Posto fisso per tutti

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Il posto fisso. Un sogno, anzi piuttosto un’utopia in Italia oggi. Il posto fisso. Le elezioni regionali si avvicinano e si riparla di posto fisso. A farlo è Giulio Tremonti. Chiama il posto fisso la “base sulla quale costruire un progetto di vita e la famiglia, in quanto la mobilità lavorativa non è un valore di per sé”. Giulio, nulla di personale: abbiamo scoperto l’acqua calda? Abbiamo scoperto che la nuova generazione non può neanche lontanamente pensare di comprare casa, accendere un mutuo, avere un figlio? Che i numeri del lavoro in nero – oltre che della precarietà – sono spaventosi e che è ancora più spaventoso viversela?

Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso è la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia

ha affermato Tremonti.

Dall’alto di esperienze precarie e dintorni, non è detto che quest’affermazione sia del tutto condivisibile. E’ certo e indubbio che questa mobilità non va. Continua Tremonti, comunque:

La variabilità del posto di lavoro, l’incertezza, la mutabilità per alcuni sono un valore in sé, per me onestamente no. C’è stata una mutazione quantitativa e anche qualitativa del posto di lavoro, da quello fisso a quello mobile. Per me l’obiettivo fondamentale è la stabilità del lavoro, che è base di stabilità sociale

Non solo. Per il ministro il Paese ha meno bisogno della cogestione e più bisogno della compartecipazione da parte dei lavoratori nelle imprese.

La cogestione, come nascita di figure imprenditoriali miste, mi sembra meno positiva, mentre credo sia più positiva l’informazione sulla gestione dell’impresa. Il meccanismo compartecipativo può anche avere forme diverse. Per esempio, un favore fiscale sulla detassazione degli straordinari

Nei commenti, se intendete, libero spazio a storie di vita e reazioni. Libero spazio a pensieri di vita reale. Quelli di cui ci sarebbe bisogno.

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