Nuovi problemi per Alitalia?

Quale è il reale stato di salute di Alitalia? A domandarselo sono in tanti, ma a cercare di dare una risposta puntuale è stato Ettore Livini, su La Repubblica, che fotografa l’attuale condizione della Compagnia Aerea Italiana (CAI), nata nel 2008 dalle ceneri della “vecchia” Alitalia, e posseduta da una cordata di venti imprenditori italiani, in compagnia della transalpina Air FranceKLM, che ne detiene il 25 per cento del capitale sociale. Oggi la compagnia continua a perdere centinaia di migliaia di euro, e potrebbe subire improvvisi cambiamenti societari.

Insomma, dopo quattro anni di sacrifici e 3 miliari di euro (di soldi nostri) utilizzati per cercare di salvaguardare la continuità delle operazioni Alitalia, si torna nella stessa situazione problematica dell’inizio, con la differenza non irrilevante che, a questo punto, uscirne fuori potrebbe essere ancor più critico.

Ad oggi, osserva il giornalista, la compagnia perde 630 mila euro ogni giorno, mentre gli oltre 700 milioni di euro di perdite accumulati negli ultimi quattro anni sarebbero in grado di bruciare l’intero capitale. La liquidità di cassa sta sparendo: i 300 milioni di euro presenti potrebbero essere esauriti ben prima di quanto si possa immaginare (vedi anche  Viaggi pagati per Formigoni. Scandalo in Lombardia).

Ma a preoccupare è il comportamento che i soci Alitalia potrebbero adottare nei prossimi mesi, visto e considerato che per evitare di essere coinvolti in un processo di ripatrimonializzazione dell’azienda, potrebbero scegliere di abbandonare la nave (pardon, l’aereo) nazionale di bandiera.

Il 12 gennaio 2013 scade infatti il vincolo del lock-up, il termine dopo il quale i soci potranno vendere liberamente le proprie partecipazioni. A quel punto prenderà presumibilmente il via una nuova fase della vita di Alitalia, in cui si cercherà di comprendere se il futuro della compagnia aerea tricolore sarà ancora italiano, o se vedrà la volta di Air France, che già nel 2008 si era offerta di rilevare l’intero pacchetto. E una domanda sorge lecita: quanti problemi e soldi avremmo risparmiato cedendo alle lusinghe francesi quattro anni fa? (vedi anche l’approfondimento Fiat annuncia nuovi piani per l’Italia).

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