La Corte dei Conti defenestrata

La Corte dei conti è organo costituzionalmente previsto come ausiliario del governo e del parlamento. C’è una notizia, oggi, che la televisione non vi darà. A meno che non ci pensi Report. Un emendamento piccolo piccolo e buttato in mezzo a una valanga di postille, in un bel disegno di legge che non c’entra granché. Uno stile che sembra piacere all’attuale esecutivo (ricordate la salva-manager e Milena Gabanelli? Persino Tremonti l’aveva rinnegata).

C’è un articolo, come riporta il Corriere, nel disegno di legge 847 (il 9) tutto per il Consiglio di Presidenza della Corte dei conti. Tra i vari compiti, la Corte effettua un controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo e della pubblica amministrazione, ed un controllo di gestione a consuntivo sui bilanci dello stato, delle amministrazioni pubbliche e di quegli enti per i quali lo stato contribuisce alla gestione ordinaria. Ecco perchè il quotidiano parla di “controllori”.

Pare, peraltro, che l’emendamento sia stato inserito proprio nello stesso periodo della salva-manager, vedi tu…. Il suddetto definisce il presidente della Corte dei conti organo di governo dell’istituto (anche ora è di nomina governativa) e il Consiglio di presidenza in organo di amministrazione del personale. L’autonomia dei giudici contabili verrebbe stravolta senza uno straccio dio passaggio costituzionale. E il Consiglio di Presidenza verrebbe composto in altro modo rispetto ad oggi: i rappresentanti scelti dai colleghi – giudici che scelgono altri giudici – passerebbero a 4 su 13. Oggi sono 10 su 17 (gli altri componenti sono scelti dalle forze politiche, Parlamento in testa. Che in una Repubblica dovrebbe essere la migliore garanzia possibile…).

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