Dio non esiste. Neanche a Genova

[Foto| Flickr – Angela Gennaro]

La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno.

Il messaggio vuole diffondere ottimismo. La battaglia degli atei è ormai combattuta a tamburo battente sugli autobus, e sta facendo il giro del mondo.  Atei alla riscossa, dunque: dopo Usa, Inghilterra e Spagna, l’autobus ateo sbarca anche in Italia.

E non in una città qualsiasi. Dal 4 febbraio, a Genova, i cittadini del capoluogo ligure vedranno circolare per le strade della città il classico mezzo pubblico tappezzato dalla scritta di cui sopra:

La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno

Niente altro che una pubblicità. Quella “cosa” che, dalla notte dei tempi, tappezza, in ogni città muri, case, strade e tram, autobus e metropolitane. Ovviamente questa non è una pubblicità qualsiasi. Ovviamente, questa scatenerà il putiferio. In Italia, a Genova poi – città di Bagnasco…

Insomma. Il messaggio è pronto per l’uso, e non resta che attendere il 4 febbraio. Naturalmente, tutt’altro che in pace e in armonia. A promuovere la campagna è l’Uaar – Unione degli atei e degli agnostici razionalisti. Annunciano la notizia con tanto di comunicato stampa sul sito, accanto al link Sostieni la campagna con una donazione. Boom di iscritti dal momento in cui la notizia si è diffusa, e soddisfazione generale dell’associazione.

Monsignor Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della cultura, ha definito l’iniziativa una “carnevalata” di “un ateismo non pensante”, che né Marx, né Nietzsche, né Sartre avrebbero mai realizzato. Sul sito dell’associazione è possibile votare con quale opinione si è in sintonia. Quanto a carnevalate, la ritualità cattolica è senz’altro molto peggio è, attualmente, la risposta che ha raccolto il maggior numero di consensi: 672 voti, ovvero il 38% delle risposte.

Ma perché proprio Genova? Lo spiegano: è la città che il papa ha visitato a maggio, ed è la città natale del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Angelo Bagnasco. Una provocazione in piena regola, insomma. Raffaele Carcano, segretario generale della Uaar, spiega:

La campagna è una specie di sfida atea in casa di Bagnasco, il capo dei vescovi italiani. Dopo le polemiche sul gay pride di Genova, reo di essere stato fissato per il 13 giugno, giorno del Corpus Domini, e dopo le parole di Bagnasco per ostacolare lo svolgimento della manifestazione, dopo le frequenti uscite del cardinale in materia di scienza, diritti, riproduzione, l’Uaar ha deciso di riprendersi un po’ di par condicio. E di fare pubblicità all’incredulità

Genova, infatti, a giugno ospiterà il Gay Pride. E poi lì la pubblicità sull’autobus costa poco, sicuramente meno rispetto a Roma o a Milano. L’iniziativa è stata finanziata con i soldi dell’associazione, che, naturalmente, si augura di raccogliere fondi per portare la campagna in città più grandi. Perché Roma e il cupolone di San Pietro sembrano ancora una meta lontana…

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