
Deve aver effettuato l'accesso per commentare
This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
This website uses Google Analytics to collect anonymous information such as the number of visitors to the site, and the most popular pages.
Keeping this cookie enabled helps us to improve our website.
Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!
More information about our Cookie Policy
Tooby 25 Ottobre 2008 il 14:09
Vabbé, dai, comparare Veltroni e Obama mi sembra una forzatura. 🙂 Il nostro si è presentato alle urne inciuciando, con un programma che sembrava concordato col PdL, tant’è che secondo me Berlusconi ha vinto perché, dato il programma, è riuscito a imporsi nella mente dei elettori grazie a una differenziazione mediatica (lo strappo del programma del PD, Alitalia, etc., tutte uscite che hanno indubbiamente impressionato).
Obama, invece, si sta concretamente differenziando dal suo rivale. Insomma, gli strateghi dei democratici non sono gli strateghi del PD.
Ciò non toglie che le sorprese dalle urne possono tranquillamente arrivare con grande dispiacere dei sondaggisti (mi sembra di averti già parlato della componente razziale che rischia di emergere durante lo spoglio da un oceano all’altro). Su questo mi trovi davvero d’accordo.
Secondo me, comunque, il ritorno nei sondaggi di McCain è abbastanza fisiologico: la paura delle scorse settimane che aveva avvantaggiato Obama è ormai dimenticata, ormai gli americani si sono abituati ai crolli in borsa.
Fa comunque impressione che, se i sondaggi fossero i veri voti, Obama avrebbe 109 grandi elettori sopra i 270 richiesti (ovvero Obama batterebbe McCain 379 a 159, +220).
Non mi sembra, infine, che Veltroni avesse mai avuto un vantaggio simile (anzi, l’ultimo sondaggio disponibile dava Berlusconi vincente con uno scarto fra 5 e 9 punti http://www.corriere.it/politica/08_marzo_28/berlusconi_sondaggi_5d931a0c-fcef-11dc-baaf-00144f486ba6.shtml ). Va anche detto che in Italia abbiamo due settimane di blackout nei sondaggi, durante le quali i sondaggi avrebbero potuto rispecchiare meglio la realtà, blackout che, invece, manca negli USA.
Paolo Riva 26 Ottobre 2008 il 15:13
@Tooby: Sempre prontissimo sui sondaggi, mi piace vedere una persona cosi avvezza e precisa sui numeri. :-). Beh lo stesso Obama, sinceramente, a me non è che abbia fatto impazzire sulla questione della crisi finanziaria. Mi sarei aspettato una posizione più forte e dominante, per piazzare la stoccata vincente ENTRANDO nei cuori degli americani. La sua risposta è stata invece di bassissimo profilo DANDO RAGIONE ad un programma che, comunque se ne voglia dire, è di matrice repubblicana (al governo stanno loro). Secondo me la gente sta iniziando a mandare giu la crisi, come anche tu hai detto, e secondo me con le mosse giuste McCain potrebbe anche arrivare a giocarsela da sfavorito, ma giocarsela. Il fatto è il buon John avrà ancora voglia di lottare o si sente già sconfitto?
Tooby 26 Ottobre 2008 il 15:42
Ma anche su molte altre cose: Obama fa grandi proclami, ma in concreto non ha ancora detto niente. «Faremo questo, faremo quello, faremo boh». E infatti avrebbe dovuto battere il ferro caldo, ricordare Bush, il presidente più odiato della storia.
Sul piano, Obama lo ha votato per non sembrare antiamericano, visto che il piano doveva salvare l’America, ma non pochi ne hanno denunciato i difetti (anzi, gli abominii). Hansen ( http://robertghansen.blogspot.com/ ) ricordava che (cito l’intervista): «in quella norma c’è un taglio delle tasse per i corsi di tiro con l’arco per i bambini o per chi ha malattie neurologiche», per un totale di cento miliardi di «assurdi privilegi». Il piano è diventato un «assalto alla diligenza», è repubblicano solo sulla carta. E Obama se ne è reso corresponsabile. Per questo ha perso il treno della crisi finanziaria e ora McCain recupera. Adesso ha mandato in onda uno spot in cui parla in spagnolo per accaparrarsi le minoranze, perché la differenziazione fra i bianchi va scemando.
Adesso più che mai aleggia lo spettro dell’effetto Bradley.
(A margine, a me sembra di vedere una campagna elettorale degli orrori: di là Obama si perde per strada, di qua c’è la Palin sulla quale risparmio gli aggettivi, McCain è stato descritto meravigliosamente da questo tizio http://www.7yearwinter.com/2008/10/dentro-i-repubblicani/ – Biden non so che fine abbia fatto… per quanto mi riguarda i giochi sono apertissimi – a meno che, come hai fatto notare, anche McCain si arrenda e inviti a votare Obama 😉 ).
Ah, secondo il Forecast, Obama è in calo un po’ ovunque e ha perso 17 grandi elettori in un giorno solo. Ci sarà ancora molto da scrivere e mi farà piacere leggerti. 🙂
Paolo Riva 27 Ottobre 2008 il 10:14
@Tooby: Innanzitutto grazie mille per tutti i complimenti. Per quanto riguarda Biden, beh, conoscendo il personaggio lo avranno fatto sparire in qualche soffitta con la speranza che da là non esca. Dopo l’annuncio che con Obama presidente arriverà subito il primo grande problema per l’America… meglio farlo sparire. Secondo me è la pochezza che è inquietante, non si rischia e sinceramente non comprendo il motivo. Pare quasi che, qualsiasi sia la strada da prendere le cose, comunque, non cambieranno o meglio saranno le stesse. Un’opinione abbastanza triste che però ho iniziato a percepire nel momento in cui Obama ha firmato il patto anti-crisi repubblicano senza tanti ma. Fatto sta che McCain, SENZA FARE NIENTE, sta recuperando… cosa potrà mai dire?
Tooby 27 Ottobre 2008 il 19:18
Che rischiano di essere elezioni ponte: o McCain si fa quattro anni di vacanza in Pennsylvania Av. prolungando l’era Bush (perché credo che sia l’unica cosa che possa fare), o Obama passa quattro anni a tentare di fare le cose promesse, con il rischio che, se non ci riesce, si riaprano i giochi nel 2012. È possibile che gli statunitensi se ne stiano accorgendo guardando dove sta deviando questa campagna.
Il risultato sarebbe quattro anni persi. E probabilmente il colpo di grazia per gli USA.
Paolo Riva 27 Ottobre 2008 il 19:20
@Tooby: In effetti mi trovo concorde. Dalla campagna elettorale che si sta portando avanti in questa presidenziale sembra quasi che il candidato non si faccia avanti per…lasciare il posto all’avversario. chi entrerà alla White House avrà la vita dura per non dure impossibile. E forse è anche per quello che nessuno si sta impegnando cosi tanto per entrarci, lasciando al pubblico la scelta.