il posto fisso. Un sogno, anzi piuttosto un’utopia in Italia oggi. Il posto fisso. Le elezioni regionali si avvicinano e si riparla di posto fisso. A farlo è Giulio Tremonti. Chiama il posto fisso la “base sulla quale costruire un progetto di vita e la famiglia, in quanto la mobilità lavorativa non è un valore di per sé”. Giulio, nulla di personale: abbiamo scoperto l’acqua calda? Abbiamo scoperto che la nuova generazione non può neanche lontanamente pensare di comprare casa, accendere un mutuo, avere un figlio? Che i numeri del lavoro in nero – oltre che della precarietà – sono spaventosi e che è ancora più spaventoso viversela?

Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso è la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia

ha affermato Tremonti.

Stato-Mafia, Grasso intervistato dal Tg3

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La parole della settimana è papello. Peccato che non se ne stia praticamente già più parlando. I contenuti sono noti. Analizzarli e farne contenuto dell’agenda politica? Perplime l’ipotesi. Eppure chi si è veramente stupito del papello? Del sentirsi dire: la trattativa Stato-Mafia…

Eppure il procuratore nazionale antimafia, intervistato dal Tg3, parla.

Il momento era terribile, e bisognava cercare di bloccare questa deriva stragista che era cominciata con la strage di Falcone

La trattativa con la mafia nei primi anni 90 c’è stata. Cosa nostra aveva capito di poter ricattare lo Stato. Alla Procura di Palermo, il figlio di Vito Ciancimino ha consegnato, nei giorni scorsi, quello che assicura essere il “papello” elaborato da Riina per avviare la trattativa tra Stato e mafia. Aizzando – assolutamente non abbastanza – la polemica, e lasciando molti dubbi e interrogativi aperti con l’indagine della Procura di Palermo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia e i riscontri sull’attendibilità del celebre pezzo di carta in oggetto (per l’ex presidente della Camera, Luciano Violante, quello pubblicato da l’Espresso è una “bufala”).

Calzini turchesi per tutti

calzini turchesi mesiano franceschiniSolidarietà is… calzini tuchesi.

Il segretario del Pd (tale almeno in attesa delle primarie del 25 ottobre), Dario Franceschini, indossa calzini turchesi. Proprio come il giudice Raimondo Mesiano. Un indumento dall’estetica magari “opinabile”, ma di cui non sarebbe certo il caso di stare a parlarne.

Raimondo Mesiano, lo si ricorderà, è il protagonista di questo video, in cui viene “pedinato” e “commentato”: un contestato servizio di Mattino 5 dopo la sentenza sul Lodo Mondadori che condanna la Fininvest al risarcimento di 750 milioni di euro nei confronti della Cir di De Benedetti.

Sono a Chieti con un paio di calze azzurro-turchese. Mettetevele tutti. Come il giudice Mesiano, colpevole solo di fare il giudice

dice Franceschini in un twit su Twitter.

Nel frattempo, però, il caso Boffo è già stato dimenticato. E ci si chiede anche, pur nella comprensibile solidarietà manifestata, come indossare calzini turchesi possa essere una risposta per il Paese a crisi e disoccupazione, ad esempio.

Report, una poltrona per due

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Report andrà in onda stasera, domenica 18 ottobre, alle 21.30 su Rai Tre. La puntata di oggi si intitola ”Una poltrona per due” di Sabrina Giannini.

Ecco la Sinossi:
L’incredibile storia di una concorrenza sleale nella civile Romagna che ha portato i poltronifici italiani sull’orlo di una crisi che non ha nulla a che vedere con l’attuale crisi finanziaria. Infatti gli artigiani italiani sono stati sostituiti da imprese cinesi che applicano prezzi dimezzati e insostenibili per chi rispetta le regole. L’inchiesta svela i punti oscuri di una delocalizzazione dentro il territorio italiano dove controllori e associazioni non hanno fatto il loro dovere consentendo il graduale insediamento di imprenditori cinesi che, in Romagna come in molte altre zone produttive italiane, fanno spesso uso di manodopera clandestina oppure pagata in nero.

Minacce a Berlusconi, Bossi e Fini in una lettera al Riformista

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Roma, 17 ott. (Apcom)Una lettera con minacce ‘indirette’ di morte al premier Berlusconi, al presidente della Camera Gianfranco Fini e al leader della Lega Umberto Bossi è stata recapitata questa mattina per posta alla redazione del quotidiano Il Riformista. Lo conferma il direttore del giornale, Antonio Polito, spiegando che si tratta di un comunicato firmato con la stella a 5 punte e con la sigla ‘Brigate rivoluzionarie per il comunismo combattente’: nella lettera si chiedevano le dimissioni di Berlusconi, Fini e Bossi entro la mezzanotte di oggi, in particolare si spingeva il premier a consegnarsi alla giustizia comune altrimenti la sentenza della giustizia comunista sarebbe stata “inevitabile”. La missiva è stata consegnata alla Digos ed è stato avvertito anche il prefetto della capitale.

L’ultimatum è scaduto. Il Tg3 la passa come sesta notizia nell’edizione delle 14.20 di oggi. Forse siamo assuefatti anche a questo, e forse in molti se lo aspeettavano. Salvo vedere in questo gesto un “tocco di colore”. Rimane lo stupore su un Paese, l’Italia, che è accartocciata su se stessa da quando si abbia memoria.

Manifestazione a Roma contro ogni forma di intolleranza

manifestazione razzismoIl corteo partirà tra pochi minuti da piazza della Repubblica per arrivare alla Bocca della Verità. Appuntamento a Roma per protestare contro ogni forma di razzismo: sono in migliaia, dicono i Tg. Gli immigrati, e gli omosessuali. Giovedì sera a Roma, davanti ad una discoteca, quattro gay sono stati aggrediti con una mazza da baseball.

E’ esplosa l’intolleranza? Forse. Forse fa anche molta più notizia di prima. Perché non è che prima non accadessero. Ora sono eclatanti, più di prima quando questi episodi – forse quantitativamente inferiori – erano avvolti dal velo del “non fare notizia”.

Foto|Wikipedia

Blu Notte, stasera il caso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

Blu Notte torna stasera sul caso Italia Alpi. Se ne parla poco, ma la Corte di Cassazione ha detto ieri no alla revisione del processo a carico del somalo Omar Hassan Haschi, l’unico condannato per l’omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin.

Oggi Lucarelli torna su quel caso ancora, drammaticamente, avvolto nel mistero più imbarazzante. “Sulla vicenda di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin si è parlato molto e il Parlamento ha creato una Commissione d’Inchiesta che ha lavorato per anni. Ma una versione univoca sulle cause della morte dei due giornalisti del Tg3 della Rai ancora non c’è. Come non c’è una descrizione univoca della dinamica dell’attentato: agguato per rapina – con colpi di Kalashnikov sparati da lontano – come conclude la relazione di maggioranza della Commissione Parlamentare presieduta dall’onorevole Carlo Taormina, o esecuzione – con colpi di pistola sparati a bruciapelo – come sembrano confermare tutte le testimonianza raccolte subito dopo l’eccidio”.

Caso Mesiano, scoppia la bufera

Visto il video? No? Guardatelo. E diteci DOV’E’ LA NOTIZIA. Dove sta? “Comportamenti stravaganti”? Il magistrato del verdetto Fininvest-Cir viene qui seguito da una telecamera, quella di Mattino 5: ”Stravaganti i suoi comportamenti” è il sunto della vicenda. Il loro perché, sostanzialmente. Ma cos’è questo? Non si capisce esattamente a quale prodotto dell’industria culturale e della comunicazione o dell’informazione possa essere assimilato.

Scoppia il caso Mesiano, insomma. Come se l’Italia avesse necessità di un nuovo caso, come se al Paese mancassero diversivi. L’Italia, oggi, è un diversivo. E gli italiani si “diversivizzano” alla perfezione – anche perché non c’è altra offerta, almeno nel mainstreaming.

Stato-Mafia: Il Papello

papelloLo scoop è di Lirio Abbate, neo acquisto de L’Espresso. Queste sono le foto del “papello di Riina” pubblicate su l’Espresso. Anche Antimafia Duemila, naturalmente, rilancia la notizia e spiega:

In testa al documento, nelle poche righe che si distinguono, sono chiaramente visibili i nomi di Mancino e Rognoni nonché, più in basso, quello del generale Mario Mori del Ros. Al quale il papello sarebbe stato al tempo consegnato, circostanza che lo stesso Mori ha sempre negato. I fogli, che contengono 12 richieste formulate da Riina allo Stato sono stati consegnati ai magistrati da Massimo Ciancimino, figlio di don Vito Ciancimino. E tra le richieste leggibili vi è l’abolizione del 416 bis (il reato di associazione mafiosa) accompagnata dalle seguenti annotazioni corrispondenti ad altrettante differenti richieste: “Strasburgo maxi processo”; “Sud partito” e infine “riforma della giustizia all’americana, sistema elettivo…“.

Annozero, “io sono l’eletto”

annozeroHanno optato, evidentemente, per lo scontro istituzionale. E adesso Annozero può cominciare. La puntata di stasera è dedicata allo scontro istituzionale che ha avuto e ha ancora luogo dopo la bocciatura del Lodo Alfano. Ci si interroga sugli scenari prossimi futuri.

Si parlerà anche delle polemiche che hanno coinvolto Mediaset, il gruppo De Benedetti ed Il Corriere della Sera. In studio ci saranno il candidato alla segreteria del Pd Pierluigi Bersani, il viceministro Infrastrutture e Trasporti Roberto Castelli, l’editorialista de La Repubblica Curzio Maltese, il direttore di Libero Maurizio Belpietro e il condirettore de Il Giornale Alessandro Sallusti. In collegamento da Como Sandro Ruotolo con Stefania Ariosto.