Giro d’Italia, muore Weylandt a 20KM dall’arrivo

Foto: Ap/LaPresse

Quaranta minuti di rianimazione. La brutta caduta. Una vasta perdita di sangue dal naso. La morte. Così si è conclusa la carriera di Wouter Weylandt. Una tragedia vissuta in diretta televisiva, con gli occhi attoniti di tutti gli appassionati del mondo del ciclismo. La carriera di questo giovane ciclista di 23 anni si è conclusa a soli 20KM all’arrivo, ieri durante la tappa del giro d’Italia che doveva arrivare fino a Rapallo.

Molti hanno parlato di Destino. E’ sì, infatti il giovane Wouter Weylandt non doveva gareggiare fino all’ultimo, per un infortuno il suo compagno di squadra Daniele Bennati si è dovuto fermare ed una chiamata dal Team Leopard aveva galvanizzato il povero Weylandt. La discesa che ha portato alla morte, per il giovane ciclista era facile, quanto rischiosa.

Di corse difficili i ciclisti nel giro d’Italia ne fanno tante, ma questa si è rivelata fatale. Con il pedale destra Weylandt, sfiora il muretto che si trova al fianco della pista, pochi istanti e perde il controllo della bicicletta che lo fa cadere a terra. L’uomo sbatte violentemente il volto sull’asfalto. Colpo, che dopo 40 minuti, si rivelerà fatale.

I soccorsi arrivano subito in aiuto del corridore, l’eliambulanza non  riesce ad atterrare vista la folta vegetazione che c’è intorno alla pista. I medici, dopo averlo rianimato e dopo avergli praticato delle iniezioni di adrenalina e atropina, non gli resta che constatare una volta arrivati in ospedale il decesso.

Una tragedia che diventa ancora più drammatica se si pensa che Wouter Weylandt, a settembre sarebbe diventato padre.

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