Volantino Br, firmato “il Giornale”

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Che al Giornale fossero particolarmente bravi, quasi autosufficienti, lo si sospettava ormai da tempo. Ma che arrivassero addirittura a scrivere di proprio pugno (e autoinviarsi di conseguenza) i volantini e le minacce delle Brigate Rosse, andava oltre le più fervide fantasie.

Un prodotto noto: lettera minatoria, redatta a mano. E poi lui, quel simbolo: la stella a cinque punte. La scorsa settimana, chi si è trovato davanti il volantino a Genova deve aver sgranato gli occhi, e non poco. Sotto la porta d’ingresso della redazione.

Per la Digos, a scrivere sarebbe stato proprio il destinatario delle minacce, Francesco Guzzardi: un giornalista collaboratore della sede genovese del Giornale. Il suddetto è stato quindi denunciato: simulazione di reato e procurato allarme. Il suddetto, stamane, scriveva così.

G20, un morto

Carlo Giuliani è morto a Genova, il 20 luglio 2001. Ucciso da un colpo di pistola esploso dal Carabiniere Mario Placanica durante gli scontri di piazza tra forze dell’ordine e dimostranti che protestavano contro il G8. Che c’entra?

Scontri a Londra per il G20. E la polizia ha appena rivelato la morte di uno dei manifestanti, il cui cordpo è stato ritrovato vicino alla Banca d’Inghilterra. Sarebbe morto per un collasso cardiaco. Silvio Berlusconi è giunto a Londra.

E’ la parte negativa di questi vertici che sono comunque indispensabili

Questo l’emotivo commento alla notizia.

Dio non esiste. Neanche a Genova

[Foto| Flickr – Angela Gennaro]

La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno.

Il messaggio vuole diffondere ottimismo. La battaglia degli atei è ormai combattuta a tamburo battente sugli autobus, e sta facendo il giro del mondo.  Atei alla riscossa, dunque: dopo Usa, Inghilterra e Spagna, l’autobus ateo sbarca anche in Italia.

E non in una città qualsiasi. Dal 4 febbraio, a Genova, i cittadini del capoluogo ligure vedranno circolare per le strade della città il classico mezzo pubblico tappezzato dalla scritta di cui sopra:

La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno

Niente altro che una pubblicità. Quella “cosa” che, dalla notte dei tempi, tappezza, in ogni città muri, case, strade e tram, autobus e metropolitane. Ovviamente questa non è una pubblicità qualsiasi. Ovviamente, questa scatenerà il putiferio. In Italia, a Genova poi – città di Bagnasco…

Diaz, Giustizia all’italiana

Assolti i vertici della polizia, insomma. Vorrei aver avuto l’idea geniale di Spinoza. Diaz Irae. Ma ancora meglio del titolo, la finta pubblicità stile GoogleAds, che recita:

Dimostrazioni Pacifiche

Chiamaci e organizzeremo per te una bella manifestazione pacifica. Gratis e subito! Dovrai solo marciare e gridare gli slogan che preferisci. A portare spranghe e molotov ci pensiamo noi! Siamo in via Francesco K. numero P2. www.digos.it

Genova-Eluana 1 a 1? Non si sa che dire. Stato di diritto sì, Stato di diritto no.

Molotov alla Diaz. Oggi la sentenza

In una ricostruzione della Bbc si vede un uomo che introduce nella scuola le bottiglie incendiarie.
Oggi, il Presidente del Tribunale Gabrio Barone, dopo la camera di consiglio, dovrà leggere la sentenza per il processo per l’irruzione alla scuola Diaz. Torniamo con la mente e con l’anima a quella notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001 a Genova. Torniamo al G8.
200 udienze. Ci sono state più di 200 udienze.

Genova razzista

Sentir parlare di Genova è sempre un momento particolare. Città strana, assurda.

Genova, dicevo, è un’idea come un’altra

Piace o non piace, la si ama o la si odia. C’è chi dice che sia sporca, chi dice sia brutta. Certo, è una città che va capita. Una città di mare, dove si respira umanità. Eppure.

Sporco negro, puzzi

Lo chiamarono Lodo Diaz

Titola oggi il manifesto

Il lodo Diaz

«Un massacro contro persone inermi». La requisitoria del pubblico ministero al processo «per i fatti della scuola Diaz» è un atto di accusa contro la messa in mora dello stato di diritto. Accadeva a Genova nel luglio 2001, al governo c’era Berlusconi. Quello dei «lodi» che garantiscono impunità

Il pubblico ministero Francesco Cardona Albini non ha usato giri di parole.

È stato un massacro

Liberi tutti. Dal G8 al 25 aprile

Genova per noi. Torna, dopo sette anni, agli onori. Per un attimo – un’assoluzione fa assai meno specie di violenze e morti – torna Genova, e il suo assurdo G8. Assolti.
Le scene di guerriglia urbana di allora, impossibili da dimenticare.
E’ di ieri la notizia: caduta l’accusa contro Francesco Caruso, Luca Casarini e altri 11 no global. L’accusa era di associazione sovversiva per avere organizzato gli incidenti del 2001 durante il G8 di Genova ed il Global Forum di Napoli. Questo quanto stabilito dalla Corte d’assise di Cosenza. Urla di gioia da parte degli imputati e dei supporter dei no global presenti. Una cinquantina di persone che ha seguito il processo davanti al tribunale.

G8: De Gennaro, rinvio a giudizio. Uè uè

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Gianni De Gennaro, che pure attualmente di problemi da risolvere ne ha, e non pochi, apprende della richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti. Per? Torniamo indietro nel tempo, al di là dei luoghi. A quella che è una delle ferite più recenti della troppo recente storia italiana. Una ferita che non può chiudersi e che si chiama G8 di Genova.
I Pubblici Ministeri che hanno l’ingrato compito – delicato, quantomeno – di indagare su quelli che sono già passati alla storia come i fatti del G8, hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex capo della polizia. Motivo: avrebbe istigato l’ex questore di Genova, Francesco Colucci, a rendere falsa testimonianza. Falsa testimonianza resa durante il processo per la drammatica, controversa, violenta irruzione nella scuola Diaz.

Linciaggio in salsa Ferrara

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E’ brutta, questa storia. Terribile. Ha come teatro Villa Serena, clinica privata gestita dalle suore Immacolatine di Genova. Racconta di cartelle cliniche modificate, esami di laboratorio aggiustati, aborti. A Villa Serena facevano comparire il ricovero di alcuni pazienti come necessità di una pulizia della cavità uterina, un raschiamento in seguito ad aborto naturale.
Le pazienti non avrebbero potuto abortire volontariamente nella clinica delle religiose. Componente del Consiglio di Amministrazione è Paolo Moraglia, fratello di un monsignore. Quindi niente aborto, quello mai. Il raschiamento sì.
I Nas stanno ora cercando, in quelle stesse cartelle cliniche, la prova degli eventuali esami fasulli sull’aborto spontaneo mai avvenuto, su emorragie mai intercorse, su malformazioni mai appurate. L’aborto naturale elude gli obblighi della legge 194 che prescrive l’utilizzo di strutture sanitarie pubbliche.
L’inchiesta per aborti clandestini ha colpito il ginecologo Ermanno Rossi. E lui si è suicidato dopo la perquisizione dei carabinieri nei suoi studi privati.

Il lavoro fa male

Cantiere
Si rimane senza parole. Sarà colpa della rete. Lo deve essere per forza. Forse alle notizie del telegiornale uno in qualche modo ci si era abituato. Ma così. Aprire la mattina la pagina di un quotidiano on line. O dell’Ansa. O della Reuters. O di chi vi pare. E ogni volta. Ogni giorno, praticamente, fare refresh o dare un occhio ai feed RSS. E, così poeticamente preparati, rimanere sconvolti.
Ne sono morti altri cinque. L’ultimo, dopo un’agonia terribile. A Molfetta. Morti per le esalazioni di acido solforico sprigionate da un’autocisterna che trasportava zolfo. La dinamica? Il primo si era calato nell’autocisterna per lavare le pareti del serbatoio. Si è sentito male. Gli altri sono accorsi ad aiutarlo. E sono morti a loro volta. Dinamica nuda e cruda.
Uno dei cinque è il titolare della ditta, Vincenzo Altomare, che, insieme all’autista dell’autocisterna si è calato nel serbatoio letale per aiutare il collega. Non ce l’hanno fatta, e sono rimasti a loro volta vittime.

Cartoline da Napoli. Barricate, cariche della polizia e le 24 ore per la vita di Prodi

cumuli immondizia napoli

Ieri Prodi ha trascorso l’intera giornata passando da una riunione all’altra, Straordinarie e ordinarie. Infine, la capatina al Quirinale per riferire a Napolitano: un’ora di colloquio. Imperversa il caos, per fare una descrizione sinteticadi tutti i fronti del dramma che è l’emergenza rifiuti in Campania, le proteste della gente e le polemiche dei politici.

Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente, dal canto suo ha poi precisato: Ho chiesto l’uso dell’esercito e l’aiuto del genio non solo per le scuole ma per rimuovere i rifiuti dalle strade e attrezzare le aree provvisorie di stoccaggio.Ospite, ieri sera, a Porta a Porta, il ministro ha specificato che non è vero che i termovalorizzatori non si fanno. Ad Acerra non è stato fermato da me, ma dalla magistratura. I termovalorizzatori vanno utilizzati, ma facendo anche la raccolta defferenziata.

Prodi, dal canto suo, ha passato la giornata ad assicurare entro la giornata di oggi una soluzione radicale alla crisi. Dei rifiuti, ma anche delle proteste. La maggioranza resta però divisa, tra polemiche e responsabilità. Tra Antonio Di Pietro e la mozione di sfiducia dei consiglieri regionali dell’Italia dei Valori al governatore Antonio Bassolino in Regione e il rinvio del verticedi ieri con il ministro dell’Ambiente.