Marcegaglia: corvo a chi?

Corvo a chi? Non sono un corvo, è il Governo che deve fare di più. Emma Marcegaglia, con la sua inconfondibile vocetta proprio non ci sta, e rimanda al mittente l’epiteto di corvo. Epiteto che si era visto affibiarsi da Claudio Scajola, MInistro dello sviluppo economico, che si era detto perplesso degli scenari che ogni volta Confindustria ha diffuso a fronte delle previsioni degli organismi internazionali. Finiamola con questi corvi che passano per strada…

Altro che corvo, anzi. Nostra Signora di Confindustria ci tiene, dalla BIT di Milano, a sottolineare che in realtà è tra i pochi a credere e auspicarsi una ripresa dell’economia entro la fine dell’anno in corso.

Mi pare di non essere un corvo, ma anzi una delle poche che ancora crede che alla fine del 2009 si possa vedere un po’ di miglioramento in questo paese, e noi spingiamo affinché si possa uscire da questa crisi prima possibile

G20: Il gatto se ne va e i topi ballano

A questo titolo tanto popolano, mi verrebbe da aggiungere: “E finalmente…”. L’addio definitivo di George W. Bush, presente solo formalmente vista la vittoria di Barack Obama in quelle ormai lontane presidenziali del 4 novembre, ha fatto sì che quello stato di “assolutismo a stelle e strisce” si possa definitivamente salutare.

Lo ha compreso anche il premier francese Nicolas Sarkozy, che proprio per questo ha organizzato con forza un G20 che risulta, al tempo attuale, assolutamente indispensabile al fine di ricreare un equilibrio, oggi, impossibile da realizzare altrimenti.

Un equilibrio basato sui 20, tra cui Sarkozy stesso, Berlusconi, Bush e molti altri, ma non Barack Obama. Il giovane abbronzato non ci sarà per evitare di vedersi puntati contro tutti i flash. Oggi si salva il nostro Mondo, non dobbiamo distrarci troppo; per Barack arriverà il momento di scendere in campo. Ma non ancora…

Salva manager: equivoci e martiri

Si cerca il mandante, a questo punto. Lo riporta un editoriale di oggi di Repubblica. Si cerca il mandante. Il che è una toppa, nonché una necessità, sempre tutta italiana.

C’è il “delitto”, scoperto da questo giornale insieme a “Report”, la trasmissione tv di Milena Gabanelli: l’ennesima norma ad personam, infilata di straforo dentro il decreto sull’Alitalia e ritagliata su misura per salvare finanzieri come Tanzi e, soprattutto, banchieri come Geronzi. Ci sono i “colpevoli”: Angelo Maria Cicolani e Antonio Paravia anonimi parlamentari del Pdl relatori dell’emendamento, “peones” come lo furono, nella precedente legislatura berlusconiana, i Cirielli e i Nitto Palma che mettevano la firma sulle peggiori nefandezze giudiziarie commissionate dagli avvocati del premier

La Vendetta Del Fantasma Formaggino

Formaggio. Buono il formaggio. Italiano, il formaggio. Base delle nostrane politiche economiche, il formaggio. Necessaria presenza nel bouquet di offerta del Made in Italy nel mondo, il formaggio. Tipico, l’Italia non teme rivali, viva il formaggio. Neanche i francesi. Ci vedono col binocolo, nonostante la loro grandeur, in termini di beneedetti formaggi.
Fuso, spalmabile, formaggio grattugiato, zzi suoimozzarelle, provola, stracchino, gorgonzola. Sottilette, mozzarelle di bufala, scamorze, parmigiano, asiago, la lista è assai lunga e succulenta. Al solo pensiero, la fame avanza e lo stomaco danza, anche se sono le 10 di mattina. Si impone la gustosità di una colazione a base di tramezzino, chissà, pomodoro e mozzarella. Spinaci e mozzarella filante. Prosciutto e formaggio.
Parola chiave: genuinità. Garantita dai più famosi brand italici.

L’alta qualità italiana

Garantita, nè.

E se il formaggio in questione è scaduto da più di 20 anni?

Robin Hood e le cooperative

Robin Hood ce l’ha con le imprese – più o meno, o comunque questo è quel che si fa passare. Altrimenti non l’avrebbero chiamata Robin Hood Tax, no? Si siceve e si pubblica un comunicato stampa odierno dell’Ufficio Stampa di GDL-Popolo della Libertà Presidente Fabio Filippi. Il titolo, come stile ufficio stampa vuole: FILIPPI (PDL): ROBIN HOOD TOGLIE ALLE GRANDI COOPERATIVE PER DARE AI MENO ABBIENTI.

Il buco di Roma

Ma il buco c’è o non c’è? Il debito di Prodi c’era o non c’era? Da una settimana è balzato a copertura mediatica – sui dorsi locali de Il Messaggero e dei quotidiani nazionali, per poi passare al nazionale nel giro di pochi istanti. Roma è tappezzata da manifesti de Il Popolo della Libertà – Berlusconi per Alemanno, che recitano:

Veltroni ha lasciato un buco stratosfereico nel bilancio del Comune. Noi lo risolveremo

Il punto? Partiamo da un paio di considerazioni. Il buco c’è, è in corso l’avvio di un’indagine della magistratura. Il buco c’è, è pesante – il Comune di Roma è praticamente fallito – anche se le ricostruzioni dello stesso sono, naturalmente, assai diversi a seconda del punto di vista dal quale si guardi il subddetto benedetto buco di bilancio.
Ricordo nitidamente. Immediatamente post-elezioni, vinte da Gianni Alemanno, il neo-sindaco, finalmente ospite a Viva Radio 2, con Fiorello e Baldini, in verità dall’alto di un apprezzabile umorismo, aveva aggiunto a mozzichi e bocconi che stava verificando la presenza di un possibile ebuco nel bilancio del Comune.
Lo si sa da allora, lo si sa da sempre. Ma prima, forse, un tacito patto di apparente strumentale armonia delle parti – quella grandissima presa in giro che il Veltrusconi ha chiamato dialogo – prevedeva in agenda un’uscita del BUCO assai più soft di quella poi avvenuta.

Agenzia delle Entrate. Redditi per tutti, dall’alto della colonna infame

colonna infame
La colonna infame. Così l’ha definita Beppe Grillo. L’agenzia delle entrate ha messo on line tutti i redditi dichiarati dai cittadini italiani nel 2005. E’ notizia vecchia, già, con strascichi sempre nuovi.
Perchè la colonna infame. Alessandro Manzoni descrisse la storia dell’intentato processo a Milano, nel corso della terribile peste del 1630 contro due presunti untori. Presunti ritenuti responsabili del contagio pestilenziale, effettuato attraveerso misteriose sostanze. Il tutto partì da un’accusa, non fondata, di una donnicciola del popolo, tale Caterina Rosa.
La Storia colloca il processo nell’estate del 1630. L’epilogo è stato la condanna capitale di due innocenti, Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, e la distruzione della casa di quest’ultimo. Proprio al posto dell’abitazione, a monito eterno, venne eretta la colonna infame.

Berlusconi contro tutti. Anche contro l’Unione Europea

Prestito di Stato. Roba seria, roba grossa. La cordata. Ma c’è o non c’è? Farebbe saltare alle stelle il titolo di Alitalia. Ma c’è? Chi mette i soldi? Quanta discrezione.

Le cose si fanno in silenzio. Ma penso che si faranno

Il prestito-ponte si colloca nel limbo di attesa della benedetta cordata. E l’Unione Europea alza le antenne. Nessun problema, comunque: anche all’Ue, che ha preannunciato una richiesta di chiarimento
sul prestito ponte di 300 milioni concesso dal governo all’Alitalia, ci pensa sempre e comunque Silvio Berlusconi.

Alitalia, un prestito per la vita

prestito
300 milioni di euro. 300 signorissimi milioni di euro. Prestito? Sì, e che prestito. Alla fine eccolo qui il prestito ponte, per tentare di mantenere in vita la comatosa ed agonizzante Alitalia, fino alla sperata vendita della compagnia. Lo ha varato ieri in serata, con tanto di apposito decreto, il Consiglio dei Ministri, ultimo atto decisivo di un esecutivo, all’ombra e sulla spinta del succssivo, all’indomani del fallimento definitivo della trattativa con Air France-KLM.
Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, hanno definito la faccenda inevitabile. Ma hanno anche precisato che, nella faccenda, il principale ispiratore è Silviuccio. E’ sotto gli occhi di tutti.

E’ stato Berlusconi a volerlo così sostanzioso

Ci ha tenuto a precisarlo, il declinante Romano. Loro avevano previsto 100, Silvio ne ha chiesti 300. E 300 sia. Ha vinto-stravinto le eleziopni, no?

Alitalia. Air France, adieu

Zizou, Adieu. Ne è passato di tempo… In questo momento storico, l’Italia si trova di nuovo a dire addio a parti e rappresentanze dei cigini d’Oltralpe. Ai Mondiali si gioiva. Oggi, no.

Dispiace che Air France si sia ritirata… Non hanno mai voluto trattare alla luce del sole, e poi, viste le reiterate prese di posizioni contrarie del nuovo governo, si sono sfilati

ROTTURA UFFICIALE. Basta, Adieu, ça suffit! Non ne possono più.

Rottura ufficiale della trattativa con i francesi per l’acquisto di Alitalia. Il segretario generale della Cisl non è pessimista. In fondo. Hanno fatto loro la mossa finale.

Con il prestito-ponte si sistema tutto

dice Raffaele Bonanni. Soldi dalle tasche degli italiani? Bonanni, naturalmente, è estremamente fiducioso nella

cordata alternativa

Quella che, a meno che non ci si metta Silvio e patrimonio, ancora non esiste.

Bastano quattro settimane

Noialtri si attende trepidanti.

Sindacati: afterhours & afterMarx. Montezemolo affonda

Verranno giorni duri. Verranno momenti e operazioni dure. Per tutti. Anche per i sindacati. Perchè, dopo l’esplosione del caso Alitalia e soprattutto il loro ruolo all’interno della stessa, i sindacati sono esplicitamente sotto accusa. Sono entrati nell’agenda delle critiche, quella dell’opinione pubblica, che purtroppo può toccare livelli assai superficiali.
Giulio Tremonti disse:

From Marx to market

Parlava di cambiamenti, di globalizzazione, di rivoluzioni lunghe e silenziose – e dalla direzione non condivisa. Perchè qualcosa è cambiato. E ieri Montezemolo l’ha messo nero su bianco.

Gli operai sono più vicini a noi che ai sindacati

Parola di Luca Cordero di Montezemolo, mentre dice (sono mesi che questo rito è in corso, ma certo è storico) addio alla presidenza della Confindustria.

La verità sull’economia italiana degli ultimi anni

Un gruppo di studenti di master in economia, come potrete leggere dalla prima slide di questa presentazione, analizzando i dati di fonti attendibili come quelli della Banca d’Italia, dell’ISTAT e dell’OSCE, vuole esprimere la propria opinione riguardo a ciò che è stato fatto nelle ultime legislature, in termini economici, dalla sinistra e dalla destra, cercando di far luce su quanto la stampa invece ha riportato, nel tentativo di dare a noi la possibilità di crearci un punto di vista obiettivo e non distorto dai media.

Vista la problematica dovuta agli spazi ridotti di visualizzare alcune slide nella forma giusta, vi invitiamo a fruirla nella maniera corretta all’indirizzo qui sotto riportato.
Vai alla Slide

Brindiamo… un bicchiere di vino?

vino
Dopo la mozzarella, il vino. Let’s have a party. Oh, peccato, party già finito. E’ cominciato oggi il 42esimo Vinitaly di Verona. Già. Ma.
Come un fulmine a ciel sereno – ammesso che tale possa definirsi, il cielo italiano. Vagantri per lo Stivale ci sarebbero nientepopodimenoche 70 milioni di litri di vino adulterato. Fertilizzanti chimici, acqua, uno spruzzo di acidi e qualche chicco d’uva. A parlare e far suonare l’allarme generale è l’Espresso di ieri.
La bomba al vino è scoppiata.